Vi siete mai chiesti come mai si
parli ancora tanto delle forze politiche attualmente rappresentate in
parlamento? Sembrerebbe una domanda sciocca, visto che sembrerebbe al contrario
ovvio che ci occupassimo tanto dei vari Bersani, Alfano e Casini, dei grandi
partiti che rappresentano la stragrande parte del parlamento.
Però, vi pregherei di fare un
conto rapido e semplice. Il conto dovrebbe consistere nel calcolare quanti
siano i milioni di voti che tali partiti raccoglierebbero in elezioni oggi
sulla base dei sondaggi elettorali. Per ottenere questo dato, basta
moltiplicare la somma delle percentuali di consensi per la percentuale di chi
dichiara di volere recarsi a votare per il numero degli aventi diritto al voto.
Bene, ho fatto questo calcolo ed ottengo un numero prossimo ai diciotto milioni
di persone, cioè a una percentuale di suffragi dell’ordine del 39% dell’intero
corpo elettorale.
Riflettiamo un attimo su questo
dato, significa che i tre partiti oggi rappresentati in parlamento e che stanno
portando l’Italia allo sfacelo lungo le politiche Monti-Napolitano di cessione
di sovranità e di beni ai poteri finanziari globali, sono complessivamente una
netta minoranza in Italia...
Badate, non è che io dubiti del
fatto che formalmente il parlamento nella sua attuale composizione abbia tutta
le legittimità di operare a suo modo (rispondendone politicamente, però, senza
che qualcuno si nasconda dietro l’alibi dell’emergenza, anche gridare
all’emergenza è scelta politica, cioè discrezionale, non ci sono scelte
politiche forzate e quindi di cui ci si possa considerare irresponsabili), io
qui discuto piuttosto dell’attenzione quasi spasmodica che gli organi di
informazione manifestano per questi attori politici. Voi capite che una cosa è
la legittimità formale, un’altra è il potere reale che può avere un partito
soprattutto quando si affrontano scenari che vanno oltre le prossime elezioni.
In questo caso infatti, è come fare i conti senza l’oste, pensando che il gioco
politico sia ristretto a questi tre partiti e che il governo che verrà fuori
sia determinato esclusivamente dalle scelte di costoro. Ciò è indubitabilmente
falso, nessuno può ragionevolmente pensare che si tratti del rinnovo
parlamentare di prassi con più o meno significativi spostamenti tra una destra
e una sinistra. Quel che probabilmente è sfuggito a questi politicanti è che la
scelta di stare in una stessa maggioranza con l’avversario di sempre non può
essere derubricata a scelta temporanea e per motivi superiori, questa è una
storia per allocchi, da ora in poi noi tutti abbiamo aperto gli occhi ed
abbiamo capito che le contrapposizioni erano più che altro di facciata, che le
scelte più determinanti per questo paese si stanno assumendo proprio in questo
periodo influenzando irreversibilmente il nostro futuro, e tutti ne sono stati
compartecipi, di furbetti che si tirano fuori magari adducendo la scusa che non
potevano fare diversamente non sappiamo che farcene, saranno subito
smascherati. In realtà, si poteva e si doveva fare diversamente, e le misure
adottate, spacciate come obbligate, rappresentano invece una scelta sciagurata
da cui sarà difficile uscirne tanto più quanto più a lungo questo paese non
ribalterà la sua politica.
Quel che invece si vede, è una
classe politico-giornalistica, che come ho detto altrove considero come un
tutt’uno, visto l’impegno con cui tanti giornalisti intervengono attivamente
nel gioco politico, assolutamente inadeguata al ruolo che dovrebbe svolgere,
incapace soprattutto di capire la profondità della crisi in cui siamo immersi
ed incapace quindi di comprendere quanto questo agitarsi a livello nazionale ed
europeo sia soltanto uno scomposto balletto che non porta ad alcun risultato.
Ancora stiamo qui a vedere se Berlusconi si rigetta nell’agone politico oppure
se si ritira, se Veltroni ed Enrico Letta riescono a fare le scarpe a Bersani o
se ne rimarranno stritolati, e robetta simile, buona per autonutrire questi
politicanti autoreferenziali e pusillanimi.
