Però, come siamo messi male con
queste flash mob…
E’ un tema che devo approfondire,
ed adesso non ho proprio il tempo di farlo in modo adeguato, ma pensate che livello di
omologazione mentale mondiale c’è bisogno perché queste iniziative abbiano
successo.
Voglio dire che, prescindendo
ovviamente dall’argomento della specifica flash mob, a me vedere donne
filippine così come donne congolesi assieme a donne indiane, finlandesi,
canadesi così come argentine, tutte assieme mettersi a danzare in nome di una
parola d’ordine immessa in rete in modo sostanzialmente anonimo, mi fa
impressione. Mi sembra la testimonianza di un condizionamento spaventoso, di
come sia oggi facile propagare a livello planetario messaggi e come questo sia
potenzialmente sfruttabile anche per contenuti tutt’altro che nobili.
Nello stesso tempo, non posso che
notare come la voglia di protagonismo che credo sia un patrimonio innato
dell’uomo, trovi una via di soddisfazione pretendendo di fare anche qualcosa di
utile, che, nello stesso tempo in cui si vada nelle piazze per mostrarsi, per
esserci, si pretenda anche che ciò che si fa avrà degli effetti positivi.
Questa partecipazione così
massificata e così generica proprio perché frutto di una flash mob, di una
mobilitazione estemporanea, mi sembra un surrogato di una reale partecipazione
politica, in un mondo mai così poco coscientemente politicizzato, in cui
proprio in virtù di questa situazione pochi potenti riescono a determinare le
nostre vite fin nei minimi dettagli, la gente trovi delel valvole di sfogo così
rassicuranti e nello stesso tempo innocue per il potere.
Voi cosa ne pensate, sono davvero
solo io ad avere un punto di vista che sembra così contrastare con questo
fronte progressista mondiale che include anche “Il Manifesto” che oggi titola
in prima pagina entusiasta proprio su questa flash mob? Solo a me, questi
eventi appaiono come la manifestazione di una forma di impotenza di un’umanità
ormai completamente condizionata da un potere mondiale onnipotente?