sabato 30 giugno 2012

IL CRETINISMO DEI FACILI ED INGIUSTIFICATI ENTUSIASMI

Oggi si dispiega pienamente un'ondata di cretinismo politico, con il settore dell'informazione e con tantissimi politicanti che ostentano felicità, gridando l'entusiasmo per il successo di Monti, per la grande giornata dei mercati, ecco finalmente ci siamo, ora sì che abbiamo messo alle corde quella cattivona della Merkel, ora che abbiamo un nuovo strumento, il fondo salva-stati, che ci garantisce e protegge...

giovedì 28 giugno 2012

COME IL FURBETTO CASINI TI INCASINA PD E SINISTRA


Casini è davvero il furbetto più furbetto della politica italiana.
E siccome io lo credo davvero, ciò significa che bisogna interpretare i suoi gesti come tattica politica e non come scelte che abbiano qualcosa di strategico, di strategico nella sua attività politica ci sta soltanto quello di garantirsi un posto di potere, null’altro che questo.
Casini non può ignorare che il suo destino politico non può che stare a destra dello schieramento politico, lì stava finchè non si è convinto che Berlusconi gli avrebbe fatto per sempre ombra, che la sua longevità politica avrebbe impedito di sfruttare quei circa quindici anni di differenza di età tra di loro. Se Berlusconi non ha intenzione di mettersi da parte dallo scenario politico, per Casini non v’era altra possibilità che scegliere di stare in un fantomatico centro, in cui tra l’altro aveva il ruolo incontestato di capo di questo terzo polo. Perché allora ha egli deciso di suicidare il terzo polo di cui pure era stato il principale organizzatore? Per potersi mantenere quella piena e spregiudicata libertà d’azione che la compresenza di altre formazioni e quindi di altri leaders avrebbero messo in discussione e pericolo...

martedì 26 giugno 2012

LE DIFFICILI E FONDAMENTALI SCELTE DEL PROSSIMO VERTICE EUROPEO


Ci troviamo così a ridosso della riunione dei capi di stato europei forse più importante da quando esiste un'unione europea, forse perfino da quando esiste un qualsiasi organismo di coordinamento europeo comunque denominato.
L'Europa nasce dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, subito dopo la saggia decisione presa nel 1953 di annullare i debiti di guerra della Germania, evitando così la gravissima situazione che si era invece determinata dopo la prima guerra mondiale a cui verosimilmente la pretesa dei vincitori di pretendere esorbitanti rimborsi contribuì notevolmente ad isolare la Germania sviluppando al suo interno il delirio nazista...

lunedì 25 giugno 2012

LA SCOMPARSA MEDIATICA DI VENDOLA


Ma sono io che sono colpevolmente distratto, o Nichi Vendola è davvero uscito dalla scena mediatica?
Mentre si moltiplicano le polemiche su presunti coinvolgimenti dello stesso Napolitano in strane telefonate e trame, mentre già Bersani e Renzi incrociano le spade preparandosi alle loro primarie, mentre Grillo trova il modo di occupare costantemente il palcoscenico mediatico, Vendola sembra scomparso, proprio nel momento in cui sarebbe così importante che si sapesse cosa vogliono fare i sinistri doc da grandi...

sabato 23 giugno 2012

L'USCITA DALL'EURO DA SOLA NON COSTITUISCE UNA SOLUZIONE

La questione dell’uscita dall’euro si sta imponendo all’attenzione del grande pubblico in questi ultimi giorni, soprattutto perché il solito Berlusconi, sempre a caccia disperata di consensi, ha rilanciato questa ipotesi.
La natura strumentale della proposta avanzata non deve tuttavia provocare un suo rifiuto pregiudiziale la cosa va considerata in sé stessa, anche perché il modo sprezzante e sbrigativo con cui forze come PD ed UDC le liquidano, si basa anch’esso su pregiudizi. In verità, questa demonizzazione di una tale prospettiva si deve considerare da una parte cosa estremamente grave per forze che pretendono di considerarsi democratiche e di praticare l’argomentazione come metodo di definizione delle proprie scelte, e dall’altra puzza di paura, come se questi sapessero che approfondendo l’ipotesi potrebbe alla fine risultare che la loro posizione di difesa ad oltranza dell’euro sia indifendibile, ponendoli nella condizione di dovere rivedere le loro posizioni e magari perfino scusarsi dei loro errori...

