martedì 15 settembre 2009

LA FANTOMATICA USCITA DALLA CRISI ECONOMICA

E adesso è stato il turno di Obama: a quanto pare, la diffusione di ottimismo a piene mani sulla situazione economica mondiale da parte dei governi non mostra confini né geografici né politici. Che successone l’intervento dei governi per contrastare la crisi finanziaria! Almeno così vorrebbero farci credere, ma le cose stanno davvero così? Siamo davvero già usciti dalla peggiore crisi degli ultimi sessant’anni? Io personalmente non lo credo. Chi si è tirato fuori dai guai sono sicuramente le banche, ma, guarda un po’, con i soldi di noi contribuenti. Oggi, Tremonti ha facile gioco a inveire contro il sistema bancario, ma io già postai, in tempi non sospetti, che i cosiddetti “Tremonti bonds”, fatti propri da tutta la UE, erano una grossissima sciocchezza, e che nessuna banca li avrebbe mai acquistati, il che si è puntualmente verificato. Insomma, i governi un po’ tutto il mondo hanno riversato tanta di quella liquidità in giro da drogare il sistema economico. Ma, mi chiedo, assieme del resto a tanti economisti, in cosa questa droga è differente dai titoli spazzatura che stanno all’origine della crisi stessa? Abbiamo, potremmo dire, sostituito l’eroina col metadone, ma le terapie a base di metadone si sono rivelate poco efficaci a fare uscire i tossicodipendenti dai loro problemi.

Un altro esempio è quella degli aiuti all’acquisto di autovetture, che ha con tutta evidenzxa funzionato. Anche qui, sarebbe però il caso di chiedersi cosa avverrà quando gli aiuti cesseranno. A quel punto, ne sono abbastanza certo, bisognerà prorogare tali aiuti per non creare una nuova crisi nella domanda nel settore.

Nel frattempo, la disoccupazione cresce, perché la crisi porta a un aumento dell’efficienza. Se però questa efficienza non si accompagna a una maggiore domanda, ciò significa che la produzione non può aumentare, e si produrrà la stessa quantità di beni con meno forza lavoro. Questo pone il problema di quanto sia inumano il capitalismo in sé, in quanto non centrato sull’uomo, ma sul profitto. Questa contraddizione insita nel capitalismo non può essere messa da parte come se fosse un’invenzione dei marxisti, e din verità non occorre neanche essere marxisti per rendersene conto.

Lasciamo quindi che le borse celebrino a loro modo l’uscita dalla crisi, che i governi di qualsiasi colore impongano all’opinione pubblica una visione rosea e irrealistica della situazione economica: le famiglie in mezzo mondo si troveranno a fronteggiare la perdita del posto di lavoro, l’impossibilità di condurre quella vita dignitosa che spetterebbe loro. Rimane da capire quanto a lungo queste due opposte condizioni potranno a lungo convivere.

17 commenti:

  1. più che difronte ad economisti (o simpatici ministri onniscienti come il nostro 3 mounts) sembra di ascoltare tanti piccoli piazzisti di pentole TV ormai! Comprate! spendete! sembra che Tonino Guerra abbia fatto più danni col suo ottimismo in tv di quanto pensassi!

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  2. siamo alle solite: danno notizie sulla crisi che sembra dia i primi segnali di ripresa e subito dopo quelle sulla morte per suicidio di persone che hanno perso il posto di lavoro. pane e contraddizioni, sempre ed ovunque. con la differenza che in italia si mettono subito a tacere i fattacci, sempre che se ne parli.
    niente di nuovo sotto il sole, dunque, e perdona la banalità.
    baci

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  3. Concordo in pieno con Maria Rosaria.
    Ciao Vincenzo,
    Lara

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  4. Accidenti hai detto tutto. Anche di Marx che volevo dirlo io. Ho l'impressione che la globalizzazione in realtà serva solo a rimandare l'implosione del sistema. Sarebbe importante, dato che non cambierà la situazione, non esserci più quando arriverà la caduta definitiva. Ma non so se saremo così fortunati. Qualcosa ci toccherà vedere e vivere a meno che non si muoia domani.

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  5. Mi sembra di leggere per la prima volta, in uno dei tuoi post della INUMANITA'DEL CAPITALISMO e io ne sono molto felice.
    Ho sbagliato? Ne hai già scritto? Se sì, mi scuso.
    Purtroppo molta gente non sa quanto male nasce proprio dal capitalismo.

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  6. @Fabio
    E tu capisci come me quanto tutto ciò possa suonare offensivo alle orecchie di chi non spende per strategia finanziaria, ma soltanto per il motivo banale che i soldi non li ha.

