Io, BCE, mi autolimito e mi proibisco di aiutare te, uno
degli stati dell’eurozona, mentre non ho problema alcuno a stampare dal nulla
la cifra stratosferica di mille miliardi di euro per finanziare le banche.
Così, tuttavia, indico alle banche un percorso di disponibilità ad aiutare loro
gli stati. Questo è ciò che è avvenuto, praticamente negli stessi giorni in cui
il presidente Napolitano imponeva l’insediamento del governo Monti, e se non
affrontiamo senza esitazioni e silenzi, in piena franchezza, questi due eventi,
se non siamo in grado di darne un giudizio esplicito senza riserve mentali, noi
non ne possiamo uscirne più, come un animale che chiusosi per errore in una
gabbia, pretenda di liberarsi dimenandosi, urlando il proprio verso, saltando o
tentando di forzare le barre metalliche della gabbia, saranno tentativi
inutili...
Parliamo innanzitutto dei comportamenti della BCE. Viene
quindi costruito un sistema che prevede di togliere la facoltà di stampare
moneta ai singoli stati, concedendolo ad un’unica banca centrale, la BCE
appunto. Ciò ovviamente implica che ciascun stato si trovi completamente inerme
nei confronti del mercato finanziario globalizzato, e spetterebbe alla BCE
intervenire a difesa degli stati più in difficoltà. Sembrerebbe del tutto ovvio
che uno stato che abbia deciso di aderire all’eurozona, trovi un aiuto
fondamentale, decisivo direi, nella BCE. E’ come se un gruppo di famiglie di
amici, abbia delegato la funzione di raccogliere il risparmio raccolto mese
dopo mese da ciascuno a un unico soggetto, magari ad una delle mamme delle
famiglie coinvolte. Al momento in cui uno dei membri del gruppo avesse bisogno
di accedere a questi soldi messi da parte, questa signora si rifiuta di fornire
i soldi richiesti, e nello stesso tempo desse invece soldi liberamente ai
ragazzi delle varie famiglie perché si divertano liberamente, pretendendo così
che le singole famiglie si liberino dei propri problemi finanziari (puntando
sul fatto che comunque i soldi sono stati messi in circolo). Cosa penseremmo
tutti noi di una simile situazione, cosa penseremmo del comportamento di questa
signora, tirchia con chi le ha volontariamente ceduto la disponibilità del
proprio denaro, e nello stesso tempo scandalosamente generosa coi ragazzi che
pure non hanno contribuito certo al fondo che le è stato affidato? E’ ovvio
prevedere che la famiglia che avrebbe voluto disporre di una certa quota della
ricchezza collettiva, sarebbe molto incazzata e pretenderebbe al più presto di
uscire da questo gruppo, che già al successivo stipendio, non darebbe più soldi
alla signora ma se li terrebbe per sé: mi chiedo cosa è capitato alla Grecia,
ma anche all’Italia, al Portogallo, alla Spagna e all’Irlanda per cui si
sopportano quello che anche sulla base del semplice buon senso appare come un
evidente sopruso.
Allo stesso modo, mi chiedo cosa sia successo a chi gestisce
una certa sua quota di potere in Italia (quindi, non soltanto politici) per
accettare così passivamente, senza alcuna reazione visibile (no, anzi, c’erano
pure migliaia di cretini che gioivano il giorno delle dimissioni di Berlusconi,
senza evidentemente avere l’intelligenza per capire che egli si dimetteva come
migliore mezzo per curare i propri interessi), alle iniziative non
preannunciate e quindi ignorando totalmente il corpo dei cittadini di cui pure
è il presidente, assunte da Napolitano. Mi chiedo come una intera nazione si è
sorbita una pillola di tali colossali dimensioni senza battere ciglio, ma
soprattutto come tutta questa faccenda sia stata rimossa: non soltanto sul
momento è stata accettata, nessuna opposizione organizzata si è manifestata, ma
ancora a tanti mesi da quella data la questione non è stata più affrontata.
Eppure, gli effetti di quella iniziativa presidenziale, si
vedono ancora adesso. Non mi riferisco qui soltanto alle conseguenze sul piano
economico dei micidiali provvedimenti di legge proposti dal governo Monti ed
accettati a colpi di fiducia da un parlamento del tutto succube ed incapace di
esprimere un proprio alternativo punto di vista, quanto soprattutto alle
conseguenze squisitamente politiche, e che si potrebbero condensare nell’avere
annichilito del tutto il partito democratico, entrato in una crisi che ormai
sembra ad esito fatale, e dell’emergere del M5S come una delle tre principali forze
elettorali del paese.
Mai come oggi, si può dire del PD che è uno zombie, un morto
che cammina, ormai preda di bande sostanzialmente di tipo mafioso, un organismo
in pieno disfacimento che si tiene ancora solo perché ciascun pezzo teme di
entrare nel cono d’ombra dei mass media essendo il primo a staccarsi. Questo
processo in verità si è completato solo in virtù del colpo di grazia dato dallo
stesso Napolitano quando ha rifiutato con un’intransigenza totale a Bersani la
possibilità di andare in parlamento a provare ad avere la fiducia. Guardando a
ritroso, è facile capire che se il piano prevedeva un governo che tenesse
assieme PD e PDL, Bersani era la persona sbagliata, e l’ipotesi che egli
ricevesse la fiducia del parlamento rappresentava un pericolo e non
un’opportunità.
A seguito della caduta del segretario sulla questione del
governo, i vari capibanda del PD hanno immediatamente realizzato che Bersani
rappresentava ormai solo il passato, e così si spiegano le vicissitudini sulle
votazioni per il capo dello stato. Solo in base al principio della
sopravvivenza politica individuale dei parlamentari, si è raggiunto infine
l’accordo sul nome di Napolitano, la cui elezione è stata salutata da applausi
frenetici che dicevano dello scampato pericolo di dovere andare a casa, e poco
importa se gli applausi non si fermavano di fronte agli insulti che Napolitano
non esitava a lanciare all’intero parlamento.
