venerdì 18 maggio 2012

FRANCOFORTE COME EMBLEMA DELLA GRANDE PAURA EUROPEA

Ho seguito ieri la trasmissione "Servizio Pubblico", ed ho così appreso l'ultima frontiera delle misure anti-contestazioni, quella di blindare le città. 
E' ciò che è avvenuto a Francoforte, la città è stata messa in stato di assedio dalle stesse autorità, una città off-limits per i contestatori, ma la cosa che sbalordisce, off-limits parimenti per i banchieri, banche ieri chiuse, banchieri e bancari a casa, e la cosa proseguirà anche oggi, mentre sabato la manifestazione programmata avverrà regolarmente...

Insomma, la Germania non bada a spese, pur di evitare incidenti a carico delle sacre banche, il funzionamento di una intera città, la capitale finanziaria tedesca ed anche europea viene bloccata. L'aspetto paradossale è che il danno massimo che avrebbero potuto causare questi contestatori sarebbe potuto consistere appunto nel blocco delle attività a Francoforte, ciò che le autorità hanno fatto da sè. Forse credono di poter dire che i contestatori così sono stati resi inoffensivi, ma è uno strano modo di ottenere ciò, concedendo a questi il raggiungimento del loro massimo risultato possibile. 
La verità è che la parola protagonista oggi in Europa è paura, una paura diffusa che rischia di trasformarsi in terrore, la paura dei poveri di non avere i mezzi per la sopravvivenza propria e dei propri cari che si riflette nel terrore dei pochi privilegiati che temono che qualcuno possa coinvolgerli anche a livello della propria incolumità fisica. 
Ieri la grande paura ha anche avuto un altro effetto che diventa sempre più generalizzato, la tendenza di sempre più europei a ritirare i propri depositi in banca: dalla Grecia, ieri il contagio è passato in Spagna, non siamo ancora agli assalti a cui si è assistito in Argentina, ma le file alle banche diventano sempre più lunghe, e davvero non si sa dove si andrà a finire se questo contagio non si arresta presto, visto che è ovvio che le banche non hanno i soldi necessari a restituire l'intero importo dei depositi dei loro clienti, e potrebbero trovarsi nella situazione, a quel punto drammatico, di fallire. Sarebbe un paradosso che le banche non falliscano per le loro reali colpe, ma solo per il panico più o meno giustificato dei propri clienti. 
In effetti, ieri a "Servizio Pubblico" si è andati più addentro nei fattori di crisi rispetto agli standard dei talk-show televisivi. Ciononostante, nessuno dei partecipanti si è spinto fino al punto, secondo me ineludibile, del pretendere che gli stati sanciscano formalmente il fallimento del sistema bancario globale, avendo nel frattempo predisposto una rete alternativa che garantisca il proseguimento vitale del commercio mondiale. Rinviare questo momento, può avere solo l'effetto di peggiorare la situazione, e la vera tragedia sarebbe quella di farsi trovare impreparati, non avendo predisposto il circuito bancario alternativo. 

2 commenti:

  1. Giovedì era l'Ascensione, festa in Germania (e Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Austria, Svizzera, e non so chi altri). Banche ed uffici erano chiusi comunque.

    RispondiElimina
  2. Grazie dell'informazione, ma se anche venerdì c'è stata chiusura, mi pare un ponte forse anomalo per quei paesi. Peccato che questi giornalisti di ogni tendenza siano scarsamente informati.

    RispondiElimina