lunedì 16 luglio 2012

CHE NESSUNO SAPPIA COSA HO DETTO A MANCINO...

La notizia è davvero clamorosa, Napolitano attiva una procedura che credo abbia pochissimi precedenti nella storia della Repubblica, sollevare conflitto di competenza davanti alla Corte Costituzionale, in riferimento alle telefonate intercettate tra lui e Nicola Mancino.
Visto che come noto l'intercettazione a cui egli si riferisce è stata casuale, dovuta insomma all'intercettazione delle telefonate fatte da Mancino, e certo non si può imputare alla procura di Palermo se Mancino ha deciso di telefonare a Napolitano, e che la procura di Palermo ha naturalmente escluso dagli atti il testo della telefonata, sembrerebbe che ciò che Napolitano vorrebbe e che evidentemente non ha ancora ottenuto è la distruzione di tali registrazioni. 
Ora viene spontaneo chiedersi cosa ci sia di così esplosivo in queste telefonate da giustificare l'avvio di una procedura così eccezionale. 
E' vero che Napolitano sostiene di farlo non per difendere la propria persona ma la propria figura, perchè insomma egli non lasci ai suoi successori una situazione zoppa, che insomma dopo di lui la stessa figura del Capo dello Stato abbia perso alcune delle proprie prerogative, ma chi ci può credere davvero? 
In primis, qualunque successore potrebbe ben fare altrettanto ove ne ravvisasse la necessità, e davvero è incomprensibile la volontà di Napolitano di fare chiarezza a favore di terzi. 
Ancora più strana appare la completa dimenticanza di Napolitano rispetto a ben altre innovazioni che egli stesso ha introdotto. Forse il nostro Presidente non ricorda che a distanza di pochissimi giorni egli stesso ha nominato Monti senatore a vita e gli ha poi affidato il mandato di formare un nuovo governo dopo avere ottenuto le dimissioni di Berlusconi. Con tutta evidenza queste appaiono innovazioni ben più ampie che consegnano il ruolo di Capo dello Stato a chi lo seguirà con tali stimmate di partecipazione a scelte squisitamente politiche di una figura che i padri costituenti avevano disegnato come di garanzia. 
Napolitano non ha svolto un ruolo di semplice garanzia, ma ha definito un preciso percorso di una politica di emergenza che in sostanza sposava integralmente scelte di tipo assolutamente liberista. Che i partiti siano stati complici in questa operazione, non fa certo dimenticare il ruolo di regia che Napolitano ha assunto senza neanche tentare di nasconderlo. 
La nostra democrazia e la nostra costituzione non sono mai state così in pericolo, chissà se qualcuno ancora si sente in grado di schierarsi a loro difesa.

2 commenti:

  1. Se il Signor Presidente si sentisse così pulito, pretenderebbe la divulgazione di queste telefonate, per chiarire al popolo e all'inclita guarnigione la sua immacolatezza. Salvando così la sua figura, sia di Capo dello Stato che personale. Se non lo fa, pur avendone la possibilità, il suo interregno ne uscirà comunque macchiato: sarà un tarlo, quello del dubbio, che eroderà il pochissimo di buono che ha fin'ora fatto.
    La magistratura fa già di tutto per apparire non credibile; se dopo gli attacchi del governo (precedente) ci si mette anche lui, mandiamo giudici e avvocati a spalare il mare, e ciascuno faccia come gli pare.
    Parlo dei cosiddetti cittadini comuni, visto che gente che fa quello che gli pare senza neanche ricevere un cartellino giallo già ce n'è, in abbondanza.

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  2. C'è un ulteriore eleemento strano. Il conflitto di fronte alla Consulta viene sollevato tra poteri dello stato. In questo caso, la cosa che da profano mi suona strana, è che viene coinvolta una specifica procura, mentre a me sembrerebbe che il conflitto vada sollevato tra Presidenza della Repubblica e potere giudiziario nel suo complesso.
    Intendo cioè dire che Napolitano, che tra l'altro come detta la costituzione presiede il CSM, avrebbe dovuto seguire la via gerarchica, prima mettere all'odg del CSM la questione dell'operato della procura di palermo, e poi, soltanto in seguito al diniego di questo organismo a imporre a quella procura la distruzione dei nastri, si sarebbe dovuto sollevare il conflitto che quindi sarebbe sorto tra lui e il CSM, quale organo supremo del potere giudiziartio.
    Naturalmente, non essendo giurista, esprimo solo un'opinione non so quanto giuridicamente fondata.

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