lunedì 2 aprile 2012

MONTI E LA STAMPA


E’ incredibile la faccia di bronzo dei nostri governanti.
Mi riferisco in particolare alla dichiarazione che Monti ha rilasciato recentemente, lamentandosi di come le sue parole, riguardanti la scarsa fiducia nei partiti degli italiani, siano state equivocate.
Per prima cosa, gli vorrei ricordare come egli rischi sempre più di assomigliare al suo predecessore, come dicevo anche nel precedente post: non solo egli smentisce le proprie stesse dichiarazioni, ma, secondo il costume di Berlusconi, si lamenta del comportamento della stampa, attribuisce cioè a questa ogni responsabilità ed ogni incomprensione.
Il parallelismo però non si ferma qua perché questa critica alla stampa è ancora meno giustificabile nel suo caso. Berlusconi da una parte con le sue TV private e i loro telegiornali, il giornale di famiglia ufficiale (Il Giornale) e quello ufficioso (Libero), e con il condizionamento palese dei telegiornali RAI, aveva ben poco da lamentarsi, copriva già con i suoi personali giornali una grande quota del totale del settore informativo, ma anche Monti non si capisce di cosa si lamenti, ha dalla sua parte il giornale della confindustria, ha dalla sua parte la quasi totalità dell’informazione televisiva (faccio notare il vergognoso allineamento del nuovo Tg di LA7 di Mentana), ha almeno una parte de “La Repubblica” dove in realtà la linea di appoggio totale di Scalfari ha perso colpi a favore di una linea un po’ più critica di De Benedetti, ha soprattutto dalla sua il gruppo RCS diretto da Mieli, ed in particolare “Il Corriere della Sera” di De Bortoli (uno dei personaggi più squallidi dell’intero panorama italiano del ceto dominante, che si è sempre caratterizzato per il suo ostentato servilismo), un quotidiano si può dire prostrato ad adorare e celebrare il governo Monti in un modo francamente scandaloso...

Il punto quindi non è ovviamente la scarsa credibilità del settore dell’informazione, che opera ormai come uno dei giocatori in campo, cioè con una logica politica a tutto tondo, facendo finta di fare la telecronaca della partita, su questo Monti sfonda una porta aperta, ma la cosa che davvero lascia sgomenti è come possano queste lamentele provenire da chi ha trovato e continua a trovare proprio in tanta parte della stampa il suo più stretto alleato.
Nel merito della questione del suo maggiore consenso rispetto a quello dei partiti, la considerazione che viene subito da fare è che egli risalta rispetto a un termine di paragone in condizione di credibilità minima. Non solo, ma non credo che i governi precedenti godessero di meno popolarità, Berlusconi è stato a lungo ben oltre il 60% di popolarità.
Il punto più importante è però la volatilità dei consensi: se Monti oscilla in poche settimane tra il 44 e il 62 %, ciò implica che si tratta di un consenso che può scemare altrettanto rapidamente di come si è formato e quindi se fossi in Monti non ci conterei granchè (in realtà sono certo che egli conti piuttosto sugli appoggi internazionali da parte dei potenti del mondo), come non ne trarrei motivo di preoccupazione per chi si voglia opporre a lui ed alla sua politica.
Sì, lo devo ammettere, confrontare Monti ad Andreotti è stato un errore madornale. Può darsi che effettivamente nei nostri tempi un personaggio come Andreotti non potrebbe esserci, non lo escludo, ma devo constatare che Monti si muove ed opera in maniera straordinariamente simile a Berlusconi, festini di Arcore a parte, almeno a quanto è dato sapere. Sicuramente, a livello mediatico, Monti ha scelto di assomigliare al suo predecessore, ed anche su questo sarebbe interessante riflettere meglio (sarà forse che nel mondo odierno non vi sia altra scelta per restare in sella?).

8 commenti:

  1. La volatilità dei consensi da l'idea di quanto la gente sia sempre più politicamente impreparata e preda dell'onda emotiva scatenata dai media. Non dico che in politica bisogna avere una fede incrollabile ma nemmeno essere delle banderuole al vento.

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  2. Non ricordo se sabato sera o ieri sera alla trasmissione "Che tempo che fa" su Rai Tre è intervenuto anche il debortoli: uno squallido intervento proprio da servo.

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  3. @Giulio
    D'accordo, ma non dobbiamo essere troppo severi con la gente comune, magari non ha il tempo o la competenza di dare giudizi così fermi e motivati.
    Forse, l'aspetto peggiore è la politica basata sui sondaggi, che in fondo trova ispirazione nella svalutazione delle stesse elezioni, considerate anch'esse niente più che un sondaggio.

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  4. @vp
    Eh vento piumoso... (mica l'ho capito cosa volevi dirmi...)

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  5. @Aldo
    Sì, l'avevo intravisto anch'io, ma sono scappato di corsa.
    Già il De Bortoli non lo tollero, se poi l'interlocutore è Fazio, allora viene fuori una miscela davvero insopportabile.

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  6. Quindi non sono la sola ad aver notato la metamorfosi di Mentana al TG delle 20.

    Ormai dei giornali a tiratura nazionale leggo solo gli occhielli, mi tuffo in

    Lettera 43
    Articolo21
    I love Sicilia
    La nuova Sardegna
    Tempo stretto perchè è di Messina e sono Messinese ;-))

    La TV...resiste ancora TG3 Linea notte, ma credo che non sarà per molto, tra non molto caro Vincenzo, volendo parlare degli organi di informazione e dei giornalisti dovremo partire con

    C'era una volta...

    Sul professore, hai detto bene, non gli interessa cosa pensano gli Italiani di lui, gli interessa mantenere il prestigio all'estero, per lui siamo solo un orzaiolo fastidioso da curare velocemente, non importa come, importante è fare in fretta, se poi perde qualche diotria...

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  7. @Tina
    Caso strano, la metamorfosi è venuta fuori dal cambio di governo: che coincidenze

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