Vi è indubbiamente in Italia, una vasta area di opinione che si autodefinisce di sinistra, pur se molti (ed anche io tra questi) potrebbero obiettare sulla utilità di una simile classificazione.
In effetti si tratta di quei cittadini che più di tutti hanno la visione più fortemente critica sull'attuale società e che coltivano in maniera più o meno platonica il sogno di una società migliore, senza escludere prospettive di tipo perfino rivoluzionario...
E' altrettanto fuori di dubbio che tale area sia in Italia sottorappresentata, soprattuto dal 2008, quando, a seguito di scelte errate delle formazioni politiche che lì si collocano e della contemporanea sciagurata campagna elettorale dell'allora neonato PD di Veltroni, quest'area ha perso ogni rappresentanza parlamentare.
Personalmente, non ritengo che tale assenza sia così terribile, sono convinto che in parlamento non si dovrebbe andare per tesatimoniare di esistere, ma per ottenere la maggioranza e governare il paese, non per pubblicizzare una certa politica, ma per praticarla.
Coerentemente, sono per i sistemi elettorali maggioritari, che poi si sostanziano nell'elezione dei parlamentari in collegi uninominali (non con i premi di maggioranza che servono solo a creare aggregazioni litigiose).
Ora, mettiamo assieme questo elemento di sottorappresentazione di quest'area politica, con la situazione che si è creata a seguito dell'insediamento del governo Napolitano/Monti. La definizione di una maggioranza che raccoglie la quasi totalità dei parlamentari, sottolinea in maniera clamorosa la falsità o almeno la fragilità della contrapposizione spacciata per decenni tra un centrosinistra ed un centrodestra: alla fine entrambi gli schieramenti si sono trovati a sposare una politica di emergenza che difatti non ha un carattere congiunturale, ma al contrario la pretesa di introdurre cambiamenti strutturali (di tipo liberista) nel sistema Italia.
Il Giornale e Libero possono titolare a tuta pagina contro le tasse, ma non potranno negare che questa tassazione è stata approvata con il contributo determinante del partito del loro padrone, buffonate al più buone per sprovveduti.
Analogamente, il PD può dire che l'agenda Monti ha dei limiti che solo quando essi andranno al governo potranno essere superati, ma se predica la continuità con essa, è dura distinguersi dalle altre formazioni politiche raggruppate in questa maggioranza che ci sta governando.
Sembra in definitiva che ci siano le condizioni ideali per costruire una vera opposizione, esistono i potenziali elettori ed esiste una tendenza alla coincidenza delle posizioni politiche sin qui rappresentate in parlamento.
Non è un caso che in Grecia sia sorta una coalizione elettorale come Syriza che ha mancato per una manciata di voti la maggioranza dei consensi e rimane saldamente la seconda lsuita nel parlamento greco.
Eppure altrove, prendiamo ad esempio la Germania, si vanno piuttosto sviluppando formazioni politiche del tutto inedite come "i Pirati", e se torniamo al nostro paese, il M5S di Grillo.
Si tratta di formazioni che condividono una tendenza allo spontaneismo, ed anche ALBA, un'altra formazione politica per altri versi di tutt'altro tipo rispetto al M5S, si vuole caratterizzare come spontaneista.
Il fondamento di tale spontaneismo sta in una concezione ideologica della libertà che ignora la nostra interazione con l'ambiente, è insomma totalmente liberale: si può dire che tali formazioni siano a loro insaputa la stessa quintesssenza del liberalismo.
Il discorso ci porterebbe lontano, e del resto i miei lettori più affezionati ne avranno letto su questo blog in più occasioni. Ciò che invece qui mi premeva sottolineare sta nell'apparente incapacità di quest'area politica di cui parlavo, nell'esprimere un vero e proprio partito, una formazione politica che abbia degli obiettivi definiti sin dall'inizio (e non da determinare volta per volta mediante referendum), una sua strategia ed una sua organizzazione.
Per costoro, il M5S è ben lungi dall'essere soddisfacente, ma tali critiche tendono ad assumere un carattere "interno", per quanto si critichi il M5S, non lo si guarda come qualcosa su cui bisogna decidere se aderire o non aderire, ma qualcosa da correggere.
Poco importa quindi che le critiche siano molteplici ed investino suoi aspetti essenziali che evidentemente sono ad esso connaturati, che ne fanno ciò che esso nei fatti è, si ipotizza di trasformarlo in qualcosa di più simile ad una formazione politica tradizionale, una specie si potrebbe dire dei ct delle squadre di calcio, da bar.
Ciò dipende a mio parere da una sottovalutazione delle implicazioni delle singole scelte fatte in questo movimento.
Criticare ad esempio il ruolo decisionale che Grillo assieme a Casaleggio si è disegnato è insensato, senza tenere per sè l'ultima parola sulle decisioni, il movimento sarebbe preda dei primi criminali che se ne volessero impadronire, e non capisco come ci sia chi possa non rendersi conto di qualcosa di così ovvio. Si critica questa dittatura senza capire come essa sia l'altra faccia del così osannato spontaneismo.
Si critica poi il programma stirminzito, la carenza di una base politico-filosofica, tutto giusto, ma poteva un comico come Grillo inventarsi una nuova teoria politica, possiamo onestamente affermare che qualcosa che abbia simili padri possa diventare ciò che desideriamo senza essere capaci da noi di attuarlo?
Il mio punto di vista è differente, del tipo "date a Cesare quel che è di Cesare". Partendo dal fatto che non mi sognerei certo di aderire a una simile formazione politica, osservo la sua capacità di attirare consensi dall'intero schieramento politico, e trovo la cosa positiva, togliere consensi a una simile classe politica da fine impero è comunque un atto meritorio.
Se poi Grillo si becca i consensi anche nell'area di opinione tradizionalmente di sinistra, la colpa è sua o è della pusillanimità dei dirigenti della sinistra?
Così, ci si divide tra chi se la prende con Grillo perchè ruberebbe ciò che gli altri gli consentono di rubare, e chi, di fronte ad un arco di circonferenza, studia come trasformarlo in una linea retta, ma si può???
È certo che in questa prossima tornata chi voterà per Grillo lo farà soprattutto contro il sistema dei partiti. E prevedo grandi dolori sia a sinistra sia al centro sia a destra. Chi non voterà per Grillo, non andrà a votare per nessun altro.
RispondiEliminaGià, Vendola, che pure godeva di un consenso non trascurabile, che poteva trarre profitto dai successi dei sindaci di un'area molto prossima alla sua, ha deciso di suicidarsi riducendo piuttosto che aumentando il processo di differenziazione da un PD in gravissima difficoltà, altri praticano le scissioni a catena, tutti sembrano volere lasciare questo ampio bacino di voti tutto nelle mani di Grillo: possibile che possano essere così idioti?
RispondiEliminaPomicino giorni fa disse che Grillo è funzionale al sistema. Raccoglie il dissenso e lo neutralizza (penso sia la stessa cosa avvenuta con la lega che ha raccolto tanti voti ma alla fine sono stati messi al servizio del nulla)perchè non è in grado di costruire nuovi progetti senza allenze (e non le vuole). Si vedrà, il M5S è nuovo e certi meccansimi devono essere ancora verificati nella realtà. E' comunque l'unica novità di peso e se fossero eletti molti parlamentari potrebbero influire da subito in occasione dell'elezione del presidente della Repubblica.
RispondiEliminaSono completamente d'accordo con te, non sappiamo cosa possa avvenire e l'elezione del presidente della repubblica ne sarà sicuramente influenzata.
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