Credo, ma forse sono troppo ottimista, che le sciagurate
regole rigoriste di ispirazione tedesca che tanti danni hanno provocato anche
qui in Italia, avendo l’unico effetto di deprimere l’attività economica e il
livello di occupazione, stiano per essere abbandonate, nessun paese europeo se
le può più permettere, neanche a quanto è dato sapere la stessa Germania. Dico
che le misure di rigore sostenute ed applicate con massimo vigore dal funesto
governo Monti/Napolitano hanno avuto questo unico effetto perché chiunque abbia
qualche vago rudimento di matematica potrà verificare che non v’è stato alcun
miglioramento né per quanto riguarda l’ammontare del debito pubblico che anzi è
cresciuto più che durante il governo Berlusconi, sia nel livello del disavanzo
che si mantiene a stento sotto il 3%. Qui, o siamo in presenza di imbecilli,
che non sanno aggiustare un bilancio pubblico anche facendo crescere
enormemente la tassazione, o siamo in presenza di criminali che scientemente
hanno depresso l’economia italiana per favorire altri paesi. Rimango allibito
quando vedo la presentazione di nuovi libri, vedo gli stessi economisti che
hanno così alacremente sostenuto Monti, ancora venire sui media a reiterare le
loro fallimentari ricette, in presenza dei soliti giornalisti compiacenti. Possibile
che non in pieno medioevo, ma nel nuovo millennio, inaugurato all’insegna del
progresso tecnologico, che non ci si confronti mai con l’esperienza, che le
teorie sostenute possano essere impunemente portate avanti senza accettare la
smentita dei fatti? Ma in che razza di mondo viviamo se non si forma una classe
dirigente in grado di rintuzzare tutte le menzogne più o meno scientemente
propinate nei media?
Forse però a poco a poco la verità si fa largo, abbandonando
le ricette più rigoriste...
Tuttavia, ciò non mi tranquillizza per niente, perché si
fanno sotto i keynesiani ad ogni costo.Di fatto, le ricette che propongono partono proprio dalla
critica alle politiche europee ed alla stessa istituzione dell’euro. Il
ragionamento sembra non fare una piega. Essi osservano la situazione
internazionale con particolare attenzione ai paesi più simili a quelli europei,
e dicono che bisogna seguire le ricette degli USA, dell’UK, del Giappone.
Insomma, se la zona euro sta così male e gli altri paesi più
sviluppati stanno quasi bene, allora la risposta sembra ovvia, bisogna
abbandonare le regole di ispirazione tedesca a sposare quelle anglosassoni,
recentemente abbracciate con particolare fervore dall’attuale governo
giapponese, insediatosi da appena pochi mesi.
Tuttavia, le cose ovvie non sono sempre quelle giuste, e
forse si dovrebbe riflettere sulla storia stessa dell’attuale crisi economica.
Da uno sguardo anche fuggitivo, risalterebbe che la crisi non è nata in Europa,
è nata proprio negli USA diventando altrettanto dirompente presto anche in UK,
cosicché, invece di farci abbagliare dall’esempio europeo che risulta più
cocente in quanto ci riguarda di persona, possiamo invece tentare di capire
cosa è successo nel 2008 e se quei paesi dove la crisi è nata, siano nel
frattempo guariti, se abbiano trovato dei metodi per venirne fuori.
Sarebbe così immediato riscontrare come in verità è vero che
se guardiamo all’evoluzione del PIL, USA e UK stanno molto meglio di noi, ma
questi risultati apparentemente positivi, sono in realtà stati ottenuti
soltanto proseguendo inalterati quella politica economica che ha portato alla
crisi. E’ come un automobilista che, in seguito all’alta velocità, abbia subito
un lieve incidente che gli ha deturpato l’intera fiancata, e che, allo scopo di
non fare vedere il danno subito, si metta a correre ancora più velocemente, in
modo che sia impossibile vedere gli sfregi sulla fiancata.
Una metafora più efficace rimane quella del tossicomane che
con dosi crescenti elimina i sintomi di astinenza, ma che in questo modo
traccia già il suo esito fatale per overdose.
Teniamo fuori dai miei ragionamenti il Giappone, perché non
conosco quasi nulla su quell’economia, né sulle cause più o meno profonde della
crisi come lì si presenta.Se guardiamo così ai paesi anglosassoni, vediamo come gli
ultimi due decenni mostrino una forma inedita di politica keynesiana. In
sostanza, gli stessi monetaristi si sono impadroniti della teoria di Keynes,
applicandola nella maniera più spregiudicata ai settori finanziari privati, in
sostanza all’intero sistema bancario anglosassone, il più potente del mondo.
Ciò, sia detto per inciso, è stato possibile a seguito della sciagurata
decisione di Clinton nel 1998 di eliminare i controlli legislativi introdotti a
seguito della storica crisi del 1929, che vincolavano i comportamenti delle
banche.