venerdì 22 giugno 2012

L'AFFAIRE MANCINO - QUIRINALE


Alla fine è successo, le questioni politiche, tenute a bagnomaria da un ceto politico-parlamentare mediocre e soprattutto codardo, vengono fuori di colpo in tutta la loro deflagrante potenza con la vicenda Mancino - Quirinale...

giovedì 21 giugno 2012

ESSERE SCRITTORI OGGI

Sul blog vibrisse ho di recente avuto una garbata polemica riguardante le scuole di scrittura creativa. 
Esistono infatti, non so se tutti ne siate informati, scuole dove aspiranti scrittori, e qui intendo parlare di narrativa naturalmente, possono provare ad imparare l'arte.
La cosa, se ci pensate, è abbastanza stravagante, perchè ciò che distingue il grande narratore da tutti noi che pure siamo anche noi in grado di scrivere senza commettere errori di grammatica e sintassi, almeno ci proviamo, sta proprio in una straordinaria capacità nell'esprimersi, che la tecnica dello scrivere letterariamente non è separabile da ciò che si vuole esprimere, si tratta di un tutt'uno, che chi non riesce ad esprimere ciò che sente non può essere definito artista...

mercoledì 20 giugno 2012

LE TENTAZIONI POLITICHE DI VENDOLA


Non devono essere giorni facili per Nichi Vendola questi che stanno trascorrendo, sono in effetti giorni di decisioni fondamentali per l’esito stesso della sua vicenda politica.
Quanto è avvenuto in Grecia non può essere facilmente archiviato, è da tutti i punti di vista una vicenda che travalica ampiamente la dimensione nazionale per divenire una vicenda pienamente europea, lì in Grecia l’Europa e le forze politiche europee hanno dato dimostrazione di cosa siano, di quali nuovi scenari politici lì si aprano...

martedì 19 giugno 2012

DISTRUGGIAMO AL PIU' PRESTO LA RICCHEZZA FITTIZIA

Per i liberisti è troppo dura ammetterlo, ma i mercati finanziari, presi come riferimento assoluto, come giudice supremo dei comportamenti di soggetti pubblici e privati, non funzionano nè poco, nè tanto, proprio non funzionano. Chi lo crede, lo fa, non può che farlo, dogmaticamente, come uno che si tappi gli occhi per non vedere la realtà che gli sta attorno.
Quando nel 2008 l'amministrazione Bush in scadenza decide di mettere centinaia di miliardi di dollari a disposizone del sistema bancario per evitarne il fallimento, ha assecondato il mercato, o vi si è opposto nella maniera più ferma? Il mercato aveva inequivocabilmente sancito il fallimento delle banche, e decidere di fornire questa enorme dose di liquidità significa nè più nè meno che contraddire la logica di mercato: se ne saranno accorti i soloni che predicano il liberismo da colazione a cena, gente insomma come Giavazzi?
Dovrebbero, dire il contrario sarebbe come metterne in dubbio la capacità di intendere e di volere, e mai vorrei dire che Giavazzi è così stupido da non vedere cose così evidenti...