Così, non v’è dubbio alcuno che tutto ciò che sta avvenendo
in Italia vede come protagonista Napolitano, non importa se dietro le
controfigure di Monti prima e Letta dopo, comparse sulla scena politica
dominata da un unico soggetto, il presidente Napolitano.
Ora, ci saranno anche magistrati che in tutta coscienza
pensano ad applicare le norme sul vilipendio al capo dello stato, ma tutto ciò
non può arrestare il dibattito politico. Se insomma lo stesso Napolitano decide
di collocarsi proprio al centro dello scenario politico relegando il parlamento
a una funzione subalterna, non parlare di Napolitano, magari per paura di
incorrere nei rigori della legge, corrisponde a smettere di discutere di
politica, come in effetti ormai fanno parlamentari dei vari partiti che parlano
del nulla, o meglio di come spartirsi ciò che rimane di questa nazione senza
capire che stiamo andando dritti a sbattere contro un iceberg. Parlare di
politica e parlare di Napolitano oggi in Italia sono cose che coincidono,
pregherei pertanto i magistrati a farsene una ragione, tutti vorremmo tenere da
parte il presidente che è il nostro presidente, ma è lui il primo a non essere
d’accordo col suo palese protagonismo, chi commenta deve tenere necessariamente
conto della situazione di fatto che non è certo il commentatore ad avere
creato.
La mia conclusione è quindi che l’avere creato l’eccezione
Monti ha causato una permanente mortificazione di un parlamento già
abbondantemente mortificato dalle montagne di decreti legge, trasformati a suon
di voti di fiducia. Questo parlamento è palesemente incapace di riappropriarsi
delle prerogative che la costituzione gli riserva, evitiamo almeno di
investirlo di compiti di revisione costituzionale, sarebbe come consegnare una
pistola carica ad un bambino, non è cosa adeguata a tale parlamento di inetti
nominati: meglio un parlamento pletorico ed inefficiente che un parlamento
golpista.
Tornando ora alle due questioni che introducevo all’inizio,
non v’è dubbio che vi sia tra loro una chiara coerenza, entrambe sembrano
consegnare il nostro paese ai mercati. Draghi crede che gli stati dell’eurozona
si debbano presentare davanti ai mercati senza difese, come se fossero dei
privati, ma, guarda caso, i privati veri, cioè le banche della stessa eurozona,
hanno diritto all’aiuto della BCE, con il che la BCE è complice delle banche, è
parte della stessa logica privata, e non vedo perché mai uno stato sovrano
dovrebbe permettere che le prerogative statali vengano impunemente utilizzate
per difendere interessi privati, nella vita di ogni giorno si parlerebbe di
appropriazione indebita, un reato specificamente previsto dal codice penale.
Allo stesso modo, Napolitano annunciò l’insediamento del
governo Monti per salvare l’Italia dall’assalto dei mercati, e Monti non smise
più di giustificare i salassi più tremendi dicendo che erano i mercati a
chiedercelo.
Ora mi chiedo perché mai una persona qualsiasi, uno come me
ad esempio, dovrebbe accettare di assoggettarsi all’autorità dello stato se
questo non mi difende dai pericoli. Le persone si sono unite a costituire gli
stati per difendersi meglio sia dalla natura che da altri uomini. Non importa
adesso quali siano le armi che il nemico utilizza, se i mercati mettono in
forse il mio modo di vita, io pretendo che lo stato e chi è stato preposto al
compito di rappresentarlo, mi difenda anche dai mercati in maniera pronta ed efficace.
Se esso non lo fa, allora la sua autorità rischia di essere messa in dubbio, e
già dobbiamo ammettere che si tratta di uno stato illegittimo dal punto di
vista etico. Non so che farmene di un governo che mi massacra per assecondare i
mercati, pretendo che il mio stato, quello che anch’io contribuisco a
costituire ed a far funzionare, si opponga agli attacchi del mercato, assumendo
le iniziative che uno stato sovrano sicuramente ha a sua disposizione.
Aspettatevi a presto una terza puntata riguardante quello
che io vedo nel nostro futuro più prossimo.
E se non fosse proprio questa l'intenzione costruttivista di senso che si vorrebbe indurre? Cioè quella che tu hai efficacemente sintetizzato: perchè rispettare uno Stato che non garantisce più nessun patto fondativo di relazione fra i cittadini?
RispondiEliminaIl potere è quindi veramente anarchico come dichiarò PPP? E quello che attraverso i nostri blog "loro" stanno eterodeterminando è proprio dichiarare la fine del patto, di ogni patto, di cittadinanza? Siamo i critici del sistema o appendici inconsapevoli di esso?
Veramente, la mia era una constatazione, non un'invocazione. Non dico che bisogna disfarsi degli stati, dico che uno stato che non difende i propri cittadini, è per questa stessa ragione uno stato indegno.
RispondiEliminaInoltre, mi vado sempre più convincendo che questa estrema raffinatezza strategica che tu sembri volere sottolineare, non esista. Per come la vedo io, non solo ai vertici italiani, non solo ai vertici europei, ma perfino ai vertici mondiali non s'intravede proprio alcuna coerente strategia che abbia un obiettivo finale chiaro, il che appunto è la condizione necessaria perchè si possa parlare di strategia. L'unica cosa che vedo è un meschino, disperato e perciò stesso feroce tentativo di tirare più a lungo possibile, ma di questo parlerò nel prossimo post.