Sabato
potevo convenire scherzosamente con Monti, oggi invece è venuto il momento di
parlarne seriamente, perché vedo che le cose vanno peggiorando di giorno in
giorno, e che in particolare questo governo sta davvero portando al macero
questo paese.
Certo
che Mario Monti ha davvero una faccia tosta da primato assoluto, passa
attraverso i clamorosi insuccessi del suo governo senza battere ciglio,
riproponendo senza esitazione alcuna le medesime ricette che c’ha somministrato
finora malgrado i risultati disastrosi fin qui conseguiti.
Siamo
ancora e sempre con la filastrocca della ricerca della credibilità perduta,
come il titolo del più famoso romanzo di Marcel Proust, che cercava il tempo
perduto, Monti invece cerca (dicono abbia messo a soqquadro tutti i cassetti di
Palazzo Chigi) la credibilità perduta davanti a quello che evidentemente
considera il suo sommo giudice, questo fantomatico mercato. Oggi, lo fa
richiamando un’altra stantia solfa, quello del siamo tutti sulla stessa barca,
e quindi remate senza fiatare anche se la barca sta finendo sul ciglio di
un’impetuosa cascata...
Squinzi,
il nuovo Presidente di Confindustria era stato preannunciato come l’uomo del
compromesso, del moderato, ma a me pare che invece sia uno che non le manda
certo a dire, schietto quanto mai nelle sue espressioni. Forse scandalizzerò
qualcuno dei miei lettori, ma devo dire che mi suscita una certa simpatia
istintiva, fare dichiarazioni del tripodi quelle fin qui sentite da parte di
uno col suo ruolo, non è cosa che possa passare inosservata. Dovrebbe forse
suscitare se possibile ancora maggiore interesse, perché se davvero perora gli
interessi degli imprenditori, e non abbiamo motivi per pensarla diversamente,
allora ciò implica che la politica di Monti è davvero eterodiretta, fatta a
nome di chissà quale potere internazionale e contro la propria stessa nazione
compresi dunque anche gli imprenditori che non potrebbero mai, nel tentativo di
fare i propri interessi personali, spingersi fino a distruggere l’economia
della propria intera nazione. Del resto, il riferimento concreto che Squinzi fa
all’ipotesi della patrimoniale ci dice che le sue critiche non vogliono essere
generiche, sono al contrario ben circostanziate, e tanto più perciò risalta la
inconsistenza delle argomentazioni del premier.
La
premessa stessa del suo governo era quella di risollevarci dal baratro dello
spread galoppante in cui ci aveva precipitato Berlusconi, il quale proprio per
salvare le proprie aziende ha preferito abbandonare senza lottare. La
credibilità sembrava essere stata subito raggiunta con spread che arrivò anche
sotto quota 300, e sembrava trionfalmente in marcia per andare sotto la quota
desiderata dei 200 punti percentuali. La cosa però si è interrotta, di marcia
trionfale non se ne può più parlare, la Merkel, dopo avere precipitato l’Europa
in questa situazione critica per tentare di vincere delle elezioni locali,
vuole l’Europa dei tedeschi, Hollande che qualche pirla dell’area PD (ma anche
SEL devo aggiungere), aveva considerato il cavaliere sul cavallo bianco venuto
a salvarci, si rivela ciò che tutti avrebbero dovuto sapere (Hollande è un
politicante di vecchia data, mica una novità degli ultimi anni), un grigio
funzionario pronto a fare qualsiasi compromesso pur di galleggiare. Ora, tutti
costoro, di fronte ai limiti della loro azione troppo angusta e non in grado di
affrontare le scelte più coraggiose, rilanciano la posta, vogliono più Europa e
la Merkel vuole addirittura l’unione politica. Questi scherzano, qui il
problema non è stabilire quanta europa dobbiamo avere, ma piuttosto quale
europa vogliamo costruire, e il primo banco di prova è cosa siamo disposti a
fare per difenderci dagli attacchi speculativi di un sistema bancario globale
in stato di fallimento tecnico. Se questi continuano a considerare gli attacchi
che l’europa subisce come la sentenza di un giudice sommo ed impersonale che
dobbiamo soltanto rabbonire diventando sempre più ubbidienti e sottomessi,
invece che considerarli come dei potenti interessi in gioco che contrastano con
i nostri interessi e come tali da rintuzzare tagliando gli artigli a simili
forze distruttrici, allora di questa europa non so proprio che farmene, in una
situazione simile meglio separarsi, meglio piccoli. Se insomma non si ha la
determinazione necessaria per opporsi ad un ordine mondiale iniquo fino a divenire
autodistruttivo, allora è meglio tentare di sfuggire, miniaturizzarsi
scegliendo una via che potrebbe somigliare per certi aspetti alla svizzera che
non è stata mai così pazza da decidere di partecipare al processo di
costruzione europea, dimostrando che anche da piccoli ci si può difendere bene,
si può trovare uno proprio specifico equilibrio.
I
governanti europei sono ben lungi dall’essere credibili, quella credibilità
invocata dallo stesso Monti come una proprietà taumaturgica, un concetto così
sfuggente da non potere essere mai sottoposto a un processo di verifica serio.
Ebbene,
Mario Monti, la credibilità dell’Italia sui mercati sarà insufficiente per
colpa dello Squinzi di turno, ma forse i vari Squinzi rilasciano certe
dichiarazioni perché il primo a non essere credibile sei tu stesso, tu, Mario
Monti, come Presidente del Consiglio, sei credibile quanto berlusconi, cioè hai
zero di credibilità. Del resto, credibile ti ha trovato solo Napolitano, ed
anche tu trovi lui molto credibile: fossi in voi, data anche l’età che avete,
un bel tresette potreste organizzarvelo, no (invece di organizzare un futuro terrificante ai nostri poveri figli)?
Questi hanno costruito una casa di tre piani che non sta in piedi. Ma invece di ammettere che il problema sta nelle fondamenta, ci ripetono che la soluzione è quella di aggiungere altri piani per migliorarne la stabilità. Monti è uno dei puntelli che il costruttore ha messo per impedire il crollo...
RispondiEliminaSì, la metafora dell'edificio che porti mi pare molto appropriata...
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