sabato 16 giugno 2012

IL PROFESSORE BAGNAI NON MI HA CENSURATO

Mi scuso con i miei lettori, ma sono stati giorni di particolari impegni che mi hanno tenuto lontano dal blog.
Vorrei liberarmi al più presto dalla questione attinente i miei rapporti col professore Bagnai, e così ho pensato di farlo con questo post che conferma la mia convinzione che non ci sia stata alcuna censura nei miei confronti.
Ho avuto allora torto a scrivere il precedente post? Non credo proprio.
A mio parere, avevo allora (ogni post porta una data e perfino un orario) tutte le ragioni che di censura si trattasse. Erano infatti troscorsi due giorni senza vedere la pubblicazione del mio intervento sul blog del professor Bagnai, mentre nel frattempo apparivano cmmenti posteriori al mio. utto questo a quanto pare deriva dalal scelta del padrone di casa di pubblicare i commenti solo quando egli ha già deciso se e come rispondere. Una volta che egli pubblica il commento con relativa risposta, tutto va al suo posto cronologico, cioè seguendo l'ordine di arrivo dei commenti e non l'ordine con cui sono stati pubblicati, e così rende impossibile a chi leggesse capire cosa sia successo nel frattempo, è possibile rendersi conto di tale particolare prassi solo se se ne è protagonista diretto.
Inoltre, questo ritardo nel rispondere faceva seguito a una risposta sostanzialmente sprezzante di Bagnai a un mio primo commento che tuttora mi pare non la meritasse.
Detto questo, trovo francamente fuori misura il modo che Bagnai ha di trattare i suoi interlocutori, sempre convinto di meritare solo commenti lusinghieri nei suoi confronti, come qualsiasi contraddizione alla sua persona meritasse una sua reazione ai limiti della buona creanza.
Riporto qui di seguito il commento che ho ricevuto da Bagnai e che è subito apparso sul mio blog senza che io pretendessi che ciò avvenisse solo dopo che io avessi articolato una risposta adeguata (come tra bloggers facciamo in tanti, mi pare):

Lascia perdere, Massimiliano. Sono andato a controllare sul sito del MIUR. Esiste questa persona: Ordinario CUCINOTTA Vincenzo CATANIA Scienze Matematiche Fisiche e Naturali CHIM/01 SCIENZE CHIMICHE. Io trasecolo. Non posso immaginare che un collega, anzi, addirittura un docente di prima fascia, possa arrivare a tanto. Mi aspettavo il solito giovincello provincialotto con tante cose interessanti da dire... Bene, bene... Capisco... Questo paese l'euro se lo merita...

Orbene, da queste brevi frasi. emerge che Bagnai crede, ancora vorrei aggiungere io, che essere docente universitario sia un titolo di merito così rilevante da costituire titolo di merito pregiudiziale, e naturalmente, che io non sia degno di simile giudizio di merito, comportandomi come un giovincello provincialotto. 
Tutto questo avviene senza che sia stato ancora possibile, e temo non la sarà mai più, che avvenga tra noi un franco e pronto scambio di opinioni sulle questioni che ponevo. 
L'aspetto paradossale di tutto questo è che io non ho mai messo in dubbio l'appropriatezza delle opinioni del professore Bagnai sulle questioni inerenti l'euro, avevo solo messo in dubbio il fatto che queste questioni costituiscano il cuore del problema e la causa profonda della crisi economica in cui ci dibattiamo. Si tratta di questioni di importanza enorme perchè dovrebbero condizionare le scelte dei governi. Se usciamo dall'euro, abbiamo forse spazzato via le cause della crisi,  il giorno dopo l'economia avrà superato questa fase di crisi? Credo che per una persona ragionevole queste non siano questioni di importanza esclusivamente teorica. 
La mia impressione, e spero che egli non si inalberi per questo, che il mio interlocutore si sia così tanto innamorato di questa questione dell'uscita dall'euro da aver messo ai margini questioni ben più fondamentali quali quella che per me rimane la centrale, e cioè lo stato di fatto fallimentare dell'intero sistema bancario globale.

