martedì 29 maggio 2012

SEGUIRE IL CALCIO E' ROBA DA PIRLA!


Oggi, lo scandalo delle scommesse e dei brogli conseguenti nel mondo del calcio, tiene banco praticamente su tutti i giornali.
Alcuni commentatori, sensatamente mi pare, sottolineano come ciò che si sta scoprendo nel mondo del calcio, si possa considerare come un aspetto specifico di un fenomeno corruttivo che va avanti nella nostra società, una corruzione di carattere generale che si estrinseca con le proprie specifiche modalità nei vari settori della società, o meglio in quei settori dove vi sono in ballo interessi economici ingenti...

In particolare, si tende a fare un parallelo tra mondo del calcio e mondo della politica, visto che in entrambi questi ambiti tende a prevalere un ethos di bassa lega, che si potrebbe facilmente sintetizzare nel perseguire arricchimenti rapidi ed a basso costo umano, senza badare tanto ai mezzi che si utilizzano, l’importante è il successo, il successo emenda ogni crimine commesso, mentre guai a chi si fa beccare, magari anche senza avere acquisito questo facile guadagno.
Ci tengo a sottolineare che non si tratta in nessun caso di assenza di senso etico collettivo, ma che invece essa c’è, soltanto che non si tratta di un buon ethos, e per condannare simili comportamenti bisogna necessariamente entrare nel merito dei suoi contenuti.
Io però vorrei far notare a questi giornalisti che tra calcio e politica rimane tuttavia una differenza fondamentale, che della politica, come attività di gestione degli affari di natura sociale, non possiamo fare a meno, ma invece del calcio mi pare che si possa benissimo fare a meno.
Di calcio, non è che io sia mai stato un grande appassionato, durante l’adolescenza seguivo la corrente, e visto che i miei amici e compagni di scuola (e i familiari maschi, allora non era roba da femmine) parlavano spesso di calcio, anch’io mi adeguavo. Crescendo, la passione è andata man mano affievolendosi, ma tutto sommato guardavo ancora le partite della nazionale, e magari anche i goal in serie A a “Novantesimo minuto”. Il colpo di grazia al mio interesse per questo sport ha subito poi una radicale e definitiva rottura quando si ebbe sentore di quello che è passato alla storia come scandalo Moggi, dal nome del principale imputato.
Le mie riflessioni allora furono radicali (come spesso mi capita, ve ne sarete anche accorti…).
Il calcio soffre di due aspetti strutturali che lo rendono facile preda di fenomeni corruttivi, l’uno il successo di pubblico che lo rende luogo di interessi economici colossali, l’altro di natura più strettamente tecnica, che in una partita i goals sono in numero molto limitato, così che basta permettere a qualcuno di fare un goal in più o in meno per alterare facilmente l’esito della partita. Se facciamo un rapido paragone col basket, lì sarebbe pressocchè impossibile alterare i risultati influenzando significativamente il conto dei canestri per tutta la partita: bisogna quantomeno che la partita stia vicino alla parità per poi dirigere il risultato finale alterando il numero dei canestri nella fase finale, cosa comunque pià complicata che nel calcio, dove anche un goal fittizio al primo minuto ha buone probabilità di trasformare un pareggio in una sconfitta, o viceversa.
Poiché queste riflessioni mi sembrano abbastanza semplici, da allora, ho considerato un po’ pirla coloro che continuano a seguire il calcio. So che in questo momento la maggior parte dei miei lettori si sentirà insultata, am lo faccio benevolmente, nel senso che so anche io di avere nella mia vita i miei comportamenti da pirla, non è che io pensi di fare eccezione. Soltanto, io di tutte le mie pirlate, ne ho eliminato almeno una, quella di seguire il calcio. Poiché, secondo un famoso detto latino, sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico, spero che già dalla prossima domenica la gente diserti gli stadi di calcio e si tenga lontano dagli schermi TV quando trasmettono simili eventi sportivi (lo spero, ma non lo credo, naturalmente).
Sarebbe una buona cosa che tutta questa attività attorno a 22 uomini in mutande che danno calci a un pallone (anche questa è una citazione) si ridimensionasse severamente, anche eliminando questo tifo che per come si organizza e si manifesta, tante volte somiglia pericolosamente al mondo della criminalità organizzata.
In fondo, è solo la calcio-dipendenza di tanti ad attirare queste mire criminali, a fare scivolare persone deboli, ma non pregiudizialmente corrotte in questi giri che assicurano così facili guadagni, sono slolo i tifosi a permettere tutto questo.
Così, vi invito a tagliare infine questo cordone ombelicale con il calcio, esso non vi merita, rivalutate le attività sessuali magari, un bel pomeriggio domenicale a far sesso, invece di incollarvi a Sky, non costa niente (di questi tempi, è un aspetto importante) e da' molte più soddisfazioni.

2 commenti:

  1. Per esperienza personale so che in genere il maschio italiano (soprattutto in gioventù, ovvio) prima fa sesso con la propria compagna e poi si guarda beatamente la partita in tv, con la speranza di rivivere l'orgasmo nel momento in cui la palla entra nella rete avversaria! :DDD
    Perdonami se mi limito a fare dell'ironia sulle ultime righe del tuo post, anche perchè, a voler parlare seriamente, anch'io ritengo che oggi più che mai in Italia ci sia un parallelismo tra mondo della politica e mondo del calcio.

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  2. Io ho smesso di seguirlo prima del 2006 leggendo i libri di Carlo Petrini.
    Devo però dire che per riuscire a prendere un goal senza che nessuno degli spettatori se ne accorga, occorre che i "protagonisti" siano davvero bravi tecnicamente...

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