Sembra che, man mano che nuove notizie passano sulla stampa, il caso Marrazzo, piuttosto che chiarirsi, si ingarbugli sempre più. Tralascerò di soffermarmi sulle penose dichiarazioni dell’interessato che, nello stesso tempo in cui ammette le proprie responsabilità, tenta di dare al tutto una connotazione eccezionale. Qui, la cosa che lascia esterrefatti sta nel gran numero di persone coinvolte, o per partecipazione diretta come presunta vittima o responsabile, o per avere comunque conoscenza dei fatti. Apparentemente, i carabinieri dei Ros sono buoni ultimi a conoscere i fatti!
Secondo fatto che colpisce è la non coincidenza nelle testimonianze fornite dai differenti attori, il che dimostrerebbe che si tenta di nascondere qualcosa.
Ciò che preoccupa è che a tutt’oggi non ci sono rei confessi. I carabinieri accusati del fatto si stanno già difendendo con vigore, e il mio personale timore è che trovino il modo per sfuggire a una condanna. Il trans si definisce vittima del caso, e quindi non ne trarrà alcuno svantaggio giudiziario. Se alla fine dell’inchiesta non ci saranno responsabilità accertate, il dubbio che gli autori materiali del fatto godano di complicità ad alto livello aumenterà. Io vorrei solo osservare che il vero danno Marrazzo l’ha avuto non dal ricatto in sé, quanto dalla scoperta del fatto. Il Ros, insomma, con l’accusa ai quattro carabinieri, ha paradossalmente inferto il colpo più forte al governatore del Lazio. Capite quindi come non sia possibile al momento escludere nessuno da possibili trame delittuose.
Che si tratti di un episodio di criminalità spicciola, di mele marce tra i carabinieri, sembra una teoria debole, difficilmente difendibile. Se poi, come dicevo, si