venerdì 12 aprile 2013

A PROPOSITO DELLE PROSSIME ELEZIONI A CAPO DELLO STATO



Assisto con crescente disappunto al mercato delle vacche che si sta svolgendo sull’elezione del nuovo capo dello stato. Da una parte, trovo del tutto disdicevole queste trattative tra partiti, ed ancora di più quanto si va svolgendo nell’ampio palcoscenico mediale, dall’altra rabbrividisco rispetto alla gran parte del parterre di nomi che vanno circolando in questi giorni...


Apparentemente, i partiti si stanno impegnando fortemente per dare il peggio di sé. Dopo avere reso complicata, con la collaborazione decisiva di napolitano, una situazione in sé semplice ed a sbocco obbligato, dopo avere così determinato l’impossibilità di far succedere un qualsiasi esecutivo al peggior governo della storia repubblicana, e doverci così tenere ancora Monti e la sua modesta compagine, ora non nascondono neanche più di volere deliberatamente bloccare l’attività parlamentare. In questa questione, è particolarmente significativa la dichiarazione di ieri della Boldrini che fa ora dipendere la costituzione delle commissioni parlamentari non più dall’esistenza di un governo che abbia ricevuto la fiducia parlamentare, ma dall’elezione del presidente della repubblica. Ciò dimostra due cose. La prima è che il vero obiettivo di PD e PDL era sin dall’inizio costituito dal rinvio di ogni attività parlamentare, così che si può passare senza batter ciglio dalla mancanza di un governo alla mancanza di un capo dello stato nel pieno delle sue funzioni, scuse evidentemente per prendere tempo a spese degli italiani. La seconda cosa che si dimostra è che la presenza di due figure di politici non professionisti a capo delle camere parlamentari non garantisce in alcun modo una loro indipendenza, entrambi costoro appaiono come pedissequi esecutori dei voleri dei partiti che li hanno votati, ed anzi risultano imbarazzanti nella loro volontà di compiacere non essendo in grado neanche di mascherare la loro fedeltà acritica con qualche forma di motivazione che li possa in qualche misura distinguere, nella loro imperizia, ammettono senza vergognarsene di eseguire ordini provenienti da altri soggetti.

Ora, questi partiti sono impegnati a tempo pieno a inciuciare sulle prossime elezioni del capo dello stato. La cosa è molto sgradevole, ma in qualche modo inevitabile. Come dicevo, trovo perfino peggiore tutto il pettegolezzo che invece si svolge in rete, inqualificabile addirittura la decisione del M5S di stabilire chi votare mediante un sondaggio in rete. Faccio presente a Grillo ed ai suoi, se se ne fossero dimenticati, che la costituzione che pure a volte richiamano con tanto ardore, prevede esplicitamente che il capo dello stato venga eletto da un migliaio di grandi elettori, cioè in questo specifico caso esclude sin dall’inizio ogni forma di cosiddetta democrazia diretta (qui non posso approfondire l’argomento, ma i sondaggi in rete tutto saranno tranne che democrazia diretta, peggio ancora da questo punto di vista delle stesse primarie). Tentare di trasformare un’elezione di secondo grado (che passa cioè attraverso la designazione di grandi elettori) in un’elezione diretta da parte dei cittadini, costituisce palese violazione della costituzione. Del resto, andando per blog (i social networks mi risultano indigesti, e così devo usarli con parsimonia estrema), si vede questa febbre del totonomine che ha colpito questo popolo. La cosa potrebbe costituire in fondo solo una curiosità, ma in realtà non è così, perché la proposizione di nomi a volte benemeriti e che ci potremmo anche augurare di vedere prossimi inquilini del quirinale, rischia più che altro di bruciarli, rendendoli espressione di circoli minoritari e causando un rifiuto da parte di altri e più potenti circoli.

Io inviterei tutti, soprattutto quelli che come me hanno a disposizione solo il loro blog, quelli insomma che contano poco o nulla, di tacere, non spetta a noi designare questa fondamentale carica istituzionale. Non si tratta soltanto di rispetto delle competenze e dei ruoli come previsto dalla costituzione, ma come dicevo da una lunga storia di questo genere di elezioni, in cui quasi sempre viene eletto un outsider, viene fuori un nome poco o per nulla previsto: credetemi, l’unico modo per sostenere una certa candidatura è tacere su di essa.

In verità, l’unica consolazione in questa situazione così vergognosa, è proprio questa, che in genere questi grandi elettori manifestano una indipendenza di giudizio e di voto molto maggiore di quella loro abituale, e puniscono severamente ogni tentativo di imposizione da parte dei loro capi. Credo che stavolta anche il tentativo penoso di grillo di trasformare la natura stessa dell’elezione con questo vergognoso sondaggio in rete, fallirà clamorosamente, nel segreto dell’urna ognuno si sentirà libero di esprimere la proprio reale volontà. Quando un gruppo abbastanza numeroso si aggregherà più o meno spontaneamente su un nome adeguato, questo sarà eletto di colpo e senza che i capetti di turno possano influenzare le cose più di tanto, questa tradizione finora c’è stata e speriamo che prosegua ancora, questo è il mio personale augurio.

2 commenti:

  1. "l’unico modo per sostenere una certa candidatura è tacere su di essa", probabilmente è così ma non lo condivido. Dicano almeno quali sono i criteri dei nomi su cui lavorano e non ci raccontino la storiella di una persona che tuteli la costituzione ormai seppellita dalle firme dei vari trattati (senza informarci). Condivido chi dice che Napolitano nel viaggio in Amercia e Germania sia andato chiedere lumi sul nome che anzitutto dovrà garantire loro.
    Cacciari sostenere che dal nuovo presidente dipenderà il governo: se sarà Prodi larghe intese, se Amato o facsimile govermo Bersani di minoranza.
    Un disastro comunque!
    Sulle commissioni il problema è che devono stabilire bene i ruoli: per consuetudine alcune commissioni importanti spettano all'opposizione e non credo vogliano alla presidenza di qualcuna di esse un cinquestelle.

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  2. Capisco il tuo punto di vista, ma davvero questa è un'elezione di una specifica persona, e come tale non vedo quali criteri ci si possa imporre, ci vuole una persona degna di ricoprire un ruolo così delicato, e quindi tutto dovrebbe dipendere da un giudizio proprio di natura strettamente personale. Qualunque procedura, per quanto intrapresa con le migliori intenzioni, può portare soltanto ad ostacolare l'emergere del nome giusto.
    Per quanto riguarda le commissioni, non v'è dubbio che come tu dici, di pèroblemi ve ne sono tanti e taluni anche m olto delicati. Ciononostante, non si vede come queste problematiche possano poi portare al risultato per me paradossale di bloccare il parlamento, le cose difficili non è che si mettono da parte, ma si affrontano con l'impegno richiesto.

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