martedì 12 giugno 2012

TEMPO DI BILANCI DECISIVI IN ATTESA DEL 17 GIUGNO


Si avvicina la fatidica data, o presunta tale, del 17 giugno, giorno in cui contemporaneamente, si saprà con che maggioranza parlamentare Hollande potrà governare in Francia e quale sarà la nuova maggioranza parlamentare in Grecia.
Ed ecco che sui mercati finanziari si accendono i fuochi di artificio, la crisi delle banche spagnole si intreccia con questa situazione di attesa dei risultati elettorali, ed.…entra in crisi l’Italia. Ho messo i puntini di sospensione per sottolineare l’apparente anomalia, per cui la crisi di un certo paese ha effetti più marcati su un altro paese, piuttosto che su quello direttamente coinvolto. Il meccanismo ha una sua perversa logica, la Spagna è già nei guai e si sa che non è certo una nazione ricca, il PIL del passato decennio è in effetti gonfiato da una crescita tutta centrata sull’edilizia che si è oggi trasformata in una esplosiva bolla immobiliare con migliaia di appartamenti appena costruiti invenduti, anche in luoghi di un certo pregio abitativo come nei pressi della stessa capitale Madrid. Ai spagnoli, c’è ben poco da predare, finiranno quasi sicuramente come i greci, sotto ricatto ma mai distrutti, almeno finchè si vuole che un’eurozona continui ad esistere...

venerdì 8 giugno 2012

GOOFYNOMICS DEL PROFESSOR BAGNAI MI CENSURA ED IO SCRIVO QUI


Alla fine, è successo, la censura potenziale e velata che denunciavo in un precedente post si è concretizzata, e il prof. Bagnai, noto economista che pare tra l’altro avere un ruolo di consulenza con la SEL di Vendola, ha semplicemente cancellato un mio intervento sul suo blog “Goofynomics” (l’articolo a cui si riferiva è intitolato “I debiti delle banche”). Io ve lo riporto qui integralmente e credo che tutti voi potrete convenire che non ci sono motivazioni di netiquette, non mi pare di essermi mostrato minimamente scortese.
Evidentemente, la motivazione sta in un punto di vista differente tra Bagnai e me, e devo necessariamente dedurne che egli abbia difficoltà ad argomentare contro le mie tesi, le tesi di un profano in economia. Eppure, Bagnai è anche un polemista, se leggete il suo blog, vedete con quale sarcasmo tratta i suoi colleghi economisti e docenti di economia, non si ritrae dal polemizzare. Con me invece, o tenta di bacchettarmi come aveva fatto precedentemente, o alla fine mi ignora perché i miei rilievi lo mettono in imbarazzo. Eppure, la mia intenzione era opposta, era stabilire un confronto, capire dove sbagliavo.
Io veramente non credo di essere in errore, e del resto non è che io sia l’unico a pensarla come scrivo, solo che a quanto pare le Cassandre anche oggi non sono popolari, meglio far finta che questa crisi possa risolversi senza che noi dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere. Questa difesa pregiudiziale delle nostre abitudini, in verità, è parte del problema perché bisognerebbe prima capire cosa ci sia di così prezioso nel presente da spingerci a difenderlo con tanta ostinazione, fino a nascondere la realtà che abbiamo di fronte.

