martedì 21 maggio 2013

LE DUE QUESTIONI CHIAVE RIMOSSE DAL DIBATTITO POLITICO EPPURE COSI' DETERMINANTI SUL PRESENTE



Io, BCE, mi autolimito e mi proibisco di aiutare te, uno degli stati dell’eurozona, mentre non ho problema alcuno a stampare dal nulla la cifra stratosferica di mille miliardi di euro per finanziare le banche. Così, tuttavia, indico alle banche un percorso di disponibilità ad aiutare loro gli stati. Questo è ciò che è avvenuto, praticamente negli stessi giorni in cui il presidente Napolitano imponeva l’insediamento del governo Monti, e se non affrontiamo senza esitazioni e silenzi, in piena franchezza, questi due eventi, se non siamo in grado di darne un giudizio esplicito senza riserve mentali, noi non ne possiamo uscirne più, come un animale che chiusosi per errore in una gabbia, pretenda di liberarsi dimenandosi, urlando il proprio verso, saltando o tentando di forzare le barre metalliche della gabbia, saranno tentativi inutili...


Parliamo innanzitutto dei comportamenti della BCE. Viene quindi costruito un sistema che prevede di togliere la facoltà di stampare moneta ai singoli stati, concedendolo ad un’unica banca centrale, la BCE appunto. Ciò ovviamente implica che ciascun stato si trovi completamente inerme nei confronti del mercato finanziario globalizzato, e spetterebbe alla BCE intervenire a difesa degli stati più in difficoltà. Sembrerebbe del tutto ovvio che uno stato che abbia deciso di aderire all’eurozona, trovi un aiuto fondamentale, decisivo direi, nella BCE. E’ come se un gruppo di famiglie di amici, abbia delegato la funzione di raccogliere il risparmio raccolto mese dopo mese da ciascuno a un unico soggetto, magari ad una delle mamme delle famiglie coinvolte. Al momento in cui uno dei membri del gruppo avesse bisogno di accedere a questi soldi messi da parte, questa signora si rifiuta di fornire i soldi richiesti, e nello stesso tempo desse invece soldi liberamente ai ragazzi delle varie famiglie perché si divertano liberamente, pretendendo così che le singole famiglie si liberino dei propri problemi finanziari (puntando sul fatto che comunque i soldi sono stati messi in circolo). Cosa penseremmo tutti noi di una simile situazione, cosa penseremmo del comportamento di questa signora, tirchia con chi le ha volontariamente ceduto la disponibilità del proprio denaro, e nello stesso tempo scandalosamente generosa coi ragazzi che pure non hanno contribuito certo al fondo che le è stato affidato? E’ ovvio prevedere che la famiglia che avrebbe voluto disporre di una certa quota della ricchezza collettiva, sarebbe molto incazzata e pretenderebbe al più presto di uscire da questo gruppo, che già al successivo stipendio, non darebbe più soldi alla signora ma se li terrebbe per sé: mi chiedo cosa è capitato alla Grecia, ma anche all’Italia, al Portogallo, alla Spagna e all’Irlanda per cui si sopportano quello che anche sulla base del semplice buon senso appare come un evidente sopruso.

Allo stesso modo, mi chiedo cosa sia successo a chi gestisce una certa sua quota di potere in Italia (quindi, non soltanto politici) per accettare così passivamente, senza alcuna reazione visibile (no, anzi, c’erano pure migliaia di cretini che gioivano il giorno delle dimissioni di Berlusconi, senza evidentemente avere l’intelligenza per capire che egli si dimetteva come migliore mezzo per curare i propri interessi), alle iniziative non preannunciate e quindi ignorando totalmente il corpo dei cittadini di cui pure è il presidente, assunte da Napolitano. Mi chiedo come una intera nazione si è sorbita una pillola di tali colossali dimensioni senza battere ciglio, ma soprattutto come tutta questa faccenda sia stata rimossa: non soltanto sul momento è stata accettata, nessuna opposizione organizzata si è manifestata, ma ancora a tanti mesi da quella data la questione non è stata più affrontata.

Eppure, gli effetti di quella iniziativa presidenziale, si vedono ancora adesso. Non mi riferisco qui soltanto alle conseguenze sul piano economico dei micidiali provvedimenti di legge proposti dal governo Monti ed accettati a colpi di fiducia da un parlamento del tutto succube ed incapace di esprimere un proprio alternativo punto di vista, quanto soprattutto alle conseguenze squisitamente politiche, e che si potrebbero condensare nell’avere annichilito del tutto il partito democratico, entrato in una crisi che ormai sembra ad esito fatale, e dell’emergere del M5S come una delle tre principali forze elettorali del paese.

Mai come oggi, si può dire del PD che è uno zombie, un morto che cammina, ormai preda di bande sostanzialmente di tipo mafioso, un organismo in pieno disfacimento che si tiene ancora solo perché ciascun pezzo teme di entrare nel cono d’ombra dei mass media essendo il primo a staccarsi. Questo processo in verità si è completato solo in virtù del colpo di grazia dato dallo stesso Napolitano quando ha rifiutato con un’intransigenza totale a Bersani la possibilità di andare in parlamento a provare ad avere la fiducia. Guardando a ritroso, è facile capire che se il piano prevedeva un governo che tenesse assieme PD e PDL, Bersani era la persona sbagliata, e l’ipotesi che egli ricevesse la fiducia del parlamento rappresentava un pericolo e non un’opportunità.