Indipendentemente dalle condizioni che un potere politico
irresponsabile ha concesso, le banche hanno deciso di operare anche loro come
gli stati nazionali. Non hanno potuto battere moneta, questo ancora non è stato
loro concesso, ma hanno potuto però emettere ogni genere di titoli, anche i più
improbabili, ed è proprio da questo punto di vista che le banche si sono
attribuite un privilegio che storicamente è prerogativa degli stati, ampliare a
piacere la propria liquidità. Il risultato è che oggi abbiamo un totale di
titoli, pubblici e privati complessivamente, superiore a nove volte il PIL
mondiale. A un certo punto, il meccanismo infernale innescato dalle banche, si
è interrotto,e questo è avvenuto nel 2008, dopo che la crisi scontata del
mercato immobiliare che era in corso già da un anno, ha cominciato ad
esercitare i propri effetti sul mercato finanziario a seguito delle rate dei
mututi non riscosse per fallimento del contraente.
Forse non tutti sanno che questa crisi non è stata mai
risolta, che i titoli inesigibili (comunemente detti tossici) continuano a
stare sul mercato,e che la cosiddetta soluzione e data dal continuo aiuto
statale alle banche. Tale aiuto consiste nel fornire alle banche la liquidità
necessaria per continuare in questa finzione, quella del rinnovo dei titoli in
scadenza e dei loro interessi. A questo scopo, la FED immette nel mercato
liquidità per almeno 40 miliardi di dollari ogni mese, e perfino la presunta
rigorista BCE ha immesso poco più di un anno fa la stratosferica cifra di mille
miliardi di euro a favore proprio delle banche, senza che la rigorista Merkel e
il suo nugolo di seguaci sparsi un po’ in tutta Europa, avessero qualcosa da
obiettare, 150 miliardi alla Grecia per salvare il paese no, mille per le
banche, prevalentemente francesi e tedesche, sì e sull’unghia, senza perdite di
tempo e senza porre condizioni di sorta, una vera schifezza insomma.
Ora, rispetto alle classiche ricette keynesiane, la
differenza non è che sia così forte, cambia la finalità della liquidità
immessa, non serve per stimolare l’attività produttiva col connesso aumento
dell’occupazione, ma per incrementare l’attività finanziaria che nutre sé
stessa. E’ questo il motivo per cui l’aumento enorme di liquidità che si è
avuto in questi ultimi cinque anni non ha avuto effetti inflattivi, tale
liquidità in effetti è rimasta confinata nei circuiti bancari (infatti per la
gran parte non ha richiesto la stampa di banconote, solo numeri sui computer
degli operatori). Si potrebbe richiamare la metafora dell’avere a tavola alcuni
soggetti bulemici, anche portando quantità enormi di cibo a tavola, gli altri
commensali rischiano di fare la fame, perché i bulemici fanno piazza pulita di
tutto ciò che viene servito.
Tuttavia, in questo modo, stiamo gonfiando sempre più il
sistema finanziario e che debba prima o poi scoppiare è un fatto, rimane da
stabilire soltanto quando, su questo non è facile fare previsioni. Quando avremo
questo big bang finanziario, sarebbe necessario avere circuiti bancari
alternativi, o almeno non avere tutto questo denaro in giro. Se oltre ai
titoli, perdono di valore anche le banconote,potremmo essere costretti a
tornare al baratto, possibile che nessun governante si ponga un tale problema?
Per queste ragioni, trovo grave che le persone con cui
condivido il comune obiettivo di uscire dall’euro non si rendano conto che
l’euro è solo una parte,e neanche la più
rilevante del problema con cui abbiamo a che fare, che le banche e gli stati ad
esse succubi e consenzienti hanno già bruciato quella possibilità offerta dalle
teorie di K;eynes di contrastare la crisi, magari sulla scia delle politiche
post-29, oggi la situazione è drammaticamente molto più grave perché non
esistono soluzioni se non accettando di bruciare tutta questa cartaccia messa
in giro, facendo così fallire il sistema bancario globale. Pensare di curare la
tossicodipendenza con dosi crescenti di droga è in effetti una tesi così idiota
che riesce difficile capire come i governi possano ancora sostenerla e come non
sia possibile scovare in giro gente che sia in grado di sostenere l’ipotesi
opposta, quella del fallimento controllato e guidato da attuare il più presto
possibile, la cronica mancanza di una classe dirigente di ricambio.
Accenno, evitando di dilungarmi su quest'aspetto che pure è fondamentale, della indesiderabilità dell'aumento del PIL in presenza di uno sfruttamento crescente e già fuori controllo delle risorse ambientali.
L'economia ha perso di strada il principio principe: come allocare le risorse con la maggiore efficienza, socio-economica e politica. E' per questo che l'economia negli antichi era cosa dei "pratici", ovvero delle donne nella gestione della "casa".
RispondiEliminaOggi sembra che l'economia sia guidata dall'assunto opposto, o meglio dall'ex-posto per eccellenza: il denaro e il carattere astratto del valore.
Forse è il caso di recuperare il carattere "femminile" dell'economia, e lasciare gli uomini a ciò che più prediligono fare.