Così, la toppa è stata messa, alle lacerazioni causate dalle faide interne piddine, non si è trovato di meglio che opporre la ripetizione di un copione già visto e che già ha causato gravi danni al nostro paese. In dialetto lombardo (e quindi scusatemi se non posso riportare la citazione letterale), si dice che la toppa può essere peggio del buco che vorrebbe ricoprire, vedremo fino a che punto il sarto è stato all'altezza del compito...
Alla fine, Napolitano è stato costretto a tornare sulle proprie decisioni di ritirarsi da ruoli istituzionali, come da tempo annunciato e solennemente riconfermato sino a pochi giorni fa.
Rimane da capire chi l'ha costretto a ripensarci. Non credo che tale ripensamento possa essere attribuito a Berlusconi o a Bersani, o comunque soltanto a soggetti nostrani. Sembra logico immaginare che le preoccupazioni per l'adesione sempre più dolorosa fino al masochismo dell'Italia alle regole rigoriste che l'Europa ha escogitato per rispondere alla crisi del debito privato del sistema bancario globale, abbia spinto i potenti del mondo a sollecitazioni insistenti a Napolitano a rimettersi in campo.
Se questa è la reale motivazione, la più importante, del gesto di Napolitano, non si può tuttavia sottovalutare l'atteggiamento soggettivo delle forze politiche italiane sempre più terrorrizzate dalle propria capacità autodistruttive che si erano evidenziate nel corso delel precedenti votazioni e che hanno subito individuato in Napolitano la figura che avrebeb potuto fugare ogni rivalità, sottoscrivendo così quello che può essere considerato un armistizio.
Il lungo applauso dei grandi elettori quando, sbagliando anche in quel dettaglio, hanno pensato che fosse stato già raggiunto il quorum richiesto per la rielezione, non era riservato a Napolitano, ma a sè stessi, nel momento in cui si erano concessi ancora un po' di sopravvivenza politica, povere personcine completamente prive di ogni traccia di motivazioni di interesse collettivo, tutte prese dalla necessità di portare a casa la loro pagnotta.
Naturalmente, la questione più importante rimane quella che riguarda il nostro futuro politico, cosa aspetta la nostra nazione, in quali direzioni andremo.
Seppure infatti il liberismo internazionale e la mediocre classe dirigente italiana abbiano ieri segnato un punto a loro favore, le contraddizioni esplose non si vede come potranno essere ricomposte.
Intanto, domani stesso avremo due dati in più, l'uno costituito dai risultati delle elezioni regionali in Friuli che ci daranno un quadro delle reaioni degli elettori ai recenti eventi, e l'altro il discorso di insediamento di Napolitano che, se capisco correttamente le sue parole di ieri, intende mettere dei paletti, e credo che il più importante sarà costituito da limiti temporali, limitare cioè il proprio mandato a un paio di anni. Sono dati della massima importanza che potranno anch'essi contribuire a delineare il futuro che ci attende. Ci tornerò.
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