Avevo promesso di non intervenire, ma ora non posso più astenermi, perchè lei tocca il cuore del problema che avevo osato porle in un post precedente.
Io vorrei solo capire se le cose che ho letto in questi ultimi anni, ed in particolare che la crisi delle banche USA del 2008 sia dovuta alla mancata separazione tra banche commerciali e banche d'affari. A me pare un'affermazione corretta, ma allora non si può più dire che la passività maggiore è costituita dai depositi dei clienti. Per carità, non è che voglia mettere in dubbio i suoi dati, certamente per una specifica banca, per quelle spagnole di cui si parla, sarà certo così, ma, data la strettissime correlazione interbancaria, forse parlare del singolo istituto non è molto significativo.
E torno ai miei dubbi e timori: è vero o no che in giro per i mercati finanziari del mondo transitano titoli per circa seicento mila miliardi di dollari, la cui gran parte è stata emessa da banche? Che un tale importo corrisponde a circa nove volte l'intero PIL mondiale annuo? E ciò non implica, direi quasi automaticamente che questi sono tecnicamente falliti?
E' così assurdo ritenere che la crisi, l'unica e sola crisi che è esplosa nel 2008 e da allora non è mai cessata, ma anzi mostra sintomi di approfondimento, sia quella, e che tutto ciò che osserviamo soprattutto nell’eurozona sia una conseguenza di una risposta pessima dei governanti europei ed in particolare della Merkel ad una crisi importata?
Se così fosse, sarebbe inadeguata una risposta di tipo keynesiano, immissione di ulteriore liquidità, perché apparentemente questa liquidità viene immediatamente sequestrata da un sistema bancario che si comporta come un tossicodipendente, o se preferite come un obeso che impedisse a tutti di mangiare per sbafarsi tutto lui, perché a lui non c’è cibo che possa bastare, riuscirà ad ingurgitare tutto, lasciandoci con i portafogli vuoti per l’immane spesa alimentare fatta e senza risolvere comunque alcun problema della nostra legittima fame.
Lei guarda alle banche col classico sistema dei debiti e dei crediti, ma siamo certi che nel caso specifico ciò sia corretto? Il punto è che lei la vede in maniera statica, ma se noi guardassimo all’economia in maniera statica, allora la stessa teoria keynesiana non tiene, la capacità cioè del denaro di creare sviluppo non si può capire se non in una visione dinamica.
Io credo insomma che le banche, nel momento in cui hanno emesso questa montagna di titoli, abbiano fatto qualcosa di assai simile a uno stato sovrano che crea moneta, e non v’è dubbio che la moneta funziona come una catena di Sant’Antonio, io accetto di scambiare un bene concreto come una mela con un vile foglio di carta, una banconota,e lo faccio perché conto sul fatto che un altro individuo farà quello che ho fatto io. Le banche questo a parer mio hanno fatto, una catena di Sant’Antonio di titoli che si scambiano prima di tutto con sé stesse, e con queste cartacce hanno creato bilanci lusinghieri, con utili stratosferici che hanno giustificato i loro personali stipendi stratosferici. Si è così creato un giro vorticoso di ricchezza fasulla in cui chiedersi chi sia creditore e debitore non è significativo, perché in fondo tutti noi siamo nello stesso tempo creditori e debitori, anche se generalmente verso soggetti differenti. Mentre venivano compilate le tabelle che lei cita, gli enormi scambi in corso avevano chissà quante volte trasformato i creditori in debitori e viceversa. Potremmo dire con un’immagine geometrica che noi attori economici siamo come linee chiuse, in cui non ha senso chiedersi dove stia l’inizio e dove la fine.
La malattia non sta in chi ha credito e chi ha debito, no, sta nello stesso vorticoso giro di ricchezza fasulla, sta insomma negli stessi mercati finanziari, in come sono fatti, in come si sono trasformati. Per superare la crisi, i governi dovrebbero trovare la forza di mettere ordine in queste questioni. Se, come io credo, non hanno la capacità di farlo, allora il capitalismo stesso entra in una crisi irreversibile.

