Che il progetto “Fabbrica Italia”
fosse uno specchietto per le allodole, l’hanno capito in tanti, e appare
inquietante il modo in cui un sindacalista come Angeletti risponde alla domanda
se si fosse pentito di avere firmato l’accordo con la Fiat due anni fa. Egli
risponde di no, motivandolo col fatto che solo così la Fiat è ancora in Italia.
Io vorrei sapere da questo
signore, senza entrare neanche nel merito delle sue affermazioni (due anni di
apertura degli stabilimenti per la maggior parte del tempo con la cassa
integrazione, cioè a spese del contribuente) se quando firma un accordo, lo fa
per ottenere ciò che c’è scritto o per ottenere risultati che col testo
dell’accordo non c’entrano nulla.
Ma torniamo all'incontro. Era quindi pacifico che,
trascorso il tempo necessario per perfezionare l’accordo tra Fiat e governo
serbo, le fabbriche ubicate in Italia sarebbero andate ad un più o meno veloce
processo di chiusura. Sono anzi convinto che Marchionne non avrebbe partecipato
ad alcun vertice con nessun governo italiano se non fosse intervenuta qualche
difficoltà col governo serbo che per carenza di risorse finanziarie, avrebbe
imposto uno stop al completamento del piano di insediamento della Fiat nel loro
paese.
E’ solo questa difficoltà che ha
spinto la dirigenza Fiat ad incontrare il governo sperando di ricevere in
Italia una forma di sostituto degli aiuti promessi dalla Serbia che non è in
grado di onorarli almeno nello loro totalità.
Marchionne non è così stupido da
credere che la soluzione stia nel chiudere la Fiat e quindi le sue fabbriche in
Europa, ma fa finta di pensarlo e così raccoglie aiuti da governi che mendicano
un impegno produttivo nel loro paese. E’ un giochetto facilmente decifrabile,
ma che non è rivolto agli interlocutori istituzionali che lo capiscono
benissimo, ma serve ai politici per non distruggere il loro consenso, siamo noi
i destinatari dell’inganno.
Dopo cinque lunghe ore di
incontro, non c’è stato alcuno straccio di accordo, e del resto la situazione
in Serbia è tuttora fluida, così che a Marchionne fa comodo guadagnare tempo,
cominciando nel contempo sin d’ora a lanciare una nuova offensiva mediatica
sulle difficoltà obiettive e sulla necessità dell’aiuto
statale.
Quindi, dovremmo tutti convenire
che la notizia non c’è, sabato non è successo nulla di nuovo, è solo l’ultima
puntata di una lunga telenovela dalla trama del tutto prevedibile.
Rimane da esaminare
l’atteggimento di Bersani che ha dichiarato che la situazione della Fiat è
ancora aperta: qui direi che il processo di dalemizzazione di Bersani sia
giunto a compimento. Bersani, per sua caratterialità, sarebbe un tipo schietto,
ma vedo che le sue terribili frequentazioni l’hanno completamente stravolto.
Dire che la situazione è ancora aperta è estremamente ambiguo. Seppure credo
che sia un modo educato di dire che il governo non ha combinato niente, qualcun
altro potrebbe perfino trovarci un giudizio positivo, del tipo “ancora non è
tutto perso”, il che implicherebbe che qualche risultato l’incontro l’avrebbe
sortito: Bersani democristiano, è questo l’esito della sua carriera politica?
Bersani abbia il coraggio di venire a raccontarlo davanti ai cancelli ancora aperti della Fiat e anche agli ex cancelli come Termini Imerese. Perché appena finirà quest'ultimo anno di Cig a Termini succederà il finimondo! E l'avranno tutti quanti sulla coscienza.
RispondiEliminaNon so, finora a Termini Imerese c'è stata fin troppa calma, sicuramente tu ne saprai più di me. In ogni caso, bisognerebbe vedere che tipo di finimondo potrebbe esserci, non vorrei fosse autolesionista.
EliminaSarà autolesionista per mancanza di coscienza di classe!
Elimina... e neanche un minimo progetto di un'auto elettrica a buon prezzo ...
RispondiEliminaGià, ma questo vende fumo.
EliminaFa comodo a tutti la Fiat. Ognuno recita il suo ruolo, come sempre. Bisogna smettere di pensare che l'unico lavoro che possono svolgere gli operai della Fiat sia quello di costruire auto.I soldi destinati all'azienda dovrebbero essere destinati per un nuovo lavoro. Penso non lo facciano un po' perchè perchè non sanno cosa fargli fare, ma soprattutto perchè facendogli fare qualcosa d'altro, salterebbero tutti gli equilibri consolidati tra padroni/sindacati/politica alla faccia della gente normale.
RispondiEliminaLa fiat fa comodo a tutti così com'è. Possibile che gli operai sappiano fare solo quello? Anzichè investire nell'azienda lo stato dovrebbe organizzare una nuova opportunità di lavoro. Non lo fanno perchè questo significherebbe il crollo dell'accordo padroni/sindacati/istituzioni.
RispondiEliminaCi vopreebbero un po' di nazionalizzazioni, fare autovetture elettriche ed autobus, tanto per citare due prodotti emblematici.
RispondiEliminaCondivido, è ora che lo stato intervenga sul serio e si riappropri del suo ruolo :LA DIFESA DEI DEBOLI. Altrimenti chi lo fa? Il volontario? (che poi lo fa già, con quei pochi mezzi che si ritrova). Vorrei anche sfatare una specie di mito secondo cui il debole non vale niente. E' falso! Gli ammalati sono deboli, ma sono un megaaffare per industrie chimiche & C. Gli operai sono deboli, ma senza i loro acquisti le aziende si attaccano al pennone. Eccetera. Stato e deboli insieme sarebbero invicibili. Per questo esiste la corruzione (che poi ormai non esiste quasi più, hanno azzerato i costi facendo eleggere i loro collaboratori), per tenerli divisi.
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