martedì 30 aprile 2013

IL GOVERNO LETTA E LA RIFORMA ISTITUZIONALE



Sì, lo ammetto, ho sottovalutato la portata complessiva della manovra orchestrata da Napolitano. In realtà, non è in dubbio il fatto che l’interesse internazionale sia prevalente, garantire ai circoli finanziari internazionali ancora qualche anno d’aria prima del big bang con cui salterà l’intero sistema bancario privato globale (ma forse portandosi dietro interi bilanci statali), ma il piano per chiudere l’esperienza della cosiddetta seconda repubblica sembra ben congegnato, e rappresenta un effetto collaterale di grande importanza.
In questo senso, le parole pronunciate ieri alla Camera da Letta non lasciano dubbio alcuno. Seppure egli abbia preannunciato una serie di misure di politica economica impegnandosi a dare loro corso nel brevissimo termine, non può tuttavia sfuggire la centralità che egli ha dato alla riforma della stessa costituzione, con l'annunciato lancio di un’apposita commissione. Particolarmente rilevante è stato il fatto che Letta abbia dato già un termine al lavoro di questa commissione, diciotto mesi, trascorsi i quali egli ha esplicitamente detto che avrebbe tratto le sue conclusioni, cioè in altre parole si procederebbe allo scioglimento del parlamento e l’indizione di nuove elezioni. E’ chiaro che letta non ha come premier questo potere, ma è evidente che si tratta di un piano concordato con Napolitano che rimane dietro le quinte a guidare l’operazione, pronto lui che ne ha i poteri di far seguire alle dimissioni del governo letta lo scioglimento dello stesso parlamento...

Si tratta quindi qui di una procedura ben diversa di quella utilizzata per il passaggio alla seconda repubblica. In quel caso, si è proceduto con modifiche normative minime, puntando in definitiva quasi esclusivamente sulla legge elettorale, mentre in questo caso si vuole procedere all’interno di un quadro coerente, il che comporta tra l’altro l’introduzione di modifiche alla stessa costituzione.
Ciò che questi sedicenti riformatori espongono è la riduzione del numero dei parlamentari, la costituzione del senato delle regioni, tutte modifiche senza dubbio alcuno rilevanti, ma di cui si è già discusso a lungo e che sembrano raccogliere un vasto consenso. Sembrerebbe che non occorra scomodare alcuna commissione per modifiche costituzionali che appaiono addirittura scontate, ed invece la commissione ci sarà, e Napolitano vuole dare ad essa un ruolo centrale.
Devo quindi dedurne che i compiti della commissione saranno ben più vasti e riguarderanno anche temi su cui il consenso non appare per niente scontato. Lo conferma anche, dopo tanto frastuono prima delle elezioni, il silenzio di Napolitano oggi sulla legge elettorale, il che sarebbe coerente con l’introduzione di modifiche di natura istituzionale tali da condizionare totalmente il meccanismo elettorale.
E’ ovvio riferirsi all’ipotesi di introdurre in Italia una qualche forma di presidenzialismo, eventualmente sotto forma di semipresidenzialismo, pensiero ovvio se consideriamo che Napolitano non ha nascosto, anzi ha ostentato deliberatamente la sua volontà di operare come un despota nella situazione data, permettendosi anche di andare ad ingiuriare il parlamento tra gli applausi dementi degli stessi parlamentari. La forma di presidenzialismo di fatto che Napolitano ha già inaugurato nel novembre del 2011 dando il benservito a Berlusconi ed inventandosi dal nulla un governo Monti con la ciliegina inaccettabile della nomina di questi a senatore a vita, suggerisce che oggi lo stesso presidente rieletto, in una situazione di particolare forza di fronte a un PD ridicolizzato ed inerme, voglia sancirlo formalmente introducendo le dovute modifiche costituzionali.
Per il resto, non so se le modifiche non saranno di portata ancora più vasta, in questo contesto, mi aspetto di tutto, una volta che l’equilibrio dei poteri si è clamorosamente rotto, il despota può fare ciò che più gli aggrada.
Rimane da capire cosa abbia convinto napolitano a puntare così decisamente su una cospicua riforma della nostra carta costituzionale. La mia ipotesi è che Napolitano si sai convinto che il successo clamoroso del M5S non costituisca un episodio confinato nel tempo, ma che al contrario sia una modifica nelle abitudini di voto che avrò vita lunga.
Se le cose stessero così, si capisce come bisogna annullare l’antagonismo tra i due principali partiti tradizionali, a favore della contrapposizione più marcata che separa movimenti come quello grillino dai partiti tradizionali. La commissione ha così il compito di innalzare una barriera dentro cui recintare movimenti di questo tipo rendendoli così ininfluenti ed inoffensivi, lasciando agli altri il compito di governare come si è sempre governato.
In fondo, bersani è stato distrutto da Napolitano proprio perché osava in qualche misura usare i suffragi del M5S, e questo non gli poteva essere consentito.

