E dunque, in Europa è l’ora per
molti politici di andare a casa. I due leaders, rispettivamente, di “Nuova
democrazia” e del Pasok in Grecia, sono già tornati a casa, Zapatero in Spagna
è andato a casa, anche Berlusconi è andato a casa, anche se a causa dei suoi
colossali interessi economici è come se uscisse indietreggiando, cioè senza
voltarsi, stando cioè attento a che, nel suo uscire di scena, non vi sia
qualcuno che lo possa infilzare, continua quindi a guardarsi le spalle.
Ieri è stata la volta di Sarkozy,
finalmente potremmo dire, e i risultati elettorali tedeschi di ieri, sancendo
una volta ancora la fine politica dei liberali, ormai incapaci di raggiungere
La soglia minima di voti necessaria per essere rappresentati. Senza liberali,
c’è ragione per credere che l’anno prossimo anche la Merkel sia costretta ad
andare a casa, o perché la CDU sceglierà un altro leader, o perché la CDU
perderà il governo a favore di una maggioranza differente.
Forse, bisognerebbe avvisare
l’ABC del trio Lescano che essi non potranno sopravvivere a Monti.
Consideriamo le due possibili
opzioni. Supponiamo che Monti concluda il suo mandato con successo: bene, ciò
dimostrerebbe che per governare questo paese non c’è bisogno di loro, anzi che
è bene per il paese che essi stiano ben lontani dal potere.
Se invece Monti fallisce, allora
tanto più la loro scelta di dargli i voti necessari in parlamento è stata
sciagurata, ed allora che vadano a casa, hanno fallito.
Vedete cosa è successo in Grecia,
il Pasok ha ridotto a poco più di un terzo i consensi rispetto alle precedenti
elezioni, ed anche il suo tradizionale oppositore, Nuova Democrazia, non è che
stia molto meglio, siamo a circa il 60% dei precedenti consensi, che erano
stati già una sconfitta per questo partito...
Cosa succederà all’Italia non si
può prevedere in maniera affidabile, ma se Bersani e Casini tengono almeno un
po’ ai loro partiti, dovrebbero ritirarsi sperando che facce nuove possano
quantomeno salvare i partiti. Per Alfano, le cose sono leggermente differenti,
lì Alfano è in una certa misura una faccia nuova, ed i problemi più grossi
riguardano piuttosto il PDL, un partito che, non avendo mai avuto un’esistenza
autonoma dal suo fondatore e padrone, senza di lui va ad una sua
balcanizzazione. I paradossi della politica italiana portano a fare convergere
una parte significativa del PDL verso Casini, che rappresenta il vecchio del
vecchio, forse il più vecchio dei politici italiani (Casini era un forlaniano
già con una sua visibilità nei lontani anni ottanta, come del resto lo stesso
Bersani che in quegli stessi anni era Presidente della regione Emilia Romagna).
A me pare che questi diano prova
di un grande attivismo, e verosimilmente pensano alla loro carriera politica
come ad un futuro eterno: per questo, qualcuno li avvisi, visto che da sé non
se ne sono accorti, la loro ora è finita nello stesso momento in cui hanno
concesso a Napolitano di sostenere il suo governo a guida Monti.
Da come sono andate le Amministrative non mi sembra che una parte significativa del PDL sia andata a rinforzare Casini...e non mi sembra che la "faccia nuova" di Alfano abbia avuto successo visto che nella sua Palermo il PDL non va neanche al ballottaggio! Per il momento le uniche facce nuove capaci di affermarsi sembrano essere i "grillini" e per il futuro, forse, qualche speranza possono averla quelle sostenute da SEL.
RispondiEliminaPermettimi di ringraziare Berlusconi per avermi fatto ridere di gusto quando ha affermato che non è poi andata così male per il suo partito! Ahahah