sabato 31 maggio 2014

LA VICENDA DEL CANONE RAI ED I GIORNALISTI-OCHE

Mi chiedo come sia possibile, come sia sopportabile che così tanti giornalisti-oche oggi starnazzino sulla questione delle resistenze del personale RAI a farsi sottrarre centocinquanta milioni di euro dal governo. 
Mi chiedo come sia possibile che costoro sottolineino il corporativismo degli scioperanti, e non commentino in alcun modo l'operato del governo. 
Mi chiedo come sia possibile che questi giornalisti-oche non siano in grado di cogliere l'aspetto centrale della questione, e cioè quella di un governo che fa finta di risolvere i problemi economici, e che nei fatti opera sul bilancio con mezzucci e stratagemmi indegni, quale appunto tipicamente quello di utilizzare una quota consistente del canone RAI per coprire i buchi di bilancio, insomma con la destra da' ottanta euro a taluni, e con l'altra provvede a raccogliere questa cifra agli abbonati RAI che mai avrebbero creduto che quella cifra facesse questa fine, distratta in maniera così plateale dalle finalità per cui è stata istituita.
Parliamo così del personale RAI che francamente non mi pare stia al centro delle problematiche politiche, e ignoriamo le caratteristiche odiosamente prossime all'imbroglio, ostentare i provvedimenti di riduzione della pressione fiscale, e andare poi a raggranellare soldi in zone dove lo sguardo pubblico giunge con difficoltà. 
Invece, io penso che questa vicenda della distrazione del canone RAI rappresenti emblematicamente il modo di operare del governo Renzi, e che quindi sia necessario illuminare e concentrare l'attenzione pubblica su questo comportamento, più degno di un vigliacchetto furbetto di provincia che del governo della repubblica. 
Giornalisti che non fossero oche potrebbero sostenere la necessità di ridurre il canone, se ritengono che questo costituisca un privilegio inaccettabile dei dipendenti RAI, oppure sostengano la necessità di eliminare la pubblicità per evidenziare tale ruolo di servizio, ma non vedo come possano schierarsi al fianco di un governo che mostra la mano che dona e nasconde quella che ruba. 

Pertanto, se il governo continua a portare avanti questo provvedimento, allora sarà il caso di lanciare lo sciopero dal canone per il prossimo anno. Nessuno di noi l'ha versato per coprire i buchi di bilancio, e quindi ci dicano cosa occorre per sostenere il servizio pubblico fornito dalla RAI, e smettano di rubarci soldi che avevano una destinazione originale ben definita, si tratta con evidenza di un furto vero e proprio, non punibile penalmente soltanto perchè eseguito dallo stesso governo della repubblica.

mercoledì 28 maggio 2014

ANCORA SULLE ELEZIONI

Ritorno brevemente sulle elezioni, ma non tanto per analizzarle in maggior dettaglio, perchè in realtà le cosa mi sembrano abbastanza chiare ed univoche, quanto per soffermarmi sulle reazioni sul web, soprattutto negli ambienti che frequento perchè sento più prossimi a me...

lunedì 26 maggio 2014

RIFLESSIONI ESTEMPORANEE SULLE ELEZIONI DI IERI

Alcune riflessioni estemporanee sulle elezioni di ieri, in attesa di trarre conclusioni più meditate, anche sulla base di una migliore conoscenza dei dati grezzi, non ancora del tutto disponibili, e comunque da me ancora non analizzati in dettaglio...

venerdì 23 maggio 2014

QUESTIONI DI FEMMINISMO (E NON SOLO)

A proposito dei tempi bui in cui viviamo, dove perfino chi rivendica una specie di libertà di scelta quasi assoluta non riesce a sopportare un commento critico, ma mi pare dialogicamente critico verso ciò che ha scritto. Come dire, la libertà come diritto mio e certo da non concedere a te. Una volta, questo mi pare si chiamasse dispotismo, il deposta appunto rivendicava la libertà assoluta per sè stesso , negandola agli altri.
L'articolo lo trovate a questo link , e qui di seguito il commento che avevo scritto.

Epperò qui si palesa una contraddizione che sarebbe miope attribuire alla Dominijanni, la contraddizione è nei fatti, è la contraddizione connaturata al femminismo.
Essa consiste nel termine che denota una istanza collettiva (l’universo femminile) e che però si è storicamente qualificato come garante dei diritti individuali. Questo mi pare il punto, coniugare l’individualismo con il proprio statuto di istanza collettiva. Insomma, se esiste una specificità femminile, questa detta dei vincoli alla singola donna, è inevitabilmente portatrice di una normatività come ben dice in questo articolo l’autrice.
A me pare che la Dominijanni tenti un intelligente compromesso che possa salvare la coesistenza di questa apparente contraddizione, e lo fa a partire dall’errore dell’ideologia liberale, che scambia ogni decisione individuale per un atto di libertà. Sappiamo, dovremmo sapere, che le cose non stanno affatto così, che valutare il grado di libertà di un’azione solo sulla base dello stadio finale, di quando infine decidiamo, è sbagliato, perchè ignoriamo così tutto ciò che precede, quell’intreccio di relazioni in cui siamo immersi sin dalla nascita a causa della cultura che nostra madre ci ha somministrato assieme al latte.
La Dominijanni, almeno così ho capito io, risolve la contraddizione intervenendo nel merito delle questioni, assumendosi la responsabilità di affermare che determinati comportamenti risentono appunto del contesto culturale in cui ci troviamo, non sono nei fatti degli atti liberi, ma dettati dal contesto neoliberista in cui siamo immersi.
L’alternativa è quella offerta da questo articolo, che sposa senza tentennamenti tutti i dogmi liberali, che rivendica la scelta individuale come portatrice automaticamente di un contenuto di libertà, e questo in nome del rifiuto di ogni normatività. Farei notare che anche questa tesi rappresenta un tipo di normatività. Sembra dire alle donne che devono scegliere liberamente, ed anche questa libertà in un certo senso costituisce una specie di obbligo.
Farei inoltre notare che designare una certa società come società patriarcale implica anch’esso ammettere che esiste un’entità chiamata appunto società, che è ben di più dell’aggregazione di più individui, costituisce una comunità portatrice di certi valori, in questo caso negativi.
Entra insomma in gioco il rapporto tra individuo e collettività che, al di là delle opinioni individuali di merito, rappresenta credo oggettivamente un tema fondamentale non eludibile, non eliminabile in nome di una fantomatica libertà di scelta assoluta.