5 commenti:

  1. Non so chi ci sarà tra 18 mesi. Forse solo lui e la cricca di inciuciatori. Non ci sono novità sul versante lavoro che continua a dimnuire insieme alle aziende che chiudono. Eppure le possibilità per resistere, ci sono:eccome! Come evidenzia benissimo Nino Galloni in una intervista rilasciata a Messora che l'ha pubblicata sul suo blog "ByoBlu". Il passaggio più eclatante secondo me è che Italgas e Ansaldo dispongono in cassaforte di due brevetti in grado di trasformare i rifiuti domestici in energia senza inquinare. La persona che lo dice non è uno sconosciuto, come le aziende che cita. Perchè non si tengono l'IMU e contemporaneamente consentono l'utilizzo di una tecnologia che (ci) risolverebbe un sacco di problemi?

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    1. Beh, veramente dubito che lo sfruttamento di due brevetti, per quanto geniali, possa risolvere i problemi economici di una nazione, qui si devono cambiare molte cose e molto profondamente, la soluzione non credo che sia agevole, serve a qualcuno e a qualcosa banalizzare, come se siamo in crisi per una cosa da niente?

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  2. Questo governo è di caratura internazionale, ovvero la rosa dei nomi è stata scelta nelle ambasciate. E' un governo atlantista e filosionista. Nulla da recriminare, ma leggiamolo non unicamente come una cricca di notabili ed un blocco sociale che proverà a sopravvivere a sè stesso, ma come un'indicazione ai mercati e ai potenti mondiali di resa politica dei partiti (parte di essi) che ci hanno governato.
    Mentre Napolitano telefonava negli USA per ottenere indicazioni su come uscire dall'impasse, Berlusconi era in visita da Bush per raccogliere il sostegno di alcune aree finanziarie internazionali, e Grillo in Germania a dire che verranno a bussare alla cassa per avere respiro al fine di ristabilire e consolidare, attraverso la spesa pubblica, il proprio blocco sociale ed elettorale. A Zanonato è lasciato l'arduo compito di interloquire con quella parte ancora produttiva del Paese (il NordEst) che sempre più si abbraccia a Grillo dopo aver lasciato i lidi leghisti. Il ruolo della finanza internazionale, che lo stesso ministro degli esteri andrà a rinsaldare, servirà a dargli (a Zanonato) le parole.
    Certamente, questo governo è il meno europeista che si poteva prevedere, nel senso il meno germanico rispetto a quello montiano appena uscito di scena.
    Quale guerra si prospetta all'orizzonte?

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  3. Molto interessante la notizia dell'incontro Bush-Berlusconi che mi era completamente sfuggito: è una notizia certa?

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  4. La chiusura definitiva del governo letta è stata possibile solo dopo che berlusconi è ritornato da bush.

    http://www.repubblica.it/esteri/2013/04/26/foto/omaggio_a_bush_il_sonnellino_di_berlusconi-57475886/1/

    Presenti, oltre a Obama, una serie di "pensionati" della politica... ad eccezione di lui. Naturalmente le occasioni come queste sono le migliori per fissare accordi, diciamo.

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