Un golpe costituzionale si sta compiendo in questo paese.
Nel silenzio dei grandi organi di informazione, il Senato si appresta (avverrà mercoledì prossimo, già dopodomani) a votare per la seconda volta, e quindi in via definitiva la modifica all'articolo 81 della nostra costituzione inserendovi l'obbligo del pareggio di bilancio.
Nel merito della norma, come già ho avuto occasione di dire, questo vincolo che lo stato impone a sè stesso è assolutamente incomprensibile. Il passivo di bilancio per uno stato corrisponde, deve corrispondere, a qualsiasi potere che voglia considerarsi sovrano, esattamente come il monopolio della violenza e la facoltà di stampare denaro, un privilegio connaturato da sempre alla stessa funzione statale.
Bisogna intendersi, nessuno qui sostiene che i parlamenti debbano esercitarsi nel creare voragini nel bilancio statale, meno che mai in una nazione come la nostra in cui proprio una gestione allegra dei soldi pubblici è servita a coltivare una folta e vorace congrega di corrotti e corruttori, e quindi l'equilibrio nei conti pubblici ha robuste motivazioni di politica interna, di un'etica pubblica da mantenere.
Se però osserviamo la recente storia del nostro paese, ci rendiamo conto che la corruzione è cresciuta nel nostro paese sia durante gli anni della crescita impetuosa del debito pubblico, come direi altrettanto nell'ultimo ventennio che si può considerare come un periodo di contenimento del disavanzo di bilancio: anche così, la corruzione ha trovato strade sufficienti per nutrire sè stessa.
Difatti, a tutti è ormai chiaro che questa scelta del pareggio obbligatorio del bilancio è un'imposizione che ci viene dall'esterno, dall'Europa si dice. Se si va poi a chiedere all'Europa perchè imporre questo vincolo, alla fine si arriva al potere assoluto dei mercati...
Il mercato però non può essere il soggetto che ci detta ciò che dobbiamo fare. Seppure probabilmente del mercato non si può fare a meno del tutto, ciononostante bisogna ricordare che tra il tenerne conto come di una condizione che non si può ignorare e il cedergli ogni potere ci sta una bella differenza.
Infine, se uno stato assume delle decisioni come questa del pareggio obbligatorio di bilancio, dichiara in maniera palese ed indiscutibile che esso non è più sovrano, diventa un'articolazione con autonomia limitatissima di un potere più vasto che ci detta i provvedimenti da adottare, ciò che si è concretizzato nei mesi passati con la nota lettera della BCE al governo Berlusconi.
Cosa è il mercato, questa sarebbe una bella domanda, è davvero un soggetto impersonale, la personificazione di un meccanismo di autoregolazione neutro come una forza di natura fisica? Naturalmente non lo è neanche un po', i potenti della terra si esercitano giornalmente ad imbrigliare il mercato ed a piegarlo ai loro specifici interessi. Ciò non significa naturalmente che esista un padrone dei mercati, ma che comunque al crescere delle proprie disponibilità finanziarie un certo soggetto riesce ad esercitare un'influenza sempre crescente e che l'accordo tra più di questi soggetti potenti può davvero determinare fino nei minimi dettagli una certa chiusura dei mercati. Accordi di questo tipo non sono necessariamente sistematici, probabilmente costituiscono piuttosto un'eccezione che però intervenendo in momenti critici, possono cambiare i rapporti tra i valori finanziari e se noi glielo permettiamo, come intendono fare questi cialtroni dei nostri senatori, allora possono anche cambiare le nostre vite.
E' mai possibile che una cricca di potere con annessi organi
di informazione faccia del nostro amato paese ciò che vogliono seguendo
una deriva internazionale disastrosa? Fermiamoli, non permettiamo che tutto questo possa avvenire senza che neanche voci si alzino nel paese per criticare queste decisioni. Un manipolo di incapaci, preoccupati solo di difendere i loro meschini privilegi, alzano il braccio a votare seguendo il comando di incapaci come loro senza neanche capire cosa realmente stiano votando e senza avere la più pallida idea delle conseguenze devastanti delle loro scelte di voto.
Fermarli? Una parola. Se fossimo all'ultimo gradino di sopravvivenza, lo "faremmo".
RispondiEliminaCiao!
Ti pare facile? E come li ferma gente come me?
RispondiEliminaLeggi cosa dice oggi Giarda nell'intervista a La Stampa: http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/449548/
RispondiEliminaIn sintesi: i cattivi vorrebbero smantellare lo Stato Sociale subito ("meno scuole statali, più carceri private, più sanità privata, meno polizia di Stato e più vigilantes, fine dei sussidi al cinema, ai giornali e alla lirica, chiusura dei parchi regionali e così via..."), invece noi, i tecnici buoni pensiamo di fare la stessa cosa ma di metterci 6 anni.
«Chiudere i centri di produzione periferica e svuotare gli uffici pubblici richiederebbe in primo luogo di licenziare immediatamente un certo numero di dipendenti, e questo non so se lo Stato può farlo (!!!!). Oppure, e questo è invece ciò che auspico, si tratterebbe di gestire nei prossimi 6 anni, quindi nell’ultimo scorcio della attuale legislatura e in tutta la prossima, i cambiamenti di processo, il turnover dei dipendenti, la chiusura di una quota significativa delle “fabbriche”: scuole, università, prefetture, galere, caserme, uffici del lavoro e della motorizzazione, eccetera. Che, distribuite sul territorio nazionale, provvedono all’attuale fornitura di servizi pubblici. Insomma una visione costruita su un programma pluriennale, con obiettivi precisi, diretta a razionalizzare l’offerta di beni e servizi pubblici, eliminando sprechi e inefficienze Il risultato di scelte consapevoli delle amministrazioni interessate, sostenute dalla mano del governo. E’ questo l’approccio dei profeti della spesa pubblica della seconda specie».
ma come potremmo fare???
RispondiEliminaCertamente non è facile fermarli, ma almeno sarebbe necessario farsi sentire, ed invece solo i furti da parte dei politicanti fa rumore, attira attenzioni, suscita discussioni.
RispondiEliminaPossibile che la gente sia così rincoglionita da assistere senza fiatare, senza neanche esprimere a parole un dissenso forte e chiaro, a una cosa così fondamentale come l'alterare la nostra carta costituzionale cambiandone la natura, colpendo a morte l'ispirazione con cui fu scritta dai padri costituenti?
La cosa che più mi indigna è il silenzio della stampa, che fa passare sotto silenzio passaggi così importanti, direi di portata storica, della nostra nazione: a che livello di collusione siamo arrivati?
Vorrei aggiungere che questa attenzione così concentrata sulla corruzione a volte mi fa sospettare che al fondo ci sia un sentimento di invidia, nel voler essere al loro posto ma non riuscirci, e con l'invidia la voglia di vederli umiliati. Non dico certo che non siano episodi da considerare con cura, ma mi colpisce questa esclusività, questo concentrarsi su determinati fatti ed ignorarne altri.
RispondiEliminaDirei che anche nel mondo dei blog il silenzio regna sovrano: auguri a chi dovrà convivere con uan nuova costituzione, ne avrà bisogno.
Lupo solitario, mi sono convinto che il senso critico sia una roba carente, e che a partire da ministri e governanti vari domini l'esecuzione di una missione, il fare il lavoro che ti è stato affidato senza farti troppe domande, ed una domanda è già troppa.
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