Vi devo fare una grave confessione: mi sento censurato.
No, non è che abbia ricevuto da qualcuno inviti più o meno
pressanti o più o meno minacciosi di smettere di scrivere certe cose, niente di
tutto questo.
Ciò di cui parlo, è in effetti una forma di censura ben più
sofisticata, e consiste sostanzialmente nell’essere ignorato.
Non è che io pretenda che il mio blog sia letto e commentato
in una misura che io ritenga sufficientemente alta, no, so che questo blog è
poco frequentato e riceve ben pochi commenti, credo che riceva visite e
commenti nella misura che merita, non è che me ne voglia dolere...
Il fatto è che si tratta di una specie di censura specifica
che tra l’altro non si nota granchè sul blog, visto l’usuale basso numero di
interventi, ma si conferma invece chiaramente quando le stesse cose le dico su
altri siti, alcuni molto frequentati e che ospitano vivaci dibattiti sui più
svariati argomenti.
Badate, non è che io pretenda di ricevere consensi, ma certo
mi sembrerebbe quasi ovvio che mi si smentisse, che si tentasse di argomentare
contro le mie tesi: niente, o il silenzio o, ancora più gravemente, l’invito a
tacere.
Mi riferisco a ciò che vado sostenendo da un po’ di tempo a
questa parte, nulla di così originale, tutta roba sentita in giro su TV, letta
sulla stampa e sul web, ma con la solita moda di dire una cosa in un momento e
poi rimuoverla, ed argomentando a prescindere da essa, come se quella tesi non
esistesse neanche, come se anche per argomenti d’economia si andasse per mode.
Il punto che tento sempre di richiamare nei miei interventi
a proposito dell’attualità economica, è che le questioni interne ai paesi
dell’area euro, certamente molto importanti, rischiano di essere poste in modo
sbagliato se collocate al di fuori del contesto in cui sono sorte.
Non credo di dire qualcosa di contestabile ricordando che la
crisi è scoppiata nel 2008 a seguito dello stato di fallimento del sistema
bancario globale, che ha la sua testa nei paesi anglosassoni (USA e UK), a
seguito della cosiddetta bolla speculativa innescata dai titoli tossici.
Ricordo per chi l’avesse dimenticato che alcune banche fallirono davvero, il
caso più clamoroso fu quello della Lehman, e tanti altri colossi bancari
riuscirono ad evitarlo solo perché la Federal Reserve le salvò fornendo loro la
liquidità necessaria.
Non credo che possa neanche essere contestato che con tale
procedura si eliminò il sintomo del problema, come un antipiretico dato a un
paziente con la febbre alta, ma non s’intaccò minimamente il problema in sé, la
causa vera della crisi, e cioè la presenza sul mercato globale di una quantità
stratosferica di titoli tossici, cioè basati su crediti inesigibili, e tossici
già per il loro vertiginoso ammontare. Questa causa non si poté rimuovere non
per cattiva volontà, ma perché non esiste al mondo una quantità di denaro tale
da coprirne il valore facciale. L’unico modo sensato di eliminarli, sarebbe
quello di bruciarli, ma a ciò seguirebbe immediatamente il fallimento
dell’intero sistema bancario, anche delle banche meno esposte, per i forti
legami che esse hanno tra loro (sistema interbancario di copertura reciproca).
Per questo stesso motivo, cioè la sopravvivenza delle banche, l’ammontare dei
titoli in circolazione continua a crescere (vecchi titoli rinnovati più gli
interessi necessari a mantenere in vita le banche e le loro non modeste spese
di funzionamento), tanto che chiunque sia dotato di proprietà intellettive
dovrebbe riconoscere che il fallimento appare inevitabile e che piuttosto che
tentare di esorcizzarlo, bisognerebbe prepararsi a questa evenienza.
Queste stesse considerazioni9 le ho ripetutamente richiamate
su questo blog, ma apparentemente senza suscitare grande reazioni. Come dicevo,
ho anche tentato di porle in altri ambiti a persone che hanno competenze di
economia maggiori delle mie, e che magari hanno anche maggiore accesso ai
grnadi mezzi di comunicazione.
Qui di seguito, riporto un elenco di link che si riferiscono
a questi miei interventi:
- su questo blog, il post più specifico è
http://ideologiaverde.blogspot.it/2012/01/bsdip-banking-system-default.html
http://ideologiaverde.blogspot.it/2012/01/bsdip-banking-system-default.html
- sono poi stato sul blog del prof. Giannuli che,
pur non essendo un economista, evidentemente ne ha competenza, visto che
recentemente ha dato alle stampe un libro dal titolo “Uscire dalla crisi è possibile”. Sono intervenuto su questo argomento per
due volte:
ma la reazione, non soltanto dell’ospitante, ma anche dei commentatori, è
stato il silenzio.
- sono poi
approdato sul blog di un economista doc, il prof. Bagnai, e dovete
necessariamente leggere come sono stato trattato a questo link:
- sono poi intervenuto più volte sul blog del noto
giornalista Gad Lerner, l’ultima volta appena ieri:
http://www.gadlerner.it/2012/06/01/per-i-super-ricchi-la-crisi-non-esiste.html
E’ curioso qui osservare come i commentatori (Lerner interviene di persona molto raramente) seguano un loro pensiero che magari ha ben poco da spartire col post proposto, ed inoltre vanno a tempo, scrivono molto fino a un certo punto, poi i commenti si esauriscono, si può dire definitivamente. In realtà, un blog così funziona come una chat, si chiacchiera, ci si insulta, ed è questa la finalità piuttosto che l’affrontare una determinata problematica.
