D'Ambrosio è morto, ufficialmente di infarto, e subito polemiche di ogni tipo si sono scaricate sui media...
Il primo a manifestare un cedimento nervoso è stato Napolitano che ha rilasciato dichiarazioni davvero imbarazzanti, tant'è che egli stesso ha deciso in seguito di astenersi in sostanza smentendole. Seppure si possa dargli delle attenuanti, certamente si è trattato di un grave passo falso del Presidente che per il ruolo che egli riveste non può essere accettato, cose che in altri momenti avrebbero potuto portare alle sue dimissioni.
Altri adombrano senza invero alcun indizio in proposito, l'ipotesi dell'assassinio, e certo si pootrebbe facilmente convenire sul fatto che motivazioni valide per tale atto se ne potrebbero trovare.
La cosa però su cui mi volevo brevemente soffermare era costituita dalle dichiarazioni di Giuliano Ferrara che ospite di Mentana nella rubrica "Bersaglio mobile", per smentire possibili coinvolgimenti di personaggi molto noti nelle trattative stato-mafia invocava il passato di militanza antimafia. Lo ha fatto per D'Ambrosio, come per Mancino, come perfino per Mori ed altri. Strano ragionamento il suo: ma quindi secondo Ferrara, chi avrebbe dovuto condurre la trattativa per lo stato, il signor Mario Rossi, usciere del comune di Busto Arsizio? E' evidente che la trattativa richiedeva il coinvolgimento di persone influenti e che appunto si erano mostrate avversari fieri della parte avversa. Forse dottore Ferrara non l'hanno informata, ma nelle trattative tra parti avverse, chi si siede al tavolo è gente che fino al giorno prima si è sparato. Pertanto, non mi meraviglierei se un'inchiesta giudiziaria dovesse concludere che un valoroso ufficiale dei carabinieri che ha dato il suo importante contributo alla lotta contro la mafia, si sia fatto poi intrappolare dai politici di turno in un ruolo del tutto differente, e ciò lo dico senza entrare minimamente nel merito di tutti gli aspetti inquietanti della cattura di Reina.
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