Ulteriore tappa nel cammino del cretinismo contemporaneo,
ormai ho perso il conto per dire a che puntata siamo arrivati in questo
inglorioso percorso. Mi riferisco alla decisione così pubblicizzata sui media,
della Angelina Jolie di farsi togliere seni e ovaie per ridurre drasticamente
il rischio di contrarre il cancro alla mammella...
Questa è davvero medicina preventiva, altro che controlli periodici e ravvicinati, quella in effetti non è medicina preventiva, è solo diagnosi
precoce, in ogni caso richiede che la malattia sia stata contratta per iniziare
la cura. Qui invece siamo proprio alla prevenzione, che si basa in
definitiva su modelli statistici di calcolo preventivo dell’entità della
probabilità di contrarre la malattia. Alla Jolie hanno detto che ha una probabilità
del 87% (o qualcosa del genere) di contrarre il cancro alla mammella, e che
l’estirpazione avrebbe comportato un drastico calo della probabilità,
portandola ad appena il 5%.
Ora, vorrei chiedere all’attrice se sa cos’è un
modello, perché il fatto che i medici si esprimano in termini di probabilità
comporta già di per sé dichiarare di non sapere nulla sul meccanismo effettivo
dell’insorgenza della malattia. Chi ha creato il modello, ha confezionato un
certo programma di calcolo che usa una serie specifica di dati, ed è proprio
sulla base del tipo dei dati introdotti (quelli e non altri), che da’ le sue
risposte. Come sempre, un modello è vero solo sulla base di quanto uno voglia
crederci, quindi possiamo concludere che alla fine la Jolie ha assunto una
certa decisione per atto di pura fede.
La cosa che però mi colpisce di più è questa filosofia della
riduzione del rischio, che in fondo fa parte dello stesso filone che determina
il successo delle compagnie assicuratrici, quello di volere rendere sicura
un’entità, la nostra vita, che costitutivamente non può esserlo, che è il regno
della precarietà, dell’incerto.
Credetemi, lungi da me di augurarglielo (perché mai dovrei
poi), ma la Jolie lo sa quante differenti cause di morte ci possono essere,
cosa dovremmo concludere se un incidente qualsiasi ne provocasse la morte
improvvisa? Chi, dotato di un cervello funzionante, può davvero credere che
esistano delle iniziative che ci possano assicurare di vivere più a lungo,
magari anche sani e felici? Io credo piuttosto che sia una forma di follia che si è
impadronita dell’umanità, l’incapacità di confrontarsi con la dimensione
costitutivamente rischiosa della nostra vita, l’incapacità di accettarlo
serenamente.
In chiusura, vorrei dare un consiglio alla Jolie per
consentirle di essere coerente sino in fondo. Non basta menomarsi facendosi
togliere pezzi del corpo sparsi qua e là, per questa coerenza estrema occorre
che lei commissioni ad un killer il proprio omicidio, l’unico modo per
eliminare con certezza ogni rischio di morire, è esserlo già morti.
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