E’ curioso qui osservare come i commentatori (Lerner interviene di persona molto raramente) seguano un loro pensiero che magari ha ben poco da spartire col post proposto, ed inoltre vanno a tempo, scrivono molto fino a un certo punto, poi i commenti si esauriscono, si può dire definitivamente. In realtà, un blog così funziona come una chat, si chiacchiera, ci si insulta, ed è questa la finalità piuttosto che l’affrontare una determinata problematica.
L’attualità ci propone lo show di Obama che, in corsa per il
rinnovo del mandato presidenziale, non fa che rimandare la palla nel campo
europeo, con una sua (perversa) logica, che almeno per le sue elezioni l’europa
in effetti potrebbe fare qualcosa di utile, nessuna soluzione dei problemi che
proprio gli USA hanno creato, ma un rinvio che per i suoi personali interessi
sarebbe provvidenziale, e dall'altra parte una sinistra europea del tutto istupidita che tifa
per gli eurobonds e per Hollande che se ne fa promotore, e per robetta come
questa che non risolverebbe neanche mezzo problema, incapace di vedere come
oggi il capitalismo non ha soluzioni praticabili, proprio quando la sinistra
non ha ambizioni rivoluzionarie.
Trovo sconvolgente che si sia diffusa l’opinione che i
nostri guai derivino dalla Germania, la Merkel in effetti propone risposte che
sono le peggiori possibili, ma ciò che la Francia di Hollande propone non
risolve minimamente il problema, nessuno mostra ricette all’altezza dei fatti,
e in sostanza gli USA e l’UK sono riusciti a farci beccare tra noi a livelli
che comincio a considerare preoccupanti per lo stesso mantenimento della pace
nel nostro continente.
Dicevo tempo fa che era meglio un divorzio consensuale di
una convivenza litigiosa. E’ inutile insistere con un’Europa visibilmente
decotta. Si può provare con un’Europa davvero federale, ma ciò può avvenire
solo se si è disposti a fare scelte coraggiose e drastiche, cosa oggi del tutto
inimmaginabile.
Rimango dell’opinione che in un mondo dominato da questa
mentalità di rapina, non ha senso essere a priori a favore di una maggiore
internazionalizzazione, finchè esistono le nazioni, e penso che ciò sarà per un
tempo lungo, è doveroso difenderne la sovranità.
Ogni soluzione vera passa per un rifiuto della logica di
mercato come fine ultimo, in quanto sottomette ad esso l’economia invece che
sottometterla alla creazione di lavoro e quindi all’uomo.
Da qui, si potrebbe e si dovrebbe partire, ma si parla
d’altro, e la prospettiva di un possibile processo di impoverimento collettivo
provoca crisi isteriche piuttosto che essere considerato come un fatto
ineluttabile e da gestire nella maniera migliore.
Finchè continueremo a pensarla così, ogni uscita dalla crisi
sarà impossibile, e non mi rimane che augurare:
BUONA CONVIVENZA CON LA CRISI !
Sono a dir poco disgustata da come sei stato trattato dal prof. Bagnai. Ho sempre ritenuto che la cultura dovesse rendere le persone più civili, in questo caso ho visto invece solo ed esclusivamente l'esibizione della protervia di un individuo che di sicuro si è sentito "minacciato" da chi aveva la capacità culturale ed oratoria di contrastare le sue teorie.
RispondiEliminaRiguardo ai pochi commenti relativi ai tuoi post penso che molti di noi che ti leggiamo non si sentano all'altezza della tua preparazione ed eloquenza e preferiscano limitarsi ad apprezzare ciò che scrivi, ritenendosi incapaci di argomentare con altrettanta sagacia e proprietà di linguaggio. Se io trovo il coraggio di farlo è perchè la tua enorme signorilità, supportata da una profonda e reale cultura, mi permette di esprimere, anche se in modo elementare, le mie opinioni.
Scusami Ornella, naturalmente ti ringrazio per le manifestazioni di stima che manifesti nei miei confronti, ma credo che tu sia troppo generosa con me e troppo poco verso te stessa, e questo non va bene (pensa al tuo blog tanto frequentato, tanto per fare un esempio).
RispondiEliminaIo non sono affatto troppo poco generosa verso me stessa, anzi sono una che ha grande autostima per quello che sono stata come insegnante, come figlia e continuo ad essere come moglie, madre ed amica. E ritengo che la grandezza di una persona consista anche nel riconoscere i propri limiti e la superiorità altrui in alcune situazioni. E tu sei di gran lunga più colto e preparato di me ed io non provo alcun disagio ad ammetterlo.
RispondiEliminaPer cortesia, mi puoi spiegare cosa intendi dire quando affermi che il mio blog è tanto frequentato visto che io non gestisco un blog? Perchè l'aver creato un account è stato da parte mia il solo modo per poter commentare i post altrui. Forse intendevi dire che molti hanno cliccato sul mio nome per andare a vedere il mio profilo?
Scusami, ho fatto confusione io, tutto qui (confusioni da web...)
RispondiEliminaBuonasera, ho più volte provato a leggere e capire quanto scrive ma, sinceramente, faccio tanta fatica! Se si sente ignorato, però, accolgo la provocazione ... vorrà dire che metterò più impegno nel tentativo di comprendere!
RispondiEliminaun saluto, P
@Princi
RispondiEliminaSe non si capisce, certo la colpa è mia, non mi esprimo abbastanza chiaramente. Potrei tentare di spiegare se ci fosse qualche punto specifico che risulta più oscuro.