giovedì 10 maggio 2012

UN PROBLEMA NON PUO' ESSERE RISOLTO DA CHI COSTITUISCE IL PROBLEMA

Anche le persone intelligenti, in certe occasioni, quando l'investimento emotivo è forte, quando il costo psicologico diventa pesante, si comportano come degli ebeti, la consueta capacità di comprensione ed analisi dei fatti viene offuscata dal fatto di non volere accettarne i costi inevitabili. 
E' ciò che sta accadendo ai nostri politici che interpretano le difficioltà delle loro aree politiche come un problema di ingegneria politica: era ciò che intendevo con il breve scritto che, ben prima che le elezioni avessero luogo, avevo postato su questo blog, la volontà di esorcizzare la crisi politica che li colpiva in pieno pensando di cambiare un nome e robetta di questo tipo...

Più recentemente, avevo postato ancora più esplicitamente, mostrando la natura reale della crisi italiana, tutta legata ormai alla presenza sulla scena di alcuni personaggi da troppo tempo. 
Ecco, qui voglio proprio tirare le conclusioni su questi aspetti. 
I partiti politici si dibattono in una specie di agonia pensando che si tratti soltanto di dovere compiere una sorta di restyling. 
Consideriamo il caso del PDL. Torna Berlusconi e convoca tutto il vertice del partito, pensando così di trovare il filo della matassa che possa portaròli fuori daslla crisi.
Ebbene, il paradosso syta proprio nel fatto che quei personaggi politici si ritrovino proprio in quanto uomini di Berlusconi, lo stesso svolgersi di quel vertice sancisce lo stato di crisi irresolvibile. DEetto in parole ancora più esplicite, è lo stesso Berlusconi la causa della crisi. 
In Italia, non  riusciamo a convincersi che ogni persona ha un suo ciclo di attività che come tale deve avere a un certo punto un termine. Berlusconi faccia il capoazienda, faccia il satiro in mezzo a un nugolo di ninfette, ma smetta di fare politica, smetta di riunire attorno a sè i membri più autorevoli del PDL, perchè finchè saranno riconosciuti come suoi uomini, non saranno votati. Potranno cambiare nome, potranno organizzarsi in modo decentrato, formare una costellazione di micropartiti, saranno per tutti i berlusconiani, come tali indigesti. Se Berlusconi tiene a queste persone che lo hanno circondato, può fare soltanto una cosa, tenersi ben distante da loro. 
Una situazione analoga sembra riguardare Casini, che si dibatte in varie ipotesi anche questi di natura ingegneristica, spostare di qui, aggregare da lì e disaggregare da quest'altra parte.
Il problema di Casini in realtà sta nel volere diventare il leader dell'area di centrodestra, aggregando le formazioni dell'ex terzo polo. L'ha anche candidamente confessato, il tewrzo polo con cui hanno rfiempito gli spazi informativi e le nostre personali orewcchie, era tutto uno stratagemma per fare fuori Berlusconi, e così il Casini poteva mettersi al suo posto. 
Alla fine, siamo tutti dei bambinoni che vogliamo il giocattolo che preferiamo e Casini non fa eccezione. 
Ora, non so se alla fine Pierferdinando ce la farà, ma in ogni caso nessuno potrà avere successo se appare come il secondo Berlusconi, il suo successore. 
Possibile, mi chiedo, che nessuno di questi politici pensi alle cose da realizzare, che tutto debba risolversi in una questione di schieramenti da disfare e rifare in funzione delle proprie convenienze, possibile che la politica venga degradata a questa pratica che chiamavo ingengeristica, a un sottrarre e un sommare pacchetti di voti presi come se appartenessero a certe formazioni o forse addirittura dirigenti politici? 
Anche il PD sembra incapace di sfuggire a un tale percorso, la nota strategia dalemiana dell'aggregare sinistre e UDC è a auqnato pare strategia dell'intero PD, alal fine l'anima dalemiana viene fuori prepotentemente. 
Io dico soltanto che, se ha avuto senso che Casini avesse un proprio partito e Vendola un altro tanto per citare soltanto due dei personaggi politici che sarebbero coinvolti in questa macroarea politica, allora non può avere senso costruire una maggioranza che li includa entrambi, sembra una cosa ovvia. 
La vera soluzione è quindi soltanto quella che alcuno personaggi politici, tanto per non far enomi, Berlusconi, Casini, D'Alema in primis, vadano a casa, forse allora qualche speranza per l'Italia rinascerà.

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