mercoledì 21 maggio 2014

PERCHE' MI ASTERRO' DAL VOTO, SECONDA PARTE

Oggi, con un certo ritardo, dovuto ai molteplici impegni im cui sono coinvolto, parlerò dei due pezzi più grossi del parterre dei partiti, il PD e il M5S...

domenica 18 maggio 2014

PERCHE' MI ASTERRO' DAL VOTO. PRIMA PARTE

A una settimana dalle elezioni, si moltiplicano gli appelli al voto, e il web non fa eccezione.
Così, ho pensato di non fare eccezione neanche io, e quindi nel mio piccolo anch'io faccio un mio appello per gli elettori. 
Nel mio caso, tuttavia, l'invito è quello di astenersi dal voto. La cosa a qualcuno potrebbe apparire stravagante, astenersi classicamente significa non scegliere, e quindi perchè mai tifare per una mancata scelta? 

Il punto è che invece astenersi è una scelta, costituisce una precisa scelta, ed è ciò che tenterò di argomentare nel seguito. 

martedì 13 maggio 2014

LA STAMPA TERREMOTATA

Nel mondo dell'informazione, le cose sembrano cambiare velocemente. 
Dopo il periodo eroico, in cui il giornalismo appariva come il fronte del progresso, una specie di organizzazione eroica al servizio dell'informazione, contro l'oscurantismo dei potenti che volevano tenere tutto segreto, in cui avere più informazione significava avere più libertà, conoscere per potere scegliere, gli editori hanno scoperto quanto è bello fare circolare l'informazione manipolata...

domenica 11 maggio 2014

GUERRA IN EUROPA

Più tempo passa, più mi vado convincendo che la guerra rientrata in Europa, adesso divenuta una vera e propria guerra civile in Ucraina, presto si generalizzerà, secondo percorsi e schieramenti oggi inimmaginabili. 
Il fatto è che il tentativo lanciato inizialmente da Polonia e repubbliche baltiche di annettere all'occidente l'Ucraina tramite un colpo di stato travestito da manifestazioni di piazza, sta incontrando sempre maggiori resistenze nella popolazione comune...

mercoledì 7 maggio 2014

QUEL POVERETTO DI BERLUSCONI

Le numerose apparizioni in TV di Silvio Berlusconi hanno causato grandi polemiche in un ampio spettro di opinione pubblica. Mi sembra che le perplessità siano fondate, ma non vorrei adesso formulare l'ennesima copia di questo tipo di proteste.
Qui, vorrei partire invece da qui per tracciare delle considerazioni di carattere più generale.
La prima considerazione riguarda il contesto in cui si è deciso da qualche parte di minimizzare l'effetto della condanna che egli ha subito lo scorso anno, come pure il ritardo nella comminazione della pena...

sabato 3 maggio 2014

CAPIRE NAPOLITANO

Certo, che è difficile capire il presidente Napolitano. 
Intanto, sembra che i problemi con gli americani li abbia superato, che egli lavori ora senza particolari asperità assieme a Renzi, e tutto questo si vede dalla frequenza delle sue presenze pubbliche. 
Il presidente non fa mai passare più di qualche giorno senza ammanirci un messaggino in cui continua a criticare tutto lo stato di questa nazione. Ora, certamente non è che io voglia difendere la situazione esistente, ma invece Napolitano qualche piccola ragione ce l'avrebbe per farlo, diciamo che Napolitano dovrebbe passare l'intera giornata a difendere le cose così come stanno, e per un semplicissimo motivo...

giovedì 1 maggio 2014

LA CRISI IRRESOLVIBILE

L'economia di mercato è miseramente fallita, le evidenze stanno davanti ai nostri occhi, e soltanto partendo da un punto di vista iperideologico è possibile ancora oggi invocare quei provvedimenti che rendano l'economia sempre più soggetta ai meccanismi di mercato. 
Dovrebbe essere diventata patrimonio comune e condiviso che il mercato che c'ha portato dove stiamo, lungi dal risolvere i nostri problemi, li genera e li aggrava. 
Eppure, non v'è coscienza generalizzata di tutto ciò, le evidenze che la crisi ci pone non ha spostato apparentemente di un solo millimetro la percezione che è maturata in tanti decenni in questa società...