L’intervento che avete letto è condizionato dai limiti di lunghezza che il blog impone ai commenti, ma mi pare che le argomentazioni siano sufficientemente chiare.
Forse, potrebbe non risultare ovvio perché la crisi europea sia importata, e poi naturalmente si è aggravata per le risposte sbagliate, al limite dell’assurdo in verità, della Germania della Merkel, ma anche da parte dell’intera eurozona che è capitolata di fronte alle posizioni espresse dai tedeschi.
Bene, i paesi europei hanno un debito pubblico storico che ormai va avanti da decenni. Badate, si dovrebbe perfino dire che tali paesi abbiano tenuto un comportamento virtuoso, sulla base del fatto stesso che il debito è cresciuto ben poco in questi anni (in termini di rapporto debito/PIL). Per l’Italia, per fare un esempio significativo, ciò corrisponde ad avere un avanzo primario, cioè che almeno in parte gli interessi sul debito venivano pagati con gli introiti dell’anno. Complessivamente, l’eurozona ha un debito certo non trascurabile, ma forse dovrebbe essere ricordato che anche USA e UK hanno un debito molto importante (sempre in riferimento al rispettivo PIL), con la differenza fondamentale che l’euro, almeno prima dei circa mille miliardi prestati alle banche europee dalla BCE, non aveva stampato granchè carta-moneta, mentre nei paesi anglosassoni un mare di cartaccia è stata stampata. Per gli USA in particolare, questo flusso di dollari in giro per il mondo esiste da decenni, diciamo che il mondo è pieno zeppo di dollari che fingiamo ancora di considerare portatori di valori. Ma intorno al 2000, la FED ha fatto un’immissione di liquidità massiccia che ha peggiorato ulteriormente la situazione, anzi vi è stato anche un problema tra FED e parlamento USA che voleva sapere l’importo che la FED aveva stampato, mentre la FED si rifiutava di dirlo: ciò naturalmente sottolinea la criticità del dollaro, a cui manca solo il famoso bambino che improvvisamente dica “Il re è nudo”.
Diciamo che entrambi gli stati anglosassoni sono seduti su una polveriera, il sistema bancario in stato di fallimento tecnico, ed allora si capisce che se la siano presi coi titoli di debito dei paesi europei. Li avevano in portafoglio si può dire da sempre, nessuno aveva mai dubitato che tali paesi potessero onorarli alla loro scadenza, ma a loro occorreva tanto denaro per sopravvivere, e alla fine sono convinto che l’obiettivo era quello di costringere l’eurozona a comportarsi come USA e UK, stampare euro a bizzeffe, l’ultima dose di droga per le banche tossicodipendenti. Di fatto, la BCE si è piegata, con il consenso della stessa Merkel s’intende, stampando appunto mille miliardi di euro (stampare per modo di dire naturalmente, si tratta in realtà di numeri su un computer), ma al sistema bancario globale questa immissione sarà apparsa come bruscolini, ci vuole ben altro per simili famelici soggetti.
Obama al suo insediamento ha seguito le orme di Bush cedendo al ricatto del sistema bancario, ma questo ricatto non prota da nessuna parte, anzi farà scoppiare una bolla così grossa che a quel punto si bloccherà l’intero sistema di commercio internazionale con esiti imprevedibili. Dei governanti seri, dei veri statisti, farebbero fallire le banche private predisponendo per tempo una rete di banche pubbliche, ma di tali statisti in giuro oggi non se ne vede neanche l’ombra. Sarà forse la fine stessa del capitalismo, ma anche qui, senza che ci siano soggetti politici con le idee sufficientemente chiare sulla direzione di marcia da intraprendere, su quale tipo di sistema alternativo si dovrebbe creare.
E’ questa carenza di reattività che a mio parere costituisce la fonte più importante di preoccupazione, il fatto che modesti politicanti, sotto ricatto da parte di banchieri ormai preda delle loro manie di grandezza e di meccanismi messi in moto da loro stessi, non trovino un’opposizione adeguata alle esigenze drammatiche della fase storica.

giovedì 7 giugno 2012

IL CUPIO DISSOLVI DEL PARLAMENTO

Da questo parlamento abbiamo dovuto vederne di nefandezze di ogni tipo, ma ancora mi meraviglio nell'osservare come costoro siano protervi nel riproporre sempre gli stessi atteggiamenti che non possiamo evitare di definire di casta. 
Ieri, a mio parere è stato stabilito il nuovo record, se non altro perchè di porcherie ne hanno compiuto ben due, due nello stesso giorno: vuol dire che prima di scadere, questo parlamento vuole riempire la nazione di sterco, il tempo è breve e così si va avanti con due distinte defecazioni al giorno...

mercoledì 6 giugno 2012

PILLOLE DI ATTUALITA' POLITICA


Oggi, proporrò un’analisi dell’attualità politica per punti, in stile quasi aforistico: 

domenica 3 giugno 2012

BUONA CONVIVENZA CON LA CRISI !


Vi devo fare una grave confessione: mi sento censurato.
No, non è che abbia ricevuto da qualcuno inviti più o meno pressanti o più o meno minacciosi di smettere di scrivere certe cose, niente di tutto questo.
Ciò di cui parlo, è in effetti una forma di censura ben più sofisticata, e consiste sostanzialmente nell’essere ignorato.
Non è che io pretenda che il mio blog sia letto e commentato in una misura che io ritenga sufficientemente alta, no, so che questo blog è poco frequentato e riceve ben pochi commenti, credo che riceva visite e commenti nella misura che merita, non è che me ne voglia dolere...