Ho letto recentemente un articolo di Barbara Spinelli, certamente una delle nostre migliori giornaliste, che trovo eccellente, e mi pare di potere condividere. Lo cito qui, perché me ne sento in qualche misura coinvolto. Come scrivevo in un commento, per motivi caratteriali, forse anche per educazione, nel corso della mia vita la ricerca della coerenza nello sviluppo delle mie convinzioni ha contato tanto, spingendomi così verso un “estremismo” delle idee che ormai mi denota in coloro con cui vengo a contatto per i motivi più diversi. Anche qui sul blog, ho dovuto confrontarmi con le conseguenze di questo atteggiamento, quando miei commentatori abituali, in un primo momento attratti da una certa originalità nelle cose che scrivo, che mi riconosco e credo mi riconoscano anche gli altri, in occasioni e su temi specifici hanno misurato la mia intransigenza. Una prima occasione è stato lo sciopero dei blogs, su cui ho sollevato numerose riserve (qui). E’ seguita poi la vicenda della giornata proclamata, guarda caso, proprio da giornalisti, sulla libertà di stampa (qui). Infine, più recentemente, anche le primarie del PD (qui) hanno costituito un’ulteriore occasione per “divorzi unilaterali” che mi è toccato subire.
Qui, non sto certo a riscrivere l’articolo che invece merita di essere letto nella sua versione integrale. Ne ripercorro alcuni aspetti solo in riferimento agli aspetti che mi pare siano più attinenti a questo blog. Ella prende spunto dal libro recentemente dato alle stampe da Fini, e gli muove delle critiche, centrate attorno al concetto di “male minore”. Cito solo questo passaggio che mi pare molto illuminante:
Accade a ciascuno di cercare il male minore, nella vita individuale e pubblica. È il momento in cui urge, tatticamente, scongiurare il precipizio nel peggio. In politica spingono in questo senso la prudenza, l’astuzia. Ma il male minore rischia di installarsi, di divenire concetto stanziale anziché nomade: non ambivalente paradosso ma via aurea, con esiti e danni collaterali che possono esser devastanti, non subito ma nel lungo periodo. A forza di mitigare l’iniquità agendo dal suo interno, in effetti, sorgono insidie che la Arendt spiega bene: «Lungi dal proteggerci dai mali maggiori, i mali minori in politica ci hanno invariabilmente condotti ai primi». «Ossessionati dai mali assoluti» (Shoah, Gulag) ci abituiamo a non vedere il nesso, stretto, tra male maggiore e minore. La mente stessa muta, quando il male minore si cristallizza in norma.
Per parte mia, accettare che il gruppo editoriale di Repubblica divenga l’alfiere della libertà di stampa che quotidianamente viola è questo genere di “male minore”. La politica del PD, il tentativo di spostare di qualche millimetro il suo asse politico, agendo dal suo interno, si iscrive anch’esso in una lista di “mali minori”, allo stesso modo di come la Spinelli vede i comportamenti politici di Fini. Diciamo la verità: l’Italia è il paese per antonomasia del “male minore”, un’abitudine al compromesso non come passo verso un obiettivo prefissato, ma come equilibrio permanente: tanto permanente che poi dimentichiamo la finalità originaria, per farne fine a sé stesso. E’ un atteggiamento ispirato, a mio parere, dalla mentalità cattolica e curiale, per cui il brasiliano condonblè, rito pagano per antonomasia, viene invece pienamente tollerato, i vari generali sanguinari dell’America Latina potevano dichiararsi cattolici senza essere scomunicati, e così via dicendo.
Aggiungerò che la capacità di esportare questa mentalità è forte, così come confermato dalle recenti nomine di personalità mediocre alle massime cariche della UE.
Ancora una volta hai perfettamente ragione quando sostieni che è insito in noi italiani volersi accontentare del male minore.Io personalmente in alcuni aspetti della vita sono intransigente. Lo ero a scuola, come docente, quando PRETENDEVO che tutti svolgessimo con professionalità e dedizione il nostro mestiere, a cominciare dal preside! Lo sono come cittadina, quando comportandomi con onestà e correttezza, pretendo altrettanto nei miei confronti. Così come pretendo moralità ed onesta in chi ci governa, ma a quanto pare questa è un'utopia, ed è da qui che nasce l'accontentarsi del male minore. Ecco perchè mi aggrappo a tutto ciò che mi dà almeno l'illusione che qualcosa possa cambiare. Senza voler fare dello squallido qualunquismo, pare che chi si butta in politica lo faccia spinto più da interessi personali che da alti valori sociali. O, comuque, una volta acquisita la poltrona ciò che importa è mantenere lo status quo, cioè la propria posizione di privilegio.
RispondiEliminaIo ti stimo infinitamente proprio per la tua intransigenza morale e politica, ma credo che rifiutandoci di partecipare alle varie consultazioni politiche, non facciamo altro che togliere a chi governa anche quel minimo di fastidio che possiamo dar loro. Facciamo finta che il 40% di noi non vada più a votare per protesta, cosa avremmo ottenuto se non che vada al potere una maggioranza con l'80% dei consensi? D'altra parte non possiamo che usare metodi democratici per sovvertire le cose, non possiamo certo auspicarci il ritorno degli anni di piombo! E allora suggeriscimi cosa dovremmo fare, non limitarti a dire, per favore, solo quello che non dovremmo fare. Indicami una via d'uscita costruttiva ed io la seguirò!:)
Detto in poche parole: secondo me rimanere coerenti a se stessi vuol dire precludersi possibilità di crescita. La vita futura sarà condizionata da atteggiamenti passati a cui attenersi, per cui se si è stati intransigenti a vent'anni si è obbligati (dalla propria coerenza) a rimanerlo per tutta la vita. Non lo condivido. Io, se voglio essere libero, non posso esserlo se rimango schiavo di me stesso.
RispondiEliminaMa ovviamente è la mia posizione personale e chiunque creda il contrario è liberissimo di farlo.
@ Ornella: Pretendevi? Se tu avessi preteso qualcosa da me credo che mi avresti avuto certamente contro, e questo pur magari condividendo la tua posizione. Puoi pretendere al limite solo da te stessa, forse. Dagli altri al massimo puoi auspicare che il tuo esempio abbia seguito.
P.S.
Suggerimento. So che lo hai chiesto a Vincenzo (che spero mi perdoni per l'intromissione), te ne regalo uno io: ragiona con la tua testa, quale che sia. La tua opinione vale quella di chiunque.
Rouge, quando ho scritto "pretendevo", intendevo dire che lottavo con tutta me stessa ( chi dimentica più le lotte "feroci" durante i consigli di classe in difesa dei ragazzi!) affinchè i miei colleghi non si limitassero semplicemente ad emettere giudizi negativi senza prima essersi fatti un esame di coscienza sul loro operato, a cominciare dalla loro disponibilità a spiegare adeguatamente le lezioni, per finire sul concetto che, secondo me, è l'insegnante che si deve "adattare" alla personalità del ragazzo e non viceversa! Prima che ci siano altri fraintendimenti, per "adattarsi" all'alunno, intendo dire capire la sua personalità, le sue problematiche, considerare il suo background e così conquistare la sua fiducia ed il suo rispetto. L'impegno scolastico, a questo punto, era conseguenziale.
RispondiEliminaRiguardo al suggerimento richiesto a Vincenzo, altrochè se penso con la mia testa! Ma sono sempre pronta a considerare le varie argomentazioni, specialmente se vengono da persone che stimo, e se le ritengo valide e rispondenti alla mia morale e ai miei valori, sono pronta a seguirle e a farle mie. D'altra parte non è quello che facciamo quando andiamo a votare?
@Ornella
RispondiEliminaIo scrivevo: "un’abitudine al compromesso non come passo verso un obiettivo prefissato, ma come equilibrio permanente: tanto permanente che poi dimentichiamo la finalità originaria, per farne fine a sé stesso."
Insomma, qualunque compromesso va bene, votare per qualcuno con cui condividiamo poco, anche questo ci può stare. L'importante è ricordare sempre l'obiettivo finale, ciò che ci prefissavamo all'inizio, e non confondere il compromesso con l'obiettivo.
@Rouge
RispondiEliminaTemo di avere ingenerato degli equivoci: con coerenza di pensiero non intendo uniformità nel corso della vita, ma conseguenzialità logica nel pensiero. A volte, considerare il pensiero dominante in tutte le sue implicazioni, mettere in discussione tutto, ti porta verso lidi lontani, ed è inevitabile che a tanti apparirai come un estremista.
il male minore mi è sempre sembrato un accomodarsi su una bella poltrona di pusillanimità.
RispondiElimina@maria rosaria
RispondiEliminaD'accordo, ma stiamo attenti: chiunque voglia incidere sulla realtà, rischia sempre di finirci, bisogna fare tanta attenzione per evitarlo.
Bravo bel post! In effetti quello che anch'io da me lamento con il mio ultimpo post, é forse inconsciamente, il fastidio di vedere che ci si arrende al male minore forse a causa anche della convinzione illusoria di avere un minimo di benessere che non ci fa stare come poveri e disperati a livello di Stati africani per fare un es.
RispondiEliminaPerò questo male minore é deleterio, porta all'accettazione costante di una programmata e anch'essa regolare sottrazione di libertà e verità nonché anche di quel benessere personale che tanto vogliono proteggere coloro che sono fautori convinti del "famoso male minore"
Noi siamo sempre stati cosi, oggi questa "malattia" ha preso ancora più piede.
Se proprio abbiamo bisogno di un vaccino e di cure, ci servono per sconfiggere questo "male minore"....
Bellissimo post, lo sottoscrivo in pieno! Il riferimento a Repubblica (e lo dico con il massimo rispetto per le sue ottime firme, da Maltese a Michele Serra) è azzeccatissimo!
RispondiEliminaHo sempre rigettato visceralmente il concetto del "male minore". Posso comprenderlo, non biasimo chi ne fa la propria linea quando si tratta di stabilire "Come rovesciare il regime che si è impiantato in questo paese" (e non sto parlando del mero governo Berlusconi) o quando mette una croce nell'urna.
Ma non riesco ad aderirvi. Non ci riesco proprio...
E lo dice qualcuno che si ritiene tutto tranne che un "radicale"!
@Daniele
RispondiEliminaIl male minore certo può risiedere nella mente di quei ricercatori che "sanno" che l'effetto serra c'è, e quindi non percepiscono la disonestà di offrire dati contraffatti, o anche in chi appone una firma distratta pensando di aver risolto i propri problemi di coscienza, ma io credo che sia innanzitutto un atteggiamento. In altre parole, lo stesso atto può soggettivamente essere vissuto diversamente: sembra lo stesso, ma può costituire la premessa di atti conseguenti, o chiudersi lì, come parentesi inconcludente fine a sè stessa.
@Alessandro
RispondiEliminaAnche tu confessi come me: non optare per il male minore non costituisce per noi uno sforzo, ma al contrario è una scelta inevitabile. Non facciamoci sentire, non potremo più mostrarci eroici :-D
Vince', finora non l'ho fatto. Andando a votare non ho scelto il male minore, da lungo tempo ormai, nelle elezioni, ho votato a sinistra, moolto a sinistra, però mi ritrovo sempre con una pezza davanti e una dietro.
RispondiEliminaPer fare sloggiare 'sta gentaglia secondo te che si dovrebbe fare?
Sono perfettamente d'accordo. sapessi quante volte ho dovuto criticare questo atteggiamento per esempio con chi diceva che il Pd o Di Pietro non gli piacciono però li vota perché "sono sempre meglio di Berlusconi", ovvero "il male minore". Al di là del fatto che nutro seri dubbi che certa "opposizione" sia meglio di coloro a cui dovrebbe opporsi, questo ragionamento ci ha portato da Berlinguer a Veltroni. Ora non mi sembra proprio un miglioramento. Anche perché il male minore diventa sempre "meno minore" fino a diventare "male" senza ulteriori aggettivazioni.
RispondiEliminaOk Vincenzo, chiarito l'equivoco e il senso del post assume un'altra dimensione che non avevo colto in pieno.
RispondiEliminaAldo pone una domanda, cosa si dovrebbe fare per far sloggiare 'sta gentaglia. Forse cominciare a spingere affinchè si cambi la legge elettorale, ma senza prese in giro tipo l'ultimo referendum, e in mancanza rifiutarsi di votare secondo le loro regole delle balle, magari andando a votare e annullare la scheda specificando il motivo.
Insomma, riprendersi un minimo di potere da questa dittatura dei partiti.
Concordo in pieno.
RispondiEliminaE come tu stesso sottolinei, "il male minore" è strettamente collegato "al compromesso".
Vincenzo, noi italiani siamo il popolo del compromesso!Per interesse siamo in grado di giungere a qualunque accordo.Questa mentalità si espande come un cancro ed è sbagliata!A me da la nausea.
E l'integrità dov'è???
@Aldo
RispondiEliminaSu cosa fare qualche idea la avrei, e l'ho anche esposta nel mio libro. Preliminarmente però, sarebbe necessario costruire un gruppo di gente che abbia le idee chiare e sia determinata a portarle avanti nella società. Non è una cosa nè facile, nè può essere immediata. Nel frattempo, come dicevo in precedenti commenti, nulla vieta che votiamo anche partiti che ci sembrano poco omogenei alle nostre idee, mantenendo però la nostra autonomia di pensiero e fermo il timone verso il giusto obiettivo.
@Matteo
RispondiEliminaSai, però devo dire che capisco che si possa anche scegliere di votare IDV o PD, per evitare che il signor B. vinca sempre. L'importante è avere un progetto, del tipo voto questo e dopo faccio quest'altro. Insomma, si può anche fare un passo alla volta, ma non accettare come soluzione di comodo e definitiva una cosa in sè inaccettabile.
@Rouge
RispondiEliminaHai toccato un punto fondamentale: l'attuale legge elettorale ci pone a mio parere al di fuori dell'ambito dei sistemi democratici. Questi parlamentari designati sono davvero incapaci, come del resto è ovvio, di costituire un potere davvero autonomo rispetto al governo e ai propri designatori in genere. Così, finisce il ruolo centrale del Parlamento, organo legislativo, come contrappeso al potere esecutivo.
@Guernica
RispondiEliminaNon trascuriamo però che il compromesso può invece essere una cosa degnissima e anche utilissima. A condizione però che sia messo al servizio di un obiettivo chiaro.
Non posso aggiungere nulla. Anch'io detesto l'idea di abbracciare il male minore sempre e comunque. Il problema sta però nel trovare una soluzione e, parlando di politica, non è facile.
RispondiElimina@Romina
RispondiEliminaFondiamo un nuovo partito, o almeno potremmo cominciare a lavorarci :)