Del resto, una tale risposta era
stata perfino evocata se non invocata dallo stesso Napolitano ieri sera (mi
chiedo che genere di potere politico-istituzionale si metta in attesa per avere
lumi dal mercato, e davvero sembra proprio di avere a che fare con mercanti più
che con rappresentanti della volontà popolare). Nessuna sorpresa quindi, i
mercati vengono usati a scopo di arma politica, ma dubito che funzionerà così
bene come vogliono.
Il punto che sembra sfuggire a
molti protagonisti ed anche a gran parte della stampa è che le dimissioni
(seppure solo annunciate) di Monti e il risalire dello spread si traducono
prima di tutto nel sancire il fallimento dell’operazione che Napolitano ha
messo su un anno fa, e nel fallimento dell’operato del governo Monti.
La mossa di Berlusconi è
indubbiamente ben congegnata, messo all’angolo prima di tutto dal risultato
delle amministrative dell’anno passato (così come dal referendum sull’acqua),
costretto a scappare dal governo per salvare la propria azienda, avrebbe avuto
il ko finale da elezioni anticipate che si fossero svolte allora, e il PD
avrebbe potuto mettere alla prova la sua capacità di dare risposte convincenti
alla crisi. Si è preferito giocare la carta Monti, con il passivo assenso dello
stesso partito a cui veniva così sottratta la possibilità di governare. Il
risultato è che, tranne fini analisti che giocano più che altro di
immaginazione, le differenze tra schieramento PD-SEL e Monti non vengono
proprio avvertite, non si capisce dove stia la differenza. In tale contesto,
Berlusconi si pone come alternativa reale andando a sovrapporsi in qualche modo
all’area Grillo, e inevitabilmente determinando uno schiacciamento tra centro e
sinistra, che adesso soffrono di una carenza di spazio.
Insomma, un miracolo di
insipienza politica che regala spazi politici enormi ad una formazione, il PDL,
che sembrava decotta. Non credo che il giudizio degli italiani rispetto a
Berlusconi possa essere cambiato granchè rispetto all’anno passato, ormai per
molti è un tipo da barzelletta, ma il suo vecchio elettorato non è scomparso, e
chissà se con questa ridiscesa in campo finisca anche per andare a votare
massicciamente.
Certamente, Berlusconi, proprio
perché si trovava già chiuso all’angolo, non ci perde niente almeno sul piano
politico (probabilmente ci perde un sacco di soldi, ma questa è tutt’altra
faccenda), e si può capire come possa provare a fare il colpaccio. Si capisce
molto meno perché il gruppo dirigente del PDL, a partire dallo stesso Alfano,
lo segua, probabilmente per inettitudine personale, non sapere cos’altro fare.
Il colpaccio per Berlusconi
consisterebbe nell’impedire il formarsi di una maggioranza al senato, cosa
possibile, visti i consensi di cui gode il M5S. Già dai risultati dei sondaggi,
al senato il PD avrebbe avuto bisogno dei voti del centro, ora pensare a un 5%
di seggi alla Lega, un 20% di seggi al M5S, significa che basterebbe al PDL
conquistarne il 25% perché centro e PD non raggiungano la maggioranza neanche
sommando i propri voti (sarebbe un fifty-fifty simile a quanto avvenne a seguito delle elezioni del
2006).
A questo punto, mi chiedo chi
risulta avere fallito? Io suggerirei Napolitano, voi cosa ne pensate?
A proposito, ho sentito ai
notiziari che Napolitano stia considerando l’ipotesi di dimettersi prima del
tempo, affidando così al prossimo capo dello stato il compito di nominare il
nuovo governo post-elezioni. C’è un piccolo dettaglio, costituito dal fatto che
con tale mossa si affiderebbe a questo parlamento, in assoluto il peggiore
della storia della repubblica, il compito di eleggere il nuovo capo dello
stato, un vero paradosso, un parlamento non in grado di esprimere un governo,
sarebbe messo nelle condizioni di designare l’uomo che deve andare a ricoprire
il ruolo più delicato: non mi sembrerebbe proprio il caso, penso che Napolitano
possa pazientare un mese o due per garantire all’Italia un volto più degno
(ammenocchè tutto ciò non serva a escludere il M5S da questo compito…).
Nessun commento:
Posta un commento