lunedì 13 maggio 2013

LA TERZA REPUBBLICA E' GIA' PARTITA



E dunque, possiamo affermare che a partire dall'ultimo fine settimana, siamo già in piena terza repubblica. Ce ne sono tutte le condizioni, tranne quelle formali connesse alle necessarie modifiche costituzionali, ma nei fatti la direzione del cambiamento appare ben tracciata da Napolitano e dai suoi numerosi seguaci.
Ciò che avverto è appunto un netto cambiamento di clima, sento negli avvenimenti di quest’ultimo periodo l’odore delle maggioranze di centrosinistra che hanno governato l’Italia soprattutto di quelle degli anni ottanta, che differivano parecchio dalle precedenti...

Dalla fine degli anni settanta, dopo la tragica stagione del coinvolgimento in varie forme del PCI nella maggioranza in pieno attacco delle BR allo stato, inizia in pieno il periodo del PSI di Craxi che per la prima volta si pone da pari a pari alla DC senza accettarne l’egemonia. Nei fatti, i parittini che pure concorrevano a formare la maggioranza, diventavano sempre più insignificanti e per molti versi si può dire che si ebebro governi formati da due partiti, l’uno la DC che restava e di parecchio il partito con maggiori consensi, e dall’altra parte il PSI che con una percentuale di consensi di poco superiore al 10% e mai maggiore del 20%, pure rivendicava un ruolo egemone sfruttando la sua indispensabilità per raggiungere la maggioranza parlamentare.
Ebbene, non vi sembra che il nuovo governo Letta somigli tanto a quel modello di governo rissoso per la presenza di partiti incapaci di andare d’accordo tra loro, ma condannati a stare assieme dalla situazione voluta da Napolitano?
Questa è la caratteristica che rende simile questa terza repubblica a cui ci vogliono condurre, alla prima, così differente dalla conclusa stagione della seconda, in cui si pretendeva invece di avere maggioranze e governi coesi, questo ormai non viene neanche preteso più da nessuno, si da’ per scontato che tutte le misure verranno fuori da un defaticante compromesso all’interno dello stesso governo. Sarebbe però un errore giungere alla conclusione affrettata che la terza repubblica sia come la prima. Ho appunto citato l’aspetto che accomuna in qualche misura questi due periodi politici, ora voglio sottolineare cosa li rende differenti.
La caratteristica che mi pare venga avanti con forza è una volontà chiara e decisa di minimizzare il ruolo del parlamento. Ricordo a qualcuno che si fosse distratto che le commissioni parlamentari sono state costituite solo molto recentemente, con la motivazione manifesta che senza governo, esse non potevano essere costituite. Tale affermazione, prima ancora dei suoi effetti pratici, corrisponde ad una mentalità golpista, solo chi ignora la costituzione può lasciarsi andare a simili affermazioni. Sarebbe davvero ben strano che l’organo a cui viene attribuita la funzione legislativa per operare abbia bisogno di un altro potere dello stato, il governo a cui è attribuita la funzione esecutiva.
Ho voluto sottolineare che lo spirito golpista si manifesta nell’affermazione, perché in realtà le cose stavano così già da un po’ di tempo. Che il governo abbia già quasi per intero sequestrata ogni funzione legislativa la parlamento, soprattutto attraverso le corsie preferenziali, i decreti legge, l’istituto della fiducia che impedisce al parlamento perfino di discutere dei provvedimenti che il governo decide di portare in parlamento. è cosa nota. Il passo in vanti gravissimo a cui oggi assistiamo è la teorizzazione di questo dato di fatto, non si tenta di occultare il fatto con manovre dilatorie, ma anzi si afferma apertamente che il parlamento è un’istituzione priva di una propria indipendenza, e che può operare solo se supportata da altri organi dello stato, e questo è da tutti i punti di vista un’affermazione golpista, e la mancanza totale di un’adeguata stigmatizzazione da parte della grande stampa mostra ancora una volta come il sistema istituzionale stia sempre più perdendo ogni caratteristica democratica effettiva, rimanendo come un vuoto simulacro a nascondere un sistema autoritario tendente al dispotico.
Ora, con la costituzione di questo governo, si da’ il colpo finale al sistema di democrazia parlamentare, e davvero non si capisce quale funzione sarebbe chiamato a svolgere il parlamento una volta che i compromessi vengono ricercati e perfezionati già all’intenro del governo, fino ad arrivare a un parossismo governocentrico con la pretesa che sia all’intenro del governo che vada elaborata la riforma costituzionale.
Quest’ultima è una notizia molto recente, il progetto tanto caldeggiato da Napolitano della costituzione di una “Convenzione per le riforme” indipendente dal parlamento sembra abortito, Napolitano si sarà reso conto che gli conviene confinare ogni dibattito all’interno del governo, un governo ormai divenuto unico organo fondamentale del sistema istituzionale, ma difatti mero strumento del potere dispotico che il capo dello stato si autoattribuisce con la complicità di quegli stessi figuri che si spellavano le mani ad applaudire napolitano che in piena seduta solenne per il proprio giuramento, insultava senza sconti le forze politiche.
La spiegazione di questo disegno che tende a recintare in spazi ristretti l’operato del parlamento, chiamato ormai a muggire a un cenno del capomandria, sta nel pericolo che il suffragio universale pone al sequestro del potere da parte di un potere finanziario internazionale sempre più predatore deliberato a distruggere ogni risorsa per autoperpetuarsi. Come dico da tempo, contrariamente all’opinione prevalente, qui non ci sono persone che avrebbero le giuste ricette politiche e che non riescono a raggiungere un adeguato consenso, no, qui è tutto il contrario, c’è una volontà anzi una richiesta manifesta di cambiare politica, ma manca chi sappia cogliere questa richiesta. E’ bastato il sistema, peraltro modesto come capacità di elaborazione politica, di Grillo – Casaleggio per raggiungere percentuali pari a partiti ormai storici nel nostro sistema politico. Immaginate se si costituisse davvero un partito che fosse portatore di una nuova visione del mondo, perfettamente organizzato e coeso, pensate che non potrebbe risultare vincitore delle elezioni? Io credo di sì, e sarebbe così indispensabile salvare il sistema di potere attuale in tutti i modi, come del resto si sta facendo adesso, mettendo assieme quei partiti che per venti anni c’hanno fatto credere essere tra loro alternativi. Ma per completare la messa in sicurezza dal loro punto di vista del sistema, non basta tenere fuori questi neopartiti dal governo, bisogna anche rendere la lroo presenza in parlamento inutile, del tutto inefficace, e ciò può essere ottenuto soltanto togliendo competenze al parlamento, lasciargli solo il muggito a comando per assecondare l’operato del governo teleguidato dalle telefonate di Napolitano.

