venerdì 17 luglio 2009

POVERO SUD

Sentivo nella rassegna stampa di stamane su radiotre che non so bene quale giornalista de “Il Giornale” ha scritto che dobbiamo smetterla di piangere su questa migrazione interna, prevalentemente di laureati più qualificati, dal Sud verso il Nord. Nelle parole del giornalista questo è segno di una sana mobilità, di una capacità che le persone hanno di cercarsi un futuro migliore lì dove possono trovarlo.

Tesi del tutto stravagante. Infatti, la preoccupazione che taluni hanno manifestato, non è rivolta ai giovani che migrano, dal loro punto di vista sembra una scelta azzeccata: cercano un lavoro lì dove lo possono trovare.

L’errore del giornalista (ma forse dire errore per “Il Giornale” non sembra molto appropriato…) sta nel fatto che chi desta preoccupazione è il Sud, regione a cui, tra i mille problemi che hanno, se ne aggiunge uno ulteriore: deprivazione della sua parte migliore. Insomma, un processo apparentemente inarrestabile di degrado di una regione del mondo che ancora pretendiamo chiamare Italia e pretendiamo considerare parte dell’Europa.

In queste terre, ci vivo e, data l’età, c’ho vissuto abbastanza a lungo dal potere riconoscere questo processo di degrado, che peraltro osservo anche al Nord, dove cresce questa mentalità sempre più razzista. Tornando al Sud, sarebbe errato credere che qui non cambi mai niente, come pure suggerirebbe la mentalità “gattopardesca” che ci attribuiamo e che ci viene attribuita. Ho vissuto l’atmosfera libertaria della fine degli anni sessanta, e vi assicuro che anche qui, nel profondo sud, si è avvertita. L’ho avvertita nuovamente durante il periodo di “mani pulite”, nei primi anni novanta. Da allora, un rapido peggioramento: sempre più poveri, sempre meno civili. La globalizzazione a questo serve, a salvare qualche sparuto membro di questa popolazione, a ricordargli come il mondo non si fermi ad Eboli: buon per loro. Diceva lo stesso giornalista che chi nasce al sud, non lo dimentica. Questo è certo vero, torneranno a trascorrere le vacanze. Ma il mondo produttivo, il mondo culturale di questa martoriata regione, come finirà? Scivolerà più o meno velocemente verso l’Africa dirimpettaia? Possibile che non esista politico, potere di qualsiasi tipo esso sia, che si interessi minimamente a fare qualcosa? Possibile che in questa stessa società meridionale non esistano anticorpi, energie per un colpo di reni? La speranza, questa è la vittima più importante che è stata fatta, defunta ogni speranza di riscatto, e trionfo della logica del tirare a campare.

19 commenti:

  1. E' da qualche anno che medito di tornarci nel Sud. Non tanto, o non solo, per una questione di "nostos", di ritorno alle radici, ecc., quanto perché mi sembra giusto, nonostante quella presunta "legge di mobilità" che riguarda gli umani che vivono in società - e che ovviamente è economicamente diretta - che ad un certo punto uno decida di riprogettare la sua vita in altro modo e in altro luogo e contesto.
    C'è poi un altro elemento tra lo psichico e il culturale che metterei in campo: in qualche maniera le braccia e le teste dei migranti arricchiscono le nuove aree socioeconomiche dove si insediano - dunque credo che anch'io abbia fatto la mia parte e contribuito ad "arricchire" questa sedicente Padania. Ora vorrei che, a mo di "risarcimento" per il simmetrico impoverimento di questi decenni del Sud - forse più culturale e di opportunità/creatività che non materiale (ma certo il gap economico c'è) - mi venga data la possibilità di poter contribuire ad invertire la rotta. Insomma: "produco" (non scarpe ma un poco di cultura) in questa zona del paese nella quale vivo da quasi mezzo secolo, sottratto non per mia volontà all'altra, e il risultato è che sta diventando sempre più ingrata, stronza e razzista, e io francamente mi sono un po' rotto.
    Pretendo il diritto al ritorno!

