giovedì 13 settembre 2012

ACCUSE E FARSA NELLE DICHIARAZIONI DELL'ANM NEI CONFRONTI DI INGROIA E DI MATTEO

C'è chi studia da servo, e riesce bene nell'impresa. Magari raggiunga anche un posto di comando, ma alla fine prende sempre ordini da qualcuno che egli stesso considera più in alto di lui. 
Queste considerazioni mi sono venute in mente leggendo le critiche rivolte ad Ingroia e Di Matteo, da un politico, da un giornalista, da un blogger? Ma no, le critiche provengono dalla parte più insospettabile, niente meno che da dirigenti dell'ANM, che poi sarebbe per i meno informati l'Associazione Nazionale Magistrati, l'organizzazione pseudosindacale dei magistrati...
La cosa, se ci pensate, è sbalorditiva, l'ANM che, di fronte agli attacchi di Berlusconi, rispondeva colpo su colpo per difendere i propri rappresentati, sente la necessità di intervenire contro autorevoli membri della Procura di Palermo, impegnati in un'inchiesta che dire delicatissima è usare un eufemismo. 
La cosa è già in sè quantomeno inconsueta, ci dovrebbe essere da parte di un organismo associativo dei magistrati un'attenzione prevalente nel difendere il doveroso spazio di autonomia dei propri associati. La cosa diventa poi clamorosa quando si considerano i tipi di appunti fatti ai due magistrati. 
Il primo appunto riguarda la sollecitazione fatta da Ingroia ai giovani a cambiare la classe dirigente di questo paese. si tratta certamente di un intervento di tipo politico, ma così com'è formulato, non sembra minimamente schierato, non dice andate a nord o a sud, chiede un rinnovamento che appare con ogni verosimiglianza abbastanza generico. Tuttavia, su quanto ci sia di schierato politicamente nelle parole di Ingroia, c'è ancora un margine di discrezionalità. 
La cosa diventa francamente comica quando si passa al secondo appunto, in sostanza si tratta di una critica per omissione, in quanto Di Matteo e Ingroia, udite udite, non si sarebbero dissociati dalle parole di Travaglio che,. di fronte a loro, avrebbe attaccato il Capo dello Stato. 
Qui, siamo proprio alla farsa più  palese, lo stesso Caselli, presente allo stesso dibattito, si chiedeva con buon senso perchè lo stesso apputno non fosse stato fatto anche a lui. 
Per il solerte Sabelli (se ricordo bene il nome, ma Mr. Nessuno andrebbe bene lo stesso), la sua comica dedizione alla difesa di un discutissimo Presidente della Repubblica doveva essere esibita da tutti i presenti, egli stesso, se fosse stato presente, avrebbe scritto tutti i nomi dei presenti che non hanno mostrato una comica solerzia pari alla sua.
A questo punto, caro Dr. Sabelli, la accuso anch'io di un gravissimo peccato di omissione, non aver proceduto a collegare il cervello alla bocca quando ha fatto questa dichiarazione, la invito a non ripetere più tale reato omissivo, o, in alternativa, a sparire dalla scena mediatica risparmiandoci questi ruoli da avanspettacolo.

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