Quindi, da notizie di stampa,
apprendiamo che il governatore della Banca d’Italia Visco ha dichiarato di
sapere quale sia il valore equo dello spread, cioè della differenza tra i tassi
d’interesse dei BTP decennali italiani e gli analoghi titoli tedeschi. Egli ha
solennemente sentenziato che lo spread giusto sia del 2%.
Qui però, dovremmo fermarci un
pochino a riflettere: cosa significa nella mente di Visco che lo spread sia
quello giusto?...
A tale scopo, vorrei affrontare
questa questione da due differenti e, mi pare, complementari punti di vista. Il
primo sta nel considerare giusto quello che corrisponde al sostenibile. In
questa prospettiva, uno spread del 2% è giusto in quanto è sostenibile per un
lasso di tempo ampio. Ebbene, mi pare di dovere dissentire, se ancora per
diversi anni dovessimo avere uno spread costantemente sfavorevole, saremmo
strutturalmente e permanentemente impossibilitati a sostenere la competizione
commerciale con la Germania: mi sa che Visco non voleva dire questo.
Vediamo allora il secondo punto
di vista, quello per cui è giusto quello che farebbe un ipotetico individuo
razionale. Anche qui però, non posso convenire.
Si da il caso che i titoli
italiani e quelli tedeschi siano entrambi espressi in euro. Il tasso
d’interesse dovrebbe esprimere la svalutazione attesa della valuta
corrispondente, più magari un certo guadagno in funzione della liquidità
disponibile ed altri fattori contingenti. Da ciò, mi pare, si dovrebbe dedurre
che i tassi dovrebbero essere gli stessi (e lo spread quindi nullo). Lo spread
quindi sembra esprimere un fattore di rischio di non vedere rimborsati i propri
crediti. Sarebbe quindi interessante sapere come Visco avrebbe calcolato questo
2%. L’unico modo sembra quello di essere in grado di quantificare il rischio
che ho detto. Ora, tale quantificazione è impossibile, visto che dipende
primariamente da scelte di ordine politico, è qualcosa che chiaramente
travalica il contesto propriamente economico.
Da profano osservatore della
domenica, a me pare che il valore dello spread sia l’effetto combinato di
un’abile manovra di speculatori e di aspetti emozionali del grande popolo dei
risparmiatori mondiali, che finiscono col procedere come pecore lungo i
sentieri fissati dalla grande speculazione internazionale, non v’è nulla che
possa essere definito come razionalmente calcolabile.
Così, penso che il nostro
governatore abbia semplicemente perso un’ottima occasione per tacere.
Non ho mai sentito parlare di spred fino a quando le agenzie di raiting hanno iniziato a diminuire A, tripla A, con il +, senza, eccetera. Una recente inchiesta (di cui non sento più parlare)ha dimostrato che la classifica era truccata (come per il libord, altro argomento di cui non sento più nulla). Non ho sentito di cambiamenti, i calcoli sono sempre gli stessi fatti per chi lo applica.
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