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  2. Io abito al Nord, nel cuore di quel mostro che chiamano Padania e che non esiste se non nelle fantasie malate di 4 guardiani di bestiame che ora si vestono di verde. Cosa ti posso dire? La questione meridionale, non se ne parla più, esiste ancora e ancora non è risolta. Manca la volontà di farlo. Gli interessi economici sono altri. Non è vero che ci siano mentalità diverse tra gli italiani del sud e quelli del nord. E' vero però che ci sono ambienti diversi dove ci si muove e vive. Del perchè di questo e del perchè non si agisca per l'omogeneizzazione degli stessi credo sia un discorso lungo e complesso. Sembra esistere un patto non scritto, io Nord "ricco e produttivo" dreno le risorse di te Sud siano esse umane siano esse economiche, ed in cambio lascio che un'intera classe dirigente parassita possa creare e disfare a proprio piacimento clientele. Questo giochino continua perchè ci sono interessi da parti di classi dirigenti economiche e politiche. I disagi e le miserie vengono fatti pagare alla popolazione, in termini di servizi scadenti o inesistenti.
    Adesso il mondo è cambiato e "questo patto scellerato" mostra i suoi limiti e presenterà a tutto il paese il suo conto. Ci troveremo a pagare tutti le "scorciatoie economiche" del Nord e le scelte "parassite" del Sud.

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  3. In effetti penso anche io che la questione meridionale, nelle mille forme in cui è stata prposta nella storia, non sia ancora stata risolta. Forse non verrà risolta mai.
    Questonon per volere della gente, del popolo, ma di poteri forti (politica, mafia, camorra, chiesa...), che traggono comunque beneficio da questa situazione.
    Le mentalità sono diverse? non so se sono doverse. Io ho lavorato quasi un anno in cantiere ad Acerra (NA), e devo dire che noi del nord siamo molto più stressati, questo di sicuro. Al sud il ritmo, credo anche per questioni culturali legate essenzialmente al clima (so che farà sorridere, ma secondo me è così... insomma, d'estate dalle 11 alle 16 fa troppo caldo anche per respirare), è più lento. Ricorda più il Messico, la Spagna, l'Africa. E questa penso sia una ricchezza culturale incredibile, mentre purtroppo qui al nord c'è la tendenza di considerarlo un limite, un problema. Ma penso anche che qui al nord le reazioni contro il sud, siano semplicemente dovute a superficialità, comodo e faciloneria. Non riuscendo a risolvere i problemi dello Stato, si scarica su chi tradizionalmente è additato quale zavorra. E qui la Lega ahimè insegna.
    Saluti

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  4. Il sud è una vera e propria zona di libero scambio interna all'Italia. Grossi vantaggi fiscali e manodopera a costi ridotti per le aziende. Manodopera per le forze armate. Protezione garantita per condotte illegali. Ma soprattutto il sud è un enorme discarica a cielo aperto, dove la gente troppo spesso è costretta a scegliere tra lavoro ed inquinamento, scegliendo il lavoro e credendo di tutelare il proprio benessere (sono di Taranto).

    Chi può avere interesse affinche il sud cambi rotta?
    Nessuno, purtroppo, neanche chi ci vive, che come al solito è ben lontano dal conoscere la realtà, ne percepisce solo l'ombra.

    Mancano le università al sud, possibile che nessun politico se n'è accorto??Come fa una società a diventare più civile se mancano i presupposti??
    Un saluto amaro
    gigi

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  5. Il problema é che purtroppo nessuno come tu bene hai scritto si cura di rilanciare il Sud. Studenti che vengono dal meridione sono spesso in gamba, molto preparati, pronti e vogliosi di fare qualcosa.

    Hanno anche con sé la tristezza di dover lasciare la loro terra non per scelta ma per scelta obbligata.

    Credo che l'impoverimento non sia tanto culturale ma strutturale ossia di luoghi dove studio e cultura e crescita professionale possano adeguatamente trovare sbocco.

    E questo colpo di reni lo vorremmo vedere tutti noi, almeno noi che il sud lo amiamo.

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  6. @nd
    Però, pensaci bene. Non so se ogni tanto ti è capitato di passarci qualche giorno, magari in vacanza, ma ti assicuro che è dura vivere qui, probabilmente molto più dura che nell'ormai razzista nord. Se uno non ha mai smesso di viverci come me, allora si riesce comunque a trovare un punto di equilibrio, una forma di adattamento. Amici miei che hanno preso una decisione simile alla tua, se ne sono sostanzialmente pentiti. Vabene il sole, vabene la cucina, ma avere rapporti sociali qui mica è semplice, hai bisogno del decodificatore insomma. Infine, non posso che farti gli auguri!

