Eliminiamo il marcio dai partiti,
dice Napolitano, ma guardiamoci dall’antipolitica e dalla demagogia.
Beh, ma Presidente, non le sembra
di essere rimasto molto sul generico, che è ovvio che si sia tutti contro il
marciume, contro la demagogia e per la politica, così il punto sta nel
riconoscere dove queste caratteristiche deleterie si annidino: in assenza di
tale specificazione, mi pare che stiamo nel campo dell’ovvio, malgrado gli
sforzi immani che la grande stampa fa per dare risonanza a siffatte ovvietà
dandone nel contempo una interpretazione autentica.
Così, per uscire dal generico e
dall’ovvio, io darò la mia personale interpretazione.
Il marciume lo trovo certamente
nei noti fatti di corruzione che sono balzati all’onore della cronaca, ma,
guarda un po’, lo trovo nel contempo nella procedura ai limiti
dell’incostituzionalità con cui è stata condotta la gestione della politica con
un tizio, di nome Monti che da un giorno all’altro è stato nominato senatore a
vita, guarda caso, da chi, dallo stesso censore Napolitano, che pure fino al
giorno prima aveva solennemente dichiarato di non avere intenzione di fa
nessuna nomina di questo tipo. La seconda puntata è stato il mandato che lo stesso Napolitano ha
affidato a Monti.
Dopo alcuni mesi di attività di
questo governo, una cosa almeno è chiarissima, questi stanno lì per fare cose
facili, terribili, inutili, laceranti per la vita delle persone, ma in sé
facili, diciamo la via più breve per fare economia di bilancio. Le tasse, il
primo provvedimento licenziato da questo governo, è risultato l’unico davvero
incisivo, sul lavoro e sulle liberalizzazioni, un flop evidente a tutti.
Ora, si dovrebbe intervenire sul
taglio delle spese statali, e qui già i ministri mettono le mani avanti, è
un’operazione estremamente complessa, richiede molti anni, diceva un
sottosegretario ieri notte al TG3 linea notte. Insomma, aldilà del giudizio
politico complessivo sul governo e sulla via suicida europea all’uscita della
crisi, su cui ho avuto ripetutamente modo di intervenire già parecchie volte,
anche da un punto di vista squisitamente tecnico, questi non valgono nulla.
Aumentare l’IVA, ridurre le pensioni, aumentare le tasse sugli immobili, beh,
per questo non occorre essere un grande economista, rettore della Bocconi e grandi
riconoscimenti nel mondo bancario, è una cosa che saprebbe fare qualunque
politico d’accatto, è sulle cose difficili che si può differenziare i giudizi.
Se costoro che non sono venuti a distribuire caramelle, ma a fare cose
spiacevoli, fanno cose che oltre che spiacevoli sono anche banali, beh,
mandiamoli a casa, e facciamolo subito...
Quindi, dal mio punto di vista,
considerando la situazione da un punto di vista dell’esercizio della
democrazia, nulla è più marcio nella politica attuale di questo governo messo
lì per tassare gli italiani riducendoli in miseria.
Passiamo ora alla demagogia e
all’antipolitica. Bene, Napolitano dovrebbe guardare proprio ai partiti che
attualmente sono rappresentati in parlamento per rintracciare tali
caratteristiche. Siamo stati nutriti da decenni con la demagogia, abbiamo
dovuto vedere coi nostri occhi una gestione partitica che diventava sempre più
quella di un’azienda, e il colpo finale è stato dato, guarda un po’ da chi, se
non dallo stesso Napolitano che evidentemente ha qualche problema a riconoscere
le catene causali, nel momento in cui ha messo all’angolo i partiti di fronte
ad un’emergenza che presumibilmente è ben lungi dall’essersi esaurita, che anzi
si manifesterà sempre più fortemente ancora per chissà quanti anni.
Giudicandoli come un lusso da mettere da parte nell’emergenza, Napolitano ha
sancito come tali organizzazioni partitiche debbano ritrarsi dalla politica
proprio quando il gioco si fa più duro. La contrapposizione partitica che è il
modo di funzionamento ordinario della democrazia è stata sospesa in nome di un
interesse generale definito in modo assiomatico, proprio come si fa nei regimi
totalitari.
Certamente altri saranno facili
demagoghi, non provo neanche a negarlo, ma certo che ogni tanto si dovrebbe
pure guardare la trave che abbiamo nei nostri stessi occhi, sarebbe un ottimo
esercizio di sincerità e di chiarezza.
Aggiungi anche che Napolitano ha ordinato (auspicato) che il governo rimanga in carica fino al 2013. Cioè ha abdicato al suo ruolo di garante per schierarsi.
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