3 commenti:

  1. Mi sono perso la riscrittura della Costituzione per questa "terza" repubblica. Mi ero perso anche quella della "seconda". La verità è che siamo ancora sempre nella prima repubblica, con tutte le sue contraddizioni riportate pari pari. Chi parla di "seconda" e "terza" repubblica non sa di cosa sta parlando.

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  2. Ma no, tentiamo di rifletterci su.
    La costituzione fornisce il substrato duro, quello teoricamente inviolabile a cui le istituzioni sono vincolate ad operare.
    Ciò che poi avviene nei fatti è che le istituzioni che poi sono molto più personalizzate di quanto si vorrebbe, operano con il massimo grado di libertà compatibile con tale vincolo, anche se purtroppo capita anche che perfino questo vincolo venga violato. Lasciando da parte tali violazioni, rimane in ogni caso il fatto che le regole fissate dal tersto costituzionale lasciano comunque ampi margini di manovra, anche perchè i nostri padri costituneti che hanno costruito un testo davvero bello , abbiano tuttavia dimenticato di introdurre nel testo le regole elettorali. La cosiddetta seconda repubblica, mai promulgat ufficialmente visto che ciò avrebbe richiesto un nuovo testo costituzionale, è il duplice frutto di nuove regole elettorali che tendevano a favorire le coalizioni, e di una nuova prassi il cui tratto distitntivo più importante è il ruolo molto più attivo ed importante del Presidente della Repubblica. Inoltre, un altro elemento caratteristico è stato quello di aumentare il ruolo del governo, come si poteva prevedere una volta che fai una legge elettorale che prevede le coalizioni premiandole.
    Tuttavia, proprio il mantenimento di una costituzione inalterata e le modifiche di cui ho già detto, hanno creato dei problemi come del resto sarebbe stato ovvio prevedere.
    Oggi, Napolitano, proprio alla luce di tali problemi, sta tentando di far partire una terza repubblica accompagnandola con le richieste modifiche costituzionali. Naturalmente, malgrado lo assencondino in tanti, non è detto che la cosa vada davvero in porto, ma sarebbe miope non vedere che tale tentativo è in corso, come negare che dopo il 1993 non sia cambiato nulla nell'ordinamento istituzionale italiano.

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