venerdì 20 aprile 2012

E' SCOCCATA L'ORA DI CASINI?


Casini si è guadagnato le prime pagine dei giornali di oggi con l’iniziativa di quello che egli chiama il partito della nazione.
A parte le considerazioni che si potrebbero fare sulla idiozia di questo nome, due sono gli aspetti che vengono in evidenza.
L’uno riguarda il significato dell’iniziativa in relazione al microcosmo della politica partitica: qui, non vi è dubbio, Casini è un maestro, ha una grande esperienza ormai maturata lungo decenni di pratica ininterrotta, ma anche un certo fiuto personale da non sottovalutare.
Cosa ci dice questa mossa, non a caso fatta coincidere con l’iniziativa di Pisanu e di una trentina di parlamentari del PDL di volontà di uscire dal loro partito, e i movimenti di Berlusconi che ha recentemente incontrato Montezemolo? Ci dice che i tempi sono ormai stretti, ciò che sempre più conferma l’ipotesi che le elezioni per il nuovo parlamento si tengano anticipatamente dalla scadenza naturale, e quindi nel prossimo autunno.
Si tratta sicuramente di un colpo di scena perché sembrava a tutti che si andasse alla scadenza naturale, ma, come dice anche Massimo Franco nel suo articolo odierno, l’anticipazione piace a tutti, piace innanzitutto ai partiti che vedono il loro consenso nel paese soggetto a un fenomeno di erosione impressionante e progressivo, e che a questo punto non intendono farsi cuocere al fuoco lento del governo pseudotecnico di Monti, ma sorprendentemente piace anche allo stesso Monti perché gli concede un prezioso alibi per l’insuccesso, per alcuni di noi scontato sin dall’inizio, del suo governo. Adesso, potrà andare in giro per il mondo a dire che non l’hanno lasciato lavorare, che l’hanno costretto a lasciare a metà un lavoro che altrimenti, con i tempi giusti, sarebbe stato portato a termine: non importa se tutto ciò sia credibile, è comunque una pietosa foglia di fico con cui coprire le proprie magagne.
Dal punto di vista delle singole formazioni politiche, le elezioni anticipate permettono allo stesso Casini di continuare a dire tutti il bene possibile di Monti di cui ormai passerà alla storia come il sostenitore più fedele e costante, permette a Bersani di mantenere significative chances di successo elettorale, e permette ad Alfano di continuare ad avere un partito che, come fummo facili profeti al momento dell’insediamento del governo Monti, si sarebbe frammentato in breve tempo.
L’altro aspetto che viene oggi in evidenza è però il limite della gente come Casini che è molto abile a muoversi nel suo microcosmo, ma che fuori da lì annaspa...

L’abilità di Casini sta nel sapere aggregare tanti suoi simili, riuscendo nel contempo ad esercitare una sua egemonia. Egli punta ad imporre un centro forte come lo fu la DC per tanti decenni della nostra storia repubblicana, erodendo pezzi alla sua destra e pezzi alla sua sinistra, attira Pisanu e si può credere molto verosimilmente che potrebbe attirare la destra del PD, forse lo stesso Enrico Letta, e quindi crede di potere così anche conquistare più consensi.
Egli fa lo stesso identico tipo di ragionamento che fa gente come D’Alema, e che però, guarda caso, sono stati clamorosamente smentiti dai fatti. La base dle ragionamento è che ogni leader politico abbia un suo pacchetto di voti, e che quindi se si trasferisce da una lista a un’altra se li porta dietro, gli elettori trattati come una mandria pronta a seguire la strada che gli viene indicata dai bovari a cui è affidata.
Eppure, anni ed anni di elezioni soprattutto in ambito locale hanno smentito la correttezza di tale ragionamento, facendo vedere che gli elettori sono restii ad assumere legami di tipo fideistico, votando un determinato personaggio politico soltanto in presenza di elementi collaterali, ma pronti ad abbandonarlo non appena egli assuma una posizione differente.
La mia personale previsione è che alla fina ci troveremo al centro una formazione piena di leader e leaderini pronti a beccarsi tra loro ed incapaci di attirare voti.
Diciamo la verità, ma chi se ne frega più di Casini o di Fini o di Rutelli, o ancora di Pisanu o di Enrico Letta, ma perché mai essi dovrebbero ricevere così tanti consensi, dove sta la base dell’attrazione elettorale di costoro? Qui oggi la gente vive la politica in maniera più dura, il che significa anche in maniera più mobile. Badate, non dico in maniera più razionale, ma io direi in base a sentimenti più forti e più improvvisi, come un adolescente pronto a subitanei innamoramenti ed altrettanto subitanei odi.
Non è tempo di Montezemolo o di Pisanu, è il tempo di nuovi personaggi, il che non è detto che sia un bene. Il nuovo suona bene oggi, e mi chiedo se dalla parte giusta della politica vi sarà qualcuno che ne vorrà approfittare, o davvero crederemo tutti alal favola che non c’è niente da fare e che gli elettori sono troppo condizionati da accogliere nuove visioni del mondo. Io sono convinto che questa incapacità a rinnovarsi sia un difetto degli intellettuali, della classe che pure avrebbe i mezzi culturali per dirigere, e non degli elettori che sono in grado, almeno in una certa percentuale, di riconoscere le facce giuste. 
IO credo che per i partiti tradizionali le prossime elezioni saranno una sorpresa forse perfino clamorosa ed è per questa ragione che trovo queste manovre di palazzo alla fine pietose.

2 commenti:

  1. Punta al 15% e forse ce la fa, il Pdl di Alfano con un Berlusconi all'angolo è destinato a perdere. Con il 15 diventa l'ago della bilancia di ogni possibile governo. Certo come dici tu deve raccogliere tanti galletti; i galletti possono litigare ma anche essere tenuti insieme da denaro e potere. E' il ritardo della sinistra che è proverbiale; non trova se stessa e arriva ad attaccare il movimento di Grillo come antipolitica invece di osservarne le novità; non riesce ad approfittare neanche dello sfaldamento della Lega. E' necessario, come mi pare osservare dal tuo post, di un vento nuovo di idee e di uomini. Nel nuovo delle idee non va accantonato il patrimonio dell'umanità, dovremo arrivare a coniugare insieme le parole libertà e uguaglianza (non in astratto ma in riferimento ai beni materiali e al lavoro) e queste due parole dovranno stare in equilibrio con le necessità ecologiche che sono il futuro per chi verrà dopo di noi. Non è facile ma è bello e giusto provarci. Ciao

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  2. Perchè tu vedi all'orizzonte qualche faccia giusta da riconoscere? Per il momento io vedo farsi avanti solo il faccione di Grillo, e onestamente non mi piace affatto! Non gli credo, lo vedo populista, arrogante, volgare e saccente.

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