A seguito della caduta del segretario sulla questione del governo, i vari capibanda del PD hanno immediatamente realizzato che Bersani rappresentava ormai solo il passato, e così si spiegano le vicissitudini sulle votazioni per il capo dello stato. Solo in base al principio della sopravvivenza politica individuale dei parlamentari, si è raggiunto infine l’accordo sul nome di Napolitano, la cui elezione è stata salutata da applausi frenetici che dicevano dello scampato pericolo di dovere andare a casa, e poco importa se gli applausi non si fermavano di fronte agli insulti che Napolitano non esitava a lanciare all’intero parlamento.

Così, non v’è dubbio alcuno che tutto ciò che sta avvenendo in Italia vede come protagonista Napolitano, non importa se dietro le controfigure di Monti prima e Letta dopo, comparse sulla scena politica dominata da un unico soggetto, il presidente Napolitano.

Ora, ci saranno anche magistrati che in tutta coscienza pensano ad applicare le norme sul vilipendio al capo dello stato, ma tutto ciò non può arrestare il dibattito politico. Se insomma lo stesso Napolitano decide di collocarsi proprio al centro dello scenario politico relegando il parlamento a una funzione subalterna, non parlare di Napolitano, magari per paura di incorrere nei rigori della legge, corrisponde a smettere di discutere di politica, come in effetti ormai fanno parlamentari dei vari partiti che parlano del nulla, o meglio di come spartirsi ciò che rimane di questa nazione senza capire che stiamo andando dritti a sbattere contro un iceberg. Parlare di politica e parlare di Napolitano oggi in Italia sono cose che coincidono, pregherei pertanto i magistrati a farsene una ragione, tutti vorremmo tenere da parte il presidente che è il nostro presidente, ma è lui il primo a non essere d’accordo col suo palese protagonismo, chi commenta deve tenere necessariamente conto della situazione di fatto che non è certo il commentatore ad avere creato.

La mia conclusione è quindi che l’avere creato l’eccezione Monti ha causato una permanente mortificazione di un parlamento già abbondantemente mortificato dalle montagne di decreti legge, trasformati a suon di voti di fiducia. Questo parlamento è palesemente incapace di riappropriarsi delle prerogative che la costituzione gli riserva, evitiamo almeno di investirlo di compiti di revisione costituzionale, sarebbe come consegnare una pistola carica ad un bambino, non è cosa adeguata a tale parlamento di inetti nominati: meglio un parlamento pletorico ed inefficiente che un parlamento golpista.

Tornando ora alle due questioni che introducevo all’inizio, non v’è dubbio che vi sia tra loro una chiara coerenza, entrambe sembrano consegnare il nostro paese ai mercati. Draghi crede che gli stati dell’eurozona si debbano presentare davanti ai mercati senza difese, come se fossero dei privati, ma, guarda caso, i privati veri, cioè le banche della stessa eurozona, hanno diritto all’aiuto della BCE, con il che la BCE è complice delle banche, è parte della stessa logica privata, e non vedo perché mai uno stato sovrano dovrebbe permettere che le prerogative statali vengano impunemente utilizzate per difendere interessi privati, nella vita di ogni giorno si parlerebbe di appropriazione indebita, un reato specificamente previsto dal codice penale.

Allo stesso modo, Napolitano annunciò l’insediamento del governo Monti per salvare l’Italia dall’assalto dei mercati, e Monti non smise più di giustificare i salassi più tremendi dicendo che erano i mercati a chiedercelo.

Ora mi chiedo perché mai una persona qualsiasi, uno come me ad esempio, dovrebbe accettare di assoggettarsi all’autorità dello stato se questo non mi difende dai pericoli. Le persone si sono unite a costituire gli stati per difendersi meglio sia dalla natura che da altri uomini. Non importa adesso quali siano le armi che il nemico utilizza, se i mercati mettono in forse il mio modo di vita, io pretendo che lo stato e chi è stato preposto al compito di rappresentarlo, mi difenda anche dai mercati in maniera pronta ed efficace. Se esso non lo fa, allora la sua autorità rischia di essere messa in dubbio, e già dobbiamo ammettere che si tratta di uno stato illegittimo dal punto di vista etico. Non so che farmene di un governo che mi massacra per assecondare i mercati, pretendo che il mio stato, quello che anch’io contribuisco a costituire ed a far funzionare, si opponga agli attacchi del mercato, assumendo le iniziative che uno stato sovrano sicuramente ha a sua disposizione.

Aspettatevi a presto una terza puntata riguardante quello che io vedo nel nostro futuro più prossimo.

2 commenti:

  1. E se non fosse proprio questa l'intenzione costruttivista di senso che si vorrebbe indurre? Cioè quella che tu hai efficacemente sintetizzato: perchè rispettare uno Stato che non garantisce più nessun patto fondativo di relazione fra i cittadini?
    Il potere è quindi veramente anarchico come dichiarò PPP? E quello che attraverso i nostri blog "loro" stanno eterodeterminando è proprio dichiarare la fine del patto, di ogni patto, di cittadinanza? Siamo i critici del sistema o appendici inconsapevoli di esso?

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  2. Veramente, la mia era una constatazione, non un'invocazione. Non dico che bisogna disfarsi degli stati, dico che uno stato che non difende i propri cittadini, è per questa stessa ragione uno stato indegno.

    Inoltre, mi vado sempre più convincendo che questa estrema raffinatezza strategica che tu sembri volere sottolineare, non esista. Per come la vedo io, non solo ai vertici italiani, non solo ai vertici europei, ma perfino ai vertici mondiali non s'intravede proprio alcuna coerente strategia che abbia un obiettivo finale chiaro, il che appunto è la condizione necessaria perchè si possa parlare di strategia. L'unica cosa che vedo è un meschino, disperato e perciò stesso feroce tentativo di tirare più a lungo possibile, ma di questo parlerò nel prossimo post.

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