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  7. @Silvano
    Beh, detto da uno come me, che non sono marxista, potresti crederci: il vecchio Marx qualche ragione l'aveva quando sottolineava l'influenza dell'economia sulla cultura. Se come anche tu ammetti, differenze economiche esistono, queste non possono inevitabilmente che tradursi in differenze culturali. Io penso, a differenza probabilmente di Marx, che la cultura è differente anche per ragioni extra-economiche, anche per la nostra storia recente e remota. Qui, davvero si sente l'esigenza della rivoluzione, e la capacità effettivamente grandissima di arrangiarsi, sostiene lo status quo: morissimo di fame, qualcosa si dovrebbe muovere per forza...
    Io non credo che la crisi finanziaria mondiale vada a risolversi, nè che il nostro governo abbia approntato provvedimenti che possano contrastarla efficacemente, ma quanto profonda sarà, questo è davvero impossibile da prevedere.
    Economia, cultura, tuto si rimescola: la miscela che si otterrà è tutta da scoprire... vedremo!

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  8. @Andrea
    Anche il clima fa la sua parte, lo credo anch'io. Ma ci sono tante caratteristiche che temo la tua breve esperienza non ti abbia consentito di vedere. Bisogna anche dire che il sud non è un tutto omogeneo, ma qui in Siclia siamo strani davvero, assai diversi ad esempio dai campani, dove ho avuto un'esperienza di lavoro anch'io.
    Credo però, questo lo dicevo nel post, nella possibilità di cambiare, ma ci vorrebbe quella che qualcuno ha sottratto, la speranza: senza quella, non ci saranno elargizioni (nessuno comunque intende elargire...)che tengano. Se la tua esperienza di vita ti dice che ciò che conta è "l'amicizia", cioè in realtà l'affidarsi a un potente, sarà difficile riscattarsi da questa mentalità, se non si rompe la rete di complicità, nulla potrà cambiare. Gli esempi che citavo, erano appunto esempi di uno smuoversi dalla società italiana che prospettava qualche speranza: oggi, di queste speranze non è rimasto nulla.

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  9. @gigi
    Tu dici che la gente non si rende conto. A me pare piuttosto che non sia interessata a rendersi conto, che pensa che la raccomandazione, le complicità potenzilmente illegali col potente di turno siano l'unica cosa che in fondo importa. E purtroppo, la realtà gli fornisce continue conferme di questa mentalità.

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  10. @Daniele
    Teniamolo forte questo vincolo nazionale: troppi e troppo potenti lo vogliono rescindere!
    Non ricordo più chi diceva "datemi una leva e vi solleverò il mondo!". Mi pare che al sud siamo in questa situazione, trovare un punto da cui partire per cambiare, e se un processo del genere partisse, troverebbe in sè stesso le energie per andare avanti.

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  11. Ci sono politici che, anche tra l'opposizione, adesso, da quando c'è la lega, parlano di "questione settentrionale", sostituendo semplicemente la parola "settentrionale" a quella "meridionale", per sperare di conquistare qualche consenso tra la borghesia del nord, ma è un'espressione priva di significato, un semplice gioco di parole, perché la vera questione rimane quella di cui si era già occupato Gramsci e che riguarda il mezzogiorno.
    Il settentrione semmai vive sulle spalle del mezzogiorno, lo priva della sua ricchezza (umana ed economica) e poi (non tutto è così, per carità) parla di "Roma ladrona", "napoletani che puzzano" e altre amenità di questo genere tipiche di una mentalità di fatto colonialista.

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  12. che dire? hai pienamente ragione... più leggo ed ascolto miei connazionali che vengono dal sud e più mi convinco che loro per primi hanno la sensazione di vivere in una sorta di limbo senza regole e senza certezze... ora va molto di moda parlare di questione settentrionale, di triveneto, dei suicidi per troppo benessere ecc.. sembra che l'establishment e l'intellighenzja (facciamo passare il termine demodè, dai..) si siano dimenticati delle radici della nostra terra e dei guai del sud (spesso causato dal nord, come testimoniano intercettazioni di padani che vanno allegramente a scaricare rifiuti tossici al sud poi ne parlano male..).
    mah.. non so proprio più cosa pensare,
    Ciao

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  13. Col tuo post hai toccato un tasto delicato per me. Nel 1928 i miei genitori, entrambi siciliani, appena sposati - mia madre neppure 18 anni - emigrarono a Roma dato che a mio padre era stato offerto un lavoro, in nero e saltuario. Altro non aveva trovato neppure in Sicilia.
    Una questione meridionale che va avanti da sempre.

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  14. @matteo
    Ti ringrazio per avere citato la questione settentrionale, e tutti quei componenti del PD che la hanno evocato, tra cui in prima fila si sono distinti Cacciari e Chiamparino. Vada pure per Cacciari che si divide tra politica e filosofia, probabilmente perdendo la nozione del confine tra l'una e l'altra, ma Chiamparino cosa vuole dire, cosa propone, se non inseguire la Lega proprio sul terreno da questa preferito? La cosa che mi ha lasciato allibito è vedere quanti, anche qui andando per blogs, tifavano per una sperata candidatura Chiamparino. Sarebbe interessante sapere in base a quali elementi, a quali motivazioni sui ispirassero per preferirlo a qualsiasi altro candidato, ma non ho avuto modo di leggerne.

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  15. @Fabio
    Sarà forse che ci abituiamo alle violazioni del codice della strada, e quindi, invece che abituarci per evitare di farci affettare, ne diventiamo automaticamente complici? :-D
    Scusami se faccio riferimento a quello strano commentatore sul tuo blog :)

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  16. @Aldo
    Oggi, forse è perfino peggio per la concomitanza di tre differenti fattori:
    1. Crisi internazionale
    2. Influenza della Lega sulle deicisioni governative.
    3. Riduzione degli aiuti dalla UE per i nuovi ingressi di paesi più poveri di noi.
    Come in tutti i periodi critici, si creano anche opportunità di cambiamento, spero sempre che vengano colte.

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  17. Nessuno ha interesse a risolvere la "questione meridionale". Fa comodo che tutto prosegua come è sempre stato, purtroppo.

    Quanto ai politici di entrambi gli schieramenti, provo compassione e un po' di disprezzo nei loro confronti, perché si preoccupano soltanto delle loro poltrone e dei voti che possono prendere nell'immediato. Basti pensare, come è stato già ricordato nei commenti, che nel Pd è stata sollevata la "questione settentrionale". Mesi fa si era addirittura pensato a un "Pd del nord", svincolato dal centro, roba da far accapponare la pelle e da far ridere per almeno una settimana. Questa gente pensa solo a ottenere voti, e non a costruire un'alternativa seria alla banda Pdl-Lega.

    Oltretutto, ventilando l'idea di un Pd del nord non si fa altro che erodere l'unità dello Stato, già messa seriamente in crisi, oltre che da altri fattori, da quei trogloditi dei leghisti e dai loro proseliti da osteria.

    Saluti :)

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  18. @Romina
    Questa cosa del PD del Nord non è stta un'ideuzza appena accennata, ma ha tenuto banco per mesi nel dibattito del PD, facendo assurgere Chiamparino a rappresntante del nuovo del PD, come dire una psecie di riscattatore delle sorti del PD.
    Oggi, i fatti sembrano far ritornare i riflettori sulla questione meridionale, ma qui, o si riesce in qualche modo a sostituire un'intera classe dirigente emridionale, oppure mi s aatnto che non se ne uscirà.

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  19. @Gio
    La cosa più triste è, se posso parafrasarti, l'indifferenza del sud verso sè stesso, la perdita di una memoria collettiva che pure, in tempi non lontanissimi, si era costruita su questi personaggi in qualche misura eroici. La scarsa partecipazione dei palermitani alla manifestazione in memoria di Borsellino è un segno davvero preoccupante e che non riesco ancora a decifrare soddisfacentemente. Alla fine, forse come dico nel post, è stta uccisa la speranza e la capacità di riscatto, almeno oggi. Quando potremo risollevare la testa?

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