E’ incredibile la faccia di
bronzo dei nostri governanti.
Mi riferisco in particolare alla
dichiarazione che Monti ha rilasciato recentemente, lamentandosi di come le sue
parole, riguardanti la scarsa fiducia nei partiti degli italiani, siano state
equivocate.
Per prima cosa, gli vorrei
ricordare come egli rischi sempre più di assomigliare al suo predecessore, come
dicevo anche nel precedente post: non solo egli smentisce le proprie stesse
dichiarazioni, ma, secondo il costume di Berlusconi, si lamenta del
comportamento della stampa, attribuisce cioè a questa ogni responsabilità ed
ogni incomprensione.
Il parallelismo però non si ferma
qua perché questa critica alla stampa è ancora meno giustificabile nel suo
caso. Berlusconi da una parte con le sue TV private e i loro telegiornali, il
giornale di famiglia ufficiale (Il Giornale) e quello ufficioso (Libero), e con
il condizionamento palese dei telegiornali RAI, aveva ben poco da lamentarsi,
copriva già con i suoi personali giornali una grande quota del totale del
settore informativo, ma anche Monti non si capisce di cosa si lamenti, ha dalla
sua parte il giornale della confindustria, ha dalla sua parte la quasi totalità
dell’informazione televisiva (faccio notare il vergognoso allineamento del
nuovo Tg di LA7 di Mentana), ha almeno una parte de “La Repubblica” dove in
realtà la linea di appoggio totale di Scalfari ha perso colpi a favore di una
linea un po’ più critica di De Benedetti, ha soprattutto dalla sua il gruppo
RCS diretto da Mieli, ed in particolare “Il Corriere della Sera” di De Bortoli
(uno dei personaggi più squallidi dell’intero panorama italiano del ceto
dominante, che si è sempre caratterizzato per il suo ostentato servilismo), un
quotidiano si può dire prostrato ad adorare e celebrare il governo Monti in un
modo francamente scandaloso...
Il punto quindi non è ovviamente
la scarsa credibilità del settore dell’informazione, che opera ormai come uno
dei giocatori in campo, cioè con una logica politica a tutto tondo, facendo
finta di fare la telecronaca della partita, su questo Monti sfonda una porta
aperta, ma la cosa che davvero lascia sgomenti è come possano queste lamentele
provenire da chi ha trovato e continua a trovare proprio in tanta parte della
stampa il suo più stretto alleato.
Nel merito della questione del
suo maggiore consenso rispetto a quello dei partiti, la considerazione che
viene subito da fare è che egli risalta rispetto a un termine di paragone in
condizione di credibilità minima. Non solo, ma non credo che i governi
precedenti godessero di meno popolarità, Berlusconi è stato a lungo ben oltre
il 60% di popolarità.
Il punto più importante è però la
volatilità dei consensi: se Monti oscilla in poche settimane tra il 44 e il 62
%, ciò implica che si tratta di un consenso che può scemare altrettanto
rapidamente di come si è formato e quindi se fossi in Monti non ci conterei
granchè (in realtà sono certo che egli conti piuttosto sugli appoggi
internazionali da parte dei potenti del mondo), come non ne trarrei motivo di
preoccupazione per chi si voglia opporre a lui ed alla sua politica.
Sì, lo devo ammettere,
confrontare Monti ad Andreotti è stato un errore madornale. Può darsi che
effettivamente nei nostri tempi un personaggio come Andreotti non potrebbe
esserci, non lo escludo, ma devo constatare che Monti si muove ed opera in
maniera straordinariamente simile a Berlusconi, festini di Arcore a parte,
almeno a quanto è dato sapere. Sicuramente, a livello mediatico, Monti ha
scelto di assomigliare al suo predecessore, ed anche su questo sarebbe
interessante riflettere meglio (sarà forse che nel mondo odierno non vi sia
altra scelta per restare in sella?).
La volatilità dei consensi da l'idea di quanto la gente sia sempre più politicamente impreparata e preda dell'onda emotiva scatenata dai media. Non dico che in politica bisogna avere una fede incrollabile ma nemmeno essere delle banderuole al vento.
RispondiEliminaeh vincenzo...
RispondiEliminaNon ricordo se sabato sera o ieri sera alla trasmissione "Che tempo che fa" su Rai Tre è intervenuto anche il debortoli: uno squallido intervento proprio da servo.
RispondiElimina@Giulio
RispondiEliminaD'accordo, ma non dobbiamo essere troppo severi con la gente comune, magari non ha il tempo o la competenza di dare giudizi così fermi e motivati.
Forse, l'aspetto peggiore è la politica basata sui sondaggi, che in fondo trova ispirazione nella svalutazione delle stesse elezioni, considerate anch'esse niente più che un sondaggio.
@vp
RispondiEliminaEh vento piumoso... (mica l'ho capito cosa volevi dirmi...)
@Aldo
RispondiEliminaSì, l'avevo intravisto anch'io, ma sono scappato di corsa.
Già il De Bortoli non lo tollero, se poi l'interlocutore è Fazio, allora viene fuori una miscela davvero insopportabile.
Quindi non sono la sola ad aver notato la metamorfosi di Mentana al TG delle 20.
RispondiEliminaOrmai dei giornali a tiratura nazionale leggo solo gli occhielli, mi tuffo in
Lettera 43
Articolo21
I love Sicilia
La nuova Sardegna
Tempo stretto perchè è di Messina e sono Messinese ;-))
La TV...resiste ancora TG3 Linea notte, ma credo che non sarà per molto, tra non molto caro Vincenzo, volendo parlare degli organi di informazione e dei giornalisti dovremo partire con
C'era una volta...
Sul professore, hai detto bene, non gli interessa cosa pensano gli Italiani di lui, gli interessa mantenere il prestigio all'estero, per lui siamo solo un orzaiolo fastidioso da curare velocemente, non importa come, importante è fare in fretta, se poi perde qualche diotria...
@Tina
RispondiEliminaCaso strano, la metamorfosi è venuta fuori dal cambio di governo: che coincidenze