Casini si è guadagnato le prime
pagine dei giornali di oggi con l’iniziativa di quello che egli chiama il
partito della nazione.
A parte le considerazioni che si
potrebbero fare sulla idiozia di questo nome, due sono gli aspetti che vengono
in evidenza.
L’uno riguarda il significato
dell’iniziativa in relazione al microcosmo della politica partitica: qui, non
vi è dubbio, Casini è un maestro, ha una grande esperienza ormai maturata lungo
decenni di pratica ininterrotta, ma anche un certo fiuto personale da non
sottovalutare.
Cosa ci dice questa mossa, non a
caso fatta coincidere con l’iniziativa di Pisanu e di una trentina di
parlamentari del PDL di volontà di uscire dal loro partito, e i movimenti di
Berlusconi che ha recentemente incontrato Montezemolo? Ci dice che i tempi sono
ormai stretti, ciò che sempre più conferma l’ipotesi che le elezioni per il
nuovo parlamento si tengano anticipatamente dalla scadenza naturale, e quindi
nel prossimo autunno.
Si tratta sicuramente di un colpo
di scena perché sembrava a tutti che si andasse alla scadenza naturale, ma,
come dice anche Massimo Franco nel suo articolo odierno, l’anticipazione piace
a tutti, piace innanzitutto ai partiti che vedono il loro consenso nel paese
soggetto a un fenomeno di erosione impressionante e progressivo, e che a questo
punto non intendono farsi cuocere al fuoco lento del governo pseudotecnico di
Monti, ma sorprendentemente piace anche allo stesso Monti perché gli concede un
prezioso alibi per l’insuccesso, per alcuni di noi scontato sin dall’inizio, del
suo governo. Adesso, potrà andare in giro per il mondo a dire che non l’hanno
lasciato lavorare, che l’hanno costretto a lasciare a metà un lavoro che
altrimenti, con i tempi giusti, sarebbe stato portato a termine: non importa se
tutto ciò sia credibile, è comunque una pietosa foglia di fico con cui coprire
le proprie magagne.
Dal punto di vista delle singole
formazioni politiche, le elezioni anticipate permettono allo stesso Casini di
continuare a dire tutti il bene possibile di Monti di cui ormai passerà alla
storia come il sostenitore più fedele e costante, permette a Bersani di
mantenere significative chances di successo elettorale, e permette ad Alfano di
continuare ad avere un partito che, come fummo facili profeti al momento dell’insediamento
del governo Monti, si sarebbe frammentato in breve tempo.
L’altro aspetto che viene oggi in
evidenza è però il limite della gente come Casini che è molto abile a muoversi
nel suo microcosmo, ma che fuori da lì annaspa...
L’abilità di Casini sta nel
sapere aggregare tanti suoi simili, riuscendo nel contempo ad esercitare una
sua egemonia. Egli punta ad imporre un centro forte come lo fu la DC per tanti
decenni della nostra storia repubblicana, erodendo pezzi alla sua destra e
pezzi alla sua sinistra, attira Pisanu e si può credere molto verosimilmente
che potrebbe attirare la destra del PD, forse lo stesso Enrico Letta, e quindi
crede di potere così anche conquistare più consensi.
Egli fa lo stesso identico tipo
di ragionamento che fa gente come D’Alema, e che però, guarda caso, sono stati
clamorosamente smentiti dai fatti. La base dle ragionamento è che ogni leader
politico abbia un suo pacchetto di voti, e che quindi se si trasferisce da una
lista a un’altra se li porta dietro, gli elettori trattati come una mandria
pronta a seguire la strada che gli viene indicata dai bovari a cui è affidata.
Eppure, anni ed anni di elezioni
soprattutto in ambito locale hanno smentito la correttezza di tale
ragionamento, facendo vedere che gli elettori sono restii ad assumere legami di
tipo fideistico, votando un determinato personaggio politico soltanto in
presenza di elementi collaterali, ma pronti ad abbandonarlo non appena egli
assuma una posizione differente.
La mia personale previsione è che
alla fina ci troveremo al centro una formazione piena di leader e leaderini
pronti a beccarsi tra loro ed incapaci di attirare voti.
Diciamo la verità, ma chi se ne
frega più di Casini o di Fini o di Rutelli, o ancora di Pisanu o di Enrico
Letta, ma perché mai essi dovrebbero ricevere così tanti consensi, dove sta la
base dell’attrazione elettorale di costoro? Qui oggi la gente vive la politica
in maniera più dura, il che significa anche in maniera più mobile. Badate, non
dico in maniera più razionale, ma io direi in base a sentimenti più forti e più
improvvisi, come un adolescente pronto a subitanei innamoramenti ed altrettanto
subitanei odi.
Non è tempo di Montezemolo o di
Pisanu, è il tempo di nuovi personaggi, il che non è detto che sia un bene. Il
nuovo suona bene oggi, e mi chiedo se dalla parte giusta della politica vi sarà
qualcuno che ne vorrà approfittare, o davvero crederemo tutti alal favola che
non c’è niente da fare e che gli elettori sono troppo condizionati da
accogliere nuove visioni del mondo. Io sono convinto che questa incapacità a
rinnovarsi sia un difetto degli intellettuali, della classe che pure avrebbe i
mezzi culturali per dirigere, e non degli elettori che sono in grado, almeno in
una certa percentuale, di riconoscere le facce giuste.
IO credo che per i partiti tradizionali le prossime elezioni saranno una sorpresa forse perfino clamorosa ed è per questa ragione che trovo queste manovre di palazzo alla fine pietose.
Punta al 15% e forse ce la fa, il Pdl di Alfano con un Berlusconi all'angolo è destinato a perdere. Con il 15 diventa l'ago della bilancia di ogni possibile governo. Certo come dici tu deve raccogliere tanti galletti; i galletti possono litigare ma anche essere tenuti insieme da denaro e potere. E' il ritardo della sinistra che è proverbiale; non trova se stessa e arriva ad attaccare il movimento di Grillo come antipolitica invece di osservarne le novità; non riesce ad approfittare neanche dello sfaldamento della Lega. E' necessario, come mi pare osservare dal tuo post, di un vento nuovo di idee e di uomini. Nel nuovo delle idee non va accantonato il patrimonio dell'umanità, dovremo arrivare a coniugare insieme le parole libertà e uguaglianza (non in astratto ma in riferimento ai beni materiali e al lavoro) e queste due parole dovranno stare in equilibrio con le necessità ecologiche che sono il futuro per chi verrà dopo di noi. Non è facile ma è bello e giusto provarci. Ciao
RispondiEliminaPerchè tu vedi all'orizzonte qualche faccia giusta da riconoscere? Per il momento io vedo farsi avanti solo il faccione di Grillo, e onestamente non mi piace affatto! Non gli credo, lo vedo populista, arrogante, volgare e saccente.
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