Se ancora c’è qualcuno che ha a
cuore la difesa della nostra costituzione, questo è il momento di farsi
sentire, visto che il processo di lenta erosione delle garanzie costituzionali
ormai in atto da tempo, ha nell’ultimo anno subito una decisa accelerazione.
Oggi, abbiamo davanti un mercato
delle vacche che riguarda l’elezione alle più alte cariche istituzionali, in
particolare quella a Presidente della Repubblica, visto che come noto il
mandato di Napolitano è in scadenza nei primi mesi del prossimo anno.
Non solo Bersani ed Alfano in maniera
abbastanza esplicita offrono a Monti l’appoggio dei loro partiti alla sua
elezione al Quirinale, purchè si tolga di torno nelle prossime elezioni, ma
perfino il momento dell’elezione sembra sia utilizzata strumentalmente. Il
fatto è che queste due scadenze vengono a maturazione contemporaneamente. In
verità, le dimissioni annunciate di Monti dalla carica di premier a seguito
delle ultime decisioni (almeno per ora, con questo partito non si sa mai…) del
PDL, causando un’anticipazione delle date in cui si terranno le prossime
elezioni legislative, avrebbe collocato con certezza l’elezione del capo dello
stato in un momento successivo, così che la competenza a designarlo sarebbe
affidata al prossimo parlamento.
Preoccupa tuttavia l’intenzione
che viene attribuita a Napolitano di anticipare questa scadenza a seguito delle
proprie dimissioni. Dimettersi ad appena uno o due mesi dalal scadenza del
proprio mandato, non può che assumere il significato di un mezzuccio tecnico
per ottenere due condizioni, l’una quella di evitare al M5S che sicuramente
sarà rappresentato nel prossimo parlamento, di partecipare a tale elezione, l’altra
quella di favorire il processo di scambio di cui dicevo prima, la poltrona di
capo dello stato in cambio del mancato coinvolgimento anche indiretto nella
prossima campagna elettorale tramite l’anticipazione dle momento del ricevere
per Monti.
Ricordo per i più distratti che
Napolitano ha nominato Monti senatore a vita alcuni giorni prima di conferirgli
il mandato di premier, il che sembrerebbe implicare che Monti ci tiene a
ricevere ciò che gli viene promesso prima di dare ciò che gli viene richiesto,
della serie “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. Così egli si metterebbe da parte rispetto alla
competizione elettorale solo dopo essere stato eletto dall’attuale parlamento
capo dello stato.
Tutto questo, non so a voi, ma a
me appare disgustoso, mostrando ancora una volta come perfino le norma costituzionali
possano essere aggirate ai fini di un proprio disegno di potere quando manca l’etica
costituzionale, la condivisione reale di una serie di valori che la
costituzione è chiamata a garantire.
Aggiungerò che sono piuttosto
scettico sul fatto che questo mio appello verrà accolto e condiviso in quanto
fiuto un’atmosfera davvero brutta proprio in quella parte dello schieramento
politico che ruota attorno al PD, una parte significativa dei miei lettori
abituali, già in clima elettorale e in una posizione difensiva, quella che
porta a chiudere uno o entrambi gli occhi per perseguire ciò che viene
considerato il fine prevalente, in questo caso il successo elettorale.
Tuttavia insisto perché ritengo
che la difesa della costituzione non debba conoscere pause, non possa mai
essere messa da parte, e che mi ha fatto aspramente criticare il modo miope con
cui il PD ha motivato la sua decisione di appoggiare il governo Monti.
Attendo adesioni, grazie.
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