Se tentiamo di guardare le cose
un po’ più da lontano, senza quest’attenzione spasmodica per i microconflitti
interni a questo micromondo, allora ci accorgiamo che la questione che si pone
di fronte ai partiti tradizionali è abbastanza banale e secca. Se volessero in
qualche modo riprendere la contrapposizione al loro intenro, nessuno di loro
potrebbe essere maggioranza, l’unico modo per avere la speranza di essere
maggioranza è mantenersi tutti assieme esattamente come sono adesso. Il punto
però è che se lo dichiarassero a chiare lettere, probabilmente smetterebbero di
essere maggioranza anche tutti assieme, perché elettori PD e PDL potrebbero
rifiutarsi di votare per il loro partito di riferimento sapendo che voterebbero
così anche per il partito fino a poco tempo fa avverso ed anzi considerato il
male assoluto.
Forse tutta questa grancassa
mediatica serve proprio a tentare di confondere le idee agli elettori, facendo
credere loro che votano PD per votare contro Berlusconi o viceversa, pronti il
giorno dopo le elezioni ad allearsi col diavolo in nome dell’emergenza e del
superiore interesse nazionale, le idiozie che ci propinano già da mesi, e che
così diventerebbero la regola costante in u processo di progressivo
annullamento della democrazia nel nostro paese (ma mi pare che sia un processo
non delimitato al nostro paese).
Sarà importante che quante più
persone possibili compiano un’opera di vera informazione, in particolare
proprio verso questo tentativo gravissimo di sequestrare la volontà popolare
continuando l’opera rovinosa dell’attuale governo e della sua maggioranza.
Io su una cosa sono molto più realista di te e cioè che la stragrande maggioranza degli italiani non legge, non si informa ed è pronta a seguire chi, al momento opportuno, ingannandola ovviamente, prometterà che toglierà l'IMU, abbasserà le tasse, o meglio concederà loro il modo di evaderle, e che li farà vivere nel paese di Bengodi. Quindi anche se molti si daranno da fare per compiere un'opera di vera informazione ( e la vero dura con quelli che fanno costantemente controinformazione...), quelli ad essere informati saranno sempre i soliti apparteneneti al club dei " five million people", come asserisce giustamente Severgnini. La stragrande maggioranza degli italiani non guarda ad un palmo dal proprio naso, non è interessata al futuro dei giovani e delle prossime generazioni, non è interessata ad una certa perdita o meno di democrazia, non è interessata ad avere una classe politica moralmente inappuntabile, guarda solo ed esclusivamente all'interno del proprio portafoglio e purchè non gli tocchino quel che possiede, o semplicemente promettano di non toccare, è pronta a seguire anche il più infimo dei politici! E poi, anche fossero solo 18 milioni coloro che andrebbero a votore, il risultato è che chi vince le elezioni GOVERNA! Ecco perchè io mi incavolo con chi si astiene dal votare, perchè non è certo così che si aiuta il nostro Paese, anzi si dà l'opportunità ai soliti farabutti di spadroneggiare a proprio piacimento.
RispondiEliminaIo non la penso come te, sennò qualcuno ci dovrebbe spiegare chi ha voyato per k'acqua bene comune, chi ha votato gente come Pisapia, o come De Magistris, o anche Orlando a Palermo e così via.
RispondiEliminaDavvero, non capisco perchè prendersela con i semplici elettori, come se pretendessimo da tutti che fossero strateghi politici. A me pare che ogni volta che è stato consentito alla gente di votare, non si sia tirata indietro a votare contro chi governava.
Sono sempre più convinto che ciò che piuttosto manca è una classe dirigente di ricambio, tutti incapaci di fornire una vera alternativa politica, tutto frana e non c'è nessuno che abbia costruito una possibilità di una politica differente.
Sì, gli elettori non sono di certo strateghi politici però molta gente nega l'evidenza ed è ancora disposta a votare chi nei decenni l'ha ripetutamente ingannata, e tanta altra preferisce lavarsene le mani. Se poi non riusciamo ad avere una classe dirigente di ricambio e tutti sono incapaci di fornire una vera ed efficace alternativa politica, è perchè, dobbiamo ammetterlo, è nel DNA degli italiani pensare innanzitutto ai propri interessi e non certo a quelli della comunità una volta arrivati al potere, e questo a qualsiasi livello. Se gli italiani si buttano nell'agone politico è innanzitutto per trarne dei vantaggi personali! Tutt'al più oltre a campare benissimo loro, cercano di far "campicchiare" chi li ha eletti, finchè tutto non crolla! In Italia è endemico il voto di scambio, ben pochi vanno a votare spinti da ideali quali l'uguaglianza, la solidarietà, la meritocrazia; per molti il giudizio di merito circa i programmi politici è se quel tipo di politica, o se quel particolare esponente politico, può apportare loro dei vantaggi personali. Insomma, è tutto uno schifo!
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