Voglio portare alla vostra
attenzione una notizia trovata sul web su questo link di un attentato rimasto
fortunatamente incompiuto, che avrebbe coinvolto un’altra scuola, e che
utilizzava come effetto deflagrante ancora una bombola di GPL. Senza volere esagerare
sulle strane coincidenze, pur tuttavia dobbiamo riconoscere che in questa
Italia oggi si muovono ben strane cose, che ci sono trame occulte in cui
vogliono intrappolarci...
Lo stesso modo quasi criminale in
cui i giornali trattano questi argomenti fanno pensare al peggio: prima la
mafia, poi uno squilibrato, ma non si vergognano a fare confusione in maniera
così scoperta? Che poi non capisco che indicazioni dia il fatto che l’esecutore
sia una sola persona, cosa vieta che dietro ci sia un’organizzazione magari
perfino mastodontica, perché un filmato che a causa della su bassa risoluzione
non permette di identificare la persona ripresa possa essere considerato
risolutivo di alcunché?
Vorrei essere falso profeta, ma
temo che questo sia solo l’inizio, che ci siano interessi formidabili a
sconvolgere la vita di questo paese, e mi pare davvero difficile credere che un
sistema democratico fragilissimo come il nostro possa passare indenne in simili
frangenti. L’incognita è quale possa essere lo sbocco, perché il potere
finanziario che sembra oggi quello più interessato ad intervenire con tutti i
mezzi, appare debole e disperato, e sembra come un guerriero accecato che mena
fendenti a casaccio tentando di difendersi da un nemico che non vede. E’ un
potere in grado di colpire fortemente, ma non in grado di gestire le
conseguenze dei propri stessi atti. Sono sempre più convinto che stiamo
imboccando la via più nera della nostra storia, e probabilmente non sarà una
cosa limitata all’Italia. In questa situazione, non posso che rammaricarmi
della mancanza totale di organizzazione intesa in senso lato, anche cioè come
saldezza di convinzioni e degli obiettivi da perseguire.
L’unica cosa che vedo in giro
sono iniziative quale quella che si è definita con l’acronimo ALBA, basate
sulle metodologie organizzative e non sugli obiettivi, e le stesse metodologie
non mi sembrano per niente condivisibili. Credere in un movimento spontaneo,
orizzontale, che rifiuti pregiudizialmente ogni leadership, sembra centrato
rispetto alle esigenze dei propri aderenti e non verso problemi politici a cui
dare risposta, e paradossalmente, probabilmente inconsapevolmente, votate ad
essere ultra-leaderistiche, perché se una leadership c’è nei fatti, nasconderla
serve a renderla più evidente ed efficace non certo a depotenziarla, solo se
ufficialmente riconosciuta può davvero essere contestata ed eventualmente
contrastata.
Proprio quindi in una fase
politica tempestosa, in cui servirebbe un gruppo ben coeso all’interno e ben
determinato nei suoi obiettivi finali ed intermedi, intellettuali anche di
prestigio non trovano di meglio che attirare i giovani in una iniziativa che
sembra corrispondere a una specie di circolo ricreativo politico. Come si fa,
mi chiedo allora, ad essere ottimista oggi?
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