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  7. @Maria Rosaria
    Macabro accostamento, a cui ci sottopongono, nostro malgrado...baci

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  8. @Silvano
    Oggi ti trovo particolarmente su di giri, e forse non sono il solo: prima bellezze muliebri in prima evidenza, poi riferimenti letterari, ora pensi subito all'esito finale e tragico...
    Ma quanti post hai poi aggiunto oggi?
    No, qualcosa ti è di certo successo di certo... :-D

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  9. @Aldo
    E sai, caro Aldo, quante cose di ciò che penso non ho avuto ancora l'opportunità di trasferire su questo blog. Dalla lettura dle libro, in effetti si capisce molto di più, un blog è per propria costituzione fondamentalmente anarchico, improvvisato.
    Il punto però che forse mi differenzia da tanti critici del capitalismo è che io sono convinto che non abbiamo ancora una seria soluzione di ricambio al capitalismo. Ciò non dovrebbe però esimerci dal considerare le cose come stanno. La crisi occupazionale è la cosa che personalmente mi colpisce di più, ne capisco la tragicità per chi ne è colpito. Bisognerebbe avere un sistema economico che mettesse invece proprio la piena occupazione come proprio obiettivo fondamentale.

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  10. Due situazioni che convivono perché fino ad ora gestite su binari paralleli e limitandosi (i media) a dare un colpo al cerchio ed un alla botte dichiarando che stiamo uscendo dalla crisi ma che ancora fuori non ci siamo.

    Ecco come, per adesso, stanno coniugando tra loro queste due situazioni. Il problema vero é la memoria corta di molti italiani, la quale fa sì che a questo giochetto i nostri connazionali ci credano tutte le sante volte che viene riproposto senza neanche un piccolo cambiamento. Perché se così non fosse molti italiani si ricorderebbero che frasi di ottimismo, anche sfrontato a volte, erano state già ascoltate e vissute anche un anno fa senza andare più indietro nel tempo (cosa che non sarebbe difficile da fare dato che il giochino é stato ripetuto spesso in questo ultimo lustro).

    La suspense é nel vedere se (ed in tal caso anche quando) questo bel gioco avrà termine nonché, a fronte di tale eventualità, osservare cosa succederà dopo.

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  11. Le soluzioni di ricambio al capitalismo a dire il vero ci sarebbero anche, ma il problema non è cambiare il sistema economico, è come superarlo, è come mettere l'uomo al primo posto nella scala delle priorità e non il denaro.
    Prima di cambiare sistema bisogna cambiare l'uomo, se cambi l'uomo cambi anche il sistema.

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  12. @Daniele
    Sono d'accordo, a parte però il fatto che questo giochino sta avvenendo, dove più, dove meno, in tutti paesi più sviluppati. Qui, insomma, non è questione della solita carovana di televendite a cui tanto somiglia il nostro governo, ma piuttosto del fatto che il capitalismo stenta a trovare una via d'uscita: è, a suo modo, una crisi di sistema, nahce se non penso lontanamente che oggi ci sia all'odg il suo superamento.

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  13. @Rouge
    Oh, bene! Almeno, noi due siamo d'accordo. Sei pronto a leggerti il mio libro: io, tra il serio e il faceto, te lo consiglio.
    Entriamo con questa tematica del cambiamento dlel'uomo, in un campo vastissimo. Io credo davvero che nel mio libro sia arrivato a costruire un'ideologia adeguata ai tempi. Rimane da meglio definire come arrivarci a cambiare, e che sistema giuridico-istituzionale costruire. Qualcosa abbozzo su questi aspetti, ma ammetto che non è abbastanza. Sull'ultimo punto, mi mancano anche le competenze giuridiche, tra l'altro. Speravo, come progetto, di costituire uno spunto e poi affidare il compito della gestione a persone più determinate a svolgere un ruolo più pubblicamente esposto. Lo spero tuttora, ma davvero la viscosità della società è tanta, non è facile smuovere le acque.

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  14. @ Vincenzo: vedrò di leggerlo.
    Riguardo al superamento etc, se allo stato attuale delle cose rendi economicamente vantaggiose parole come rispetto, uguaglianza, solidarietà, sostenibilità, libertà di pensiero direi che hai risolto buona parte della faccenda.

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  15. La perdita di numerosi posti di lavoro e il precariato diffuso significano gravi difficoltà per tante famiglie.
    La crisi c'è per noi, gente comune. Sicuramente non c'è per determinate categorie di persone, fra le quali i politici, che possono dunque raccontare le favole che vogliono. Io alle favole non credo.

    Saluti

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  16. @Romina
    Non sono solo i politici a raccontar frottole, è tutto l'establishment, anche finanziario mondiale. Lo fanno, perchè non sanno in realtà anche loro cos'altro fare. E' come rinviare nel tempo i problemi. Se infatti si manterrà una contrazione del reddito, mi pare inevitabile una concomitante contrazione della domanda. vedremo a chi pensano di vendere i loro prodotti.

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