venerdì 19 aprile 2013

LA CAPORETTO DEL PD DI BERSANI



Che pena vedere quei pirla che ancora il 24 febbraio scorso hanno votato il PD ed oggi protestano. Ma davvero credevano che il PD non fosse il partito dell’inciucio, ma davvero credevano che non lo fosse da sempre come proprio modo connaturato di funzionare? Ma dove vivono costoro?

Così, un inciucio troppo scoperto sul nome del prossimo capo dello stato li fa infuriare, ma le scelte di politica economica del PD, quelle che vanno a braccetto con l’Europa della Merkel, quelle che molti di loro vivono sulla loro propria pelle non li hanno distolti dal confermare il loro consenso al PD...
Questa strano popolo del PD è parte significativa della nostra nazione, in grado di riflessioni anche molto radicali, estremistiche si potrebbe dire, ma come per magia in prossimità delle elezioni di turno, ogni radicalismo svanisce, ogni critica si fa politically correct, da totale dissenso diventa un elemento di dialettica tra persone che la pensano allo stesso modo. Eppoi, sarebbe interessante sapere cosa pensa questo popolo PD di Napolitano, mi chiedo se poi l’avranno capito che è lui e solo lui il protagonista di tutto il disastro in cui ci troviamo, almeno da quando, nel lontano novembre del 2010 ha dato il tempo a berlusconi perché completasse gli acquisti in sede parlamentare. Da allora, i disastri commessi da Napolitano si sono fatti sempre più gravi e numerosi, dall’insediamento di Monti, che ha estromesso Berlusconi dal governo quando questi lo voleva per primo visto che le azioni di Mediaset avevano raggiunto un valore da saldo e qualunque gruppo finanziario estero se la sarebbe potuta comprare per un pugno di euro, mentre nel contempo al PD veniva negata la possibilità di andare ad elezioni anticipate che avrebbero visto questo partito facilmente vincitore. Non solo, Napolitano si è categoricamente rifiutato di permettere a bersani di scegliere come meglio sfracellarsi. Per il diniego di Napolitano, egli non è potuto andare al senato a sfracellarsi, ed ora si è sfracellato su un inciucio fallito con Berlusconi sul nome di Marini.

Anche nel minuscolo di questo blog, quasi tutti i miei lettori di area PD si sono man mano squagliati, preferendo evitare le mie riflessioni impertinenti piuttosto che confrontarvisi. Questa poi mi pare una caratteristica comune a tutti, meglio seguire le riflessioni più tranquillizzanti che confrontarsi con la realtà, quando questa venga rappresentata in tutta la sua devastante gravità, come potrei facilmente illustrare col caso dell’abbandono dell’euro che, invece di essere rappresentato come un passo intermedio in una sequela di scelte ben più radicali, viene da tanti dato come panacea, come insomma se i nostri problemi economici si risolvessero d’incanto abbandonando l’euro. Quando poi si tenta di impostare una discussione razionale su questi argomenti, allora si risponde con l’arroganza che in rete paga moltissimo, arroganza come fattore sistematico di successo in rete, se ne potrebbe fare un saggio.

Sentivo sulla rassegna stampa di radiotre di stamane, la lettura dell’articolo di Curzio Maltese che anche egli si pone come terzo, quando le cose vanno male, tutti da attori si trasformano improvvisamente in semplici osservatori, anche il soldato Maltese del partito di “Repubblica” sembra improvvisamente dimenticare quanto egli abbia contribuito a puntellare il gruppo dirigente piddino, e fa le prediche, che spettacolo penoso! Oggi con bersani, c’è tanta parte del gruppo dirigente anche in campo editoriale che dovrebbe fare le valigie e togliersi dalle scatole!

Sento che Bersani fa ancora proposte, quella delle primarie tra i grandi elettori è l’ultima cazzata di tutte quelle che ha proposto e compiuto. Ma non c’è una signora bersani moglie o madre che sia che gli consigli di mettersi a riposo, possibile che tutti l’abbiano abbandonato fino al punto da non dargli il suggerimento minimo di togliersi di mezzo?

Non so come andranno a finire queste tempestose elezioni, l’unico risultato di cui possiamo essere certi è che la nomenklatura del PD si è davvero squagliata, Renzi è il vero vincitore e dei vecchi si salveranno solo coloro che con Renzi si sono accordati per tempo, e il nome che subito mi viene in mente è quello di D’Alema, apparentemente alleato del sindaco di Firenze in questa fase. Il costo di questa vittoria sarà a mio parere la spaccatura del partito, non vedo come coloro che stavano organizzando l’adesione di Vendola e di SEL al PD tentando di spostare a sinistra l’asse del partito, possano digerire la linea centrista dei renziani.

Temo come molti che ormai il momento di Rodotà sia svanito, svanito in quei miserabili ma decisivi dieci voti in meno che ha raccolto nella seconda tornata di votazioni dimostrando che almeno una parte delle adesioni dal PD erano soltanto strumentali a bloccare il nome di Marini, pronti a spostarsi su altri soggetti una volta scampato il pericolo principale. Probabilmente, è ormai solo una questione che riguarda l’alternativa Prodi/D’Alema, e temo che sarà il secondo a uscirne vincitore. Per questo, riesumare il nome di Mattarella potrebbe alla fine risultare l’unico modo per sbarrare la strada al più pericoloso e velenoso politico italiano.

1 commento:

  1. Bene, con la candidatura di Prodi, Bersani ha raggiunto l'obiettivo di dare a Berlusconi il ruolo di king maker Marini. Se ciò che si dice è vero, e cioè che i franchi tiratori nel PD continueranno anche in questa quarta votazione, e che quindi Prodi non verrà eletto, allora riemergerà la candidatura Marini, avanzata anche autonomamente da parte di Lega e PDL. In sostanza, il PD dopo questo ulteriore insuccesso non avrebbe la possibilità di avanzare una nuova candidatura, dovrà passare la mano, così che di fronte a Marini si potrebbe ergere solo la candidatura di Rodotà.
    Tuttavia, Marini partirebbe già dai 350 voti del centrodestra, mentre Rodotà al massimo i 200 voti di M5S e SEL. Basterebbe così circa un terzo dei grandi elettori PD per far prevalere Marini.
    L'indomani che Marini passasse anche senza l'assenso di Bersani, il PD dovrebbe sciogliersi più spaccarsi, lo scacco sarebbe troppo forte.

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