Il martellamento mediatico sulle
vicende della Lega continua incessante senza che se ne veda una prossima fine.
Ieri, è iniziata un’altra
corrente, ed è quella della difesa della Mauro, che mi costringe, mio malgrado
a tornare a parlarne.
Il ragionamento di costoro è
estremamente semplice, ed io lo classificherei come ragionamento di tipo
binario.
In sostanza, essi dicono che i
leghisti che l’hanno espulsa, ne hanno fatto un capro espiatorio, hanno colpito
lei facendo finta di non esserne coinvolti anche loro. Si spingono sino al
punto di operare un ardito paragone con i processi alle streghe nei periodi
della santa inquisizione, ed ormai le rivendicazioni di natura sessista
cominciano ad apparire apertamente, del tipo, non è un caso che sia stata colpita
una donna !?!
Innanzitutto, lasciatemi spiegare
perché dico che si tratta di una logica binaria, nel senso che parte
dall’accusa rivolta ai dirigenti leghisti, con in testa Maroni, di averla
scelta come capro espiatorio, tralasciando in questo modo di dover considerare
le proprie responsabilità e di non attaccare apertamente Calderoni, per tanti
in condizioni analoghe dal punto di vista delle responsabilità legali a quelle
della Mauro, che è ancora potente visto che è uno dei triumviri...
Ora, io non ho alcuna difficoltà
a convenire con tali considerazioni, ma nello stesso tempo mi rifiuto di
applicare questa logica che ho chiamato binaria, in cui, se c’è un soggetto, in
questo caso quello collettivo, dei dirigenti vicini a Maroni, che scarica su
una sola persona tutte le responsabilità, per questa stessa ragione io debba
considerare tale soggetto una vittima.
Anche questo furore sessista, in
cui il maschio prevaricatore mette subito all’angolo le donne, mi appare come
un disco rotto. Mi pare che avere la presidente uscente di confindustria, il
segretario generale della CGIL, tre importanti ministri di sesso femminile, e
tralasciamo di considerare ciò che c’è in ambito mondiale con il direttore del
FMI, il cancelliere tedesco, il segretario di stato USA, il premier indiano, il
presidente brasiliano, tanto per citare alcuni esempi significativi, mostra che
questo vittimismo ha stufato, mi pare piuttosto un disco rotto. Sconsiglierei
alle donne di utilizzarlo perché le caratteristiche del sessismo sono proprio quelle
di promuovere un sessismo opposto: credetemi, è preferibile lasciarla alle
barzellette questa opposizione maschio-femmina in termini conflittuali.
La Mauro davvero per me non ha
diritto neanche un po’ ad essere considerata una vittima, una cricca di potere
è entrata in crisi e chi è stato più abile si è smarcato (ma siamo poi certi
che non finirà anch’egli coinvolto?). La Mauro si prestava più di altri a stare
al centro degli attacchi per il suo ruolo meno pubblico, perché figurava come
potente dirigente della Lega, ma senza che se ne conoscessero le capacità. Di
Calderoni e Maroni non ho difficoltà a dirne il peggio possibile, ma bene o
male stiamo parlando di due persone che hanno forgiato sul campo le loro
capacità, che si confrontano continuamente con la necessità di interviste e
dichiarazioni. Non sto certo dicendo che apprezzo la qualità di tali interventi
pubblici, ma basta accedere al mondo dell’informazione per sapere cosa dicono
costoro, di avere contezza della loro attività politica, quantomeno di quella
di dominio pubblico.
Per la Mauro, sarebbe davvero
arduo conoscere le sue opinioni politiche, specificamente nel suo caso la sua
ascesa al vertice della Lega è avvenuta secondo meccanismi occulti,
apparentemente attraverso un legame preferenziale di natura ignota con il
grande capo.
D’altra parte, quel poco che
sappiamo è pessimo, ho potuto personalmente seguire la diretta delle votazioni
al senato in cui presiedeva la Mauro, e lo faceva in una maniera infame,
soprattutto con un’arroganza e un disprezzo delle prerogative dei senatori che
fa rabbrividire.
No, non mi faccio proprio
convincere, io dei potenti che cadono non ho alcuna solidarietà, a stento pena
nei casi più drammatici, e nel caso specifico mi rifiuto di trasformare il
disprezzo per il tentativo di allontanare da sé le proprie responsabilità di
Maroni e company, in solidarietà per la Mauro, non credo proprio che la meriti.
Rosy Mauro è l'esempio evidente di come le donne diano il peggio di sè quando cercano in tutti i modi di emulare gli uomini nei loro atteggiamenti arroganti e prevaricatori!
RispondiEliminaBravo Vincenzo, bellissimo post, as usual! :)
@ ornella: vorrei far notare che è inutile accusare Rosi Mauro di voler fare l'uomo, perché la corruzione e la prevaricazione non sono certo caratteristiche col copyright maschile, ma fanno parte del genere umano. Quindi anzi che sminuirla dicendo che fare politica è da uomini e lei ha fallito in quanto donna, criticate piuttosto i suoi errori...
RispondiEliminaAnonima/o, veramente queste puntualizzazioni sul sesso di appartenenza di Rosi Mauro nascono da coloro che hanno iniziato a farne una specie di martire del maschilismo. Se ti perdi la prima puntata, la storia non la puoi seguire bene.
RispondiEliminaDi certo Anonimo non ha seguito la vicenda e non ha sentito o letto le considerazioni fatte da alcune colleghe parlamentari e da alcuni giornalisti che hanno visto nell'epurazione di Rosi Mauro dal partito nient'altro che l'accanimento verso una donna, a prescindere dalle sue colpe. Ovviamente io considero Rosi Mauro un pessimo elemento e penso che non abbia neanche degli ideali politici ma che della Lega a lei piacesse soprattutto il "celodurismo", cioè quell'atteggiamento arrogante che contraddistingue molti esponenti leghisti e non, quel volersi credere superiore agli altri, pur nella sua infinita ignoranza ( è stata lei per prima a definirsi asina). Ribadisco pertanto che quelle donne che credono di potersi affermare nella società solo emulando gli uomini nei loro aspetti più negativi danno il peggio di sè.
RispondiEliminaE' però altrettanto vero che per il solo fatto di aver esposto la sua testa, adesso Maroni dica che la pulizia è finita. Vittima intesa come innocente che subisce sicuramente no. Ma vittima sacrificale mi sembra incontestabilmente vero.
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