martedì 18 dicembre 2012

SATIRA E POLITICA, UN RAPPORTO SEMPRE PIU' A RISCHIO


La questione non può più essere elusa, prima la polemica tra Di Pietro e Crozza, poi l’insulto diretto ed esplicito della Littizzetto verso Berlusconi, poi ieri Benigni ed il suo solito siparietto diviso tra ilarità e parte seriosa e pretenziosetta sulla costituzione.

Insomma, oggi non è più possibile lasciare fuori dalla scena della politica neanche il settore della satira.

Qui, il punto non sta tanto nel chi viene messo alla berlina, ma nello stato comatoso della politica praticata in cui ci troviamo, il problema è quello opposto, si pone su coloro che vengono tenuti fuori dalla satira oppure nel modo stesso in cui vengono tratteggiati...

Naturalmente, c’è in tutto questo l’elemento soggettivo costituito dallo stesso osservatore. Per me, che ritengo Napolitano responsabile di una parte consistente della grave situazione in cui versa l’Italia, non posso che osservare con preoccupazione come gli atti del Presidente non vengano satireggiati come si dovrebbe. Ad esempio Crozza ne fa un ritratto che richiamando una certa macchiettistica napoletana, ne fa una specie di difensore del senso comune e dei buoni sentimenti che collide in maniera così vistosa con il Napolitano in carne ed ossa, quello che cedendo alle insistenze europee c’ha costretto all’esperimento Monti con tutti gli insuccessi che oggi vediamo: dove sta allora Crozza questa bonarietà con cui lei lo descrive, questa satira è in realtà disinformazione, magari inconsapevole, ma disinformazione. Lo stesso Benigni non ha nascosto il suo schierarsi dalla parte di Napolitano: mi chiedo dove stia allora questo essere super partes come ci si aspetterebbe da un giullare, da colui che proprio in quanto veste questi panni, può permettersi di ingiuriare i potenti.

Da questo punto di vista, Di Pietro aveva perfettamente ragione quando diceva a Crozza che non faceva che assecondare un  disegno coltivato da settori vicini a Napolitano di metterlo in un angolo quando satireggiava a partire dall’inchiesta della Gabanelli. C’è una questione enorme che riguarda il rapporto tra politica e settore mediatico, che non si può certo lasciare nelle mani dei berluscones. Proprio l’individuo che ha costruito il suo successo sull’aspetto mediatico, deve giustamente subire la loro vendetta secondo il detto “chi di spada ferisce, di spada perisce”.

Mi preoccupano molto di più le mancate denunce anche a livello satirico, perché, è inutile negarlo, la satira sposta voti molto più degli stessi talk-shows televisivi.

Non è un caso, ad esempio, che Benigni per satireggiare su Monti, abbia fatto una battuta che suonava quasi come un complimento per Monti: che ti succede Benigni, possibile che non vi erano battute un po’ meno compiacenti, come mai le smentite continue che abbiamo rimproverato e su cui abbiamo anche riso di Berlusconi, non vengono ricordate quando si parla di Monti, ma se la satira diventa la versione un po’ più comica di un telegiornale, allora davvero siamo messi in maniera tragica.

No, Benigni mi è sembrato brillante solo quando parlava di Berlusconi, poi uno spettacolo in certi momenti perfino imbarazzante, sia quando fingeva di satireggiare su altri personaggi, sia quando parlava della costituzione. Del resto, basta concentrarsi su di un aspetto che chi scrive conosce bene, Benigni ha abusato di aggettivi roboanti, usati perfino al modo superlativo, e tale abuso tende a coprire le magagne, un’incapacità di argomentazione davvero convincente che si maschera dietro un’aggettivazione senza freni, gonfiata fino ogni decenza. Eppoi, dopo uesto, neanche una parola sul fiscal compact e le connesse modifiche costituzionali: ma allora, caro Benigni, di quale costituzione stiamo parlando, è la stessa quella di cui tu parli e quella di cui parlo io? Ne dubito, purtroppo.

4 commenti:

  1. Già... già... satira della paraculaggine!

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    1. In effetti, satira della paraculaggine mi pare un'espressione molto efficace

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  2. ottimo articolo e complimenti per il blog che ho appena iniziato a visitare.

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  3. Benvenuta Rita, e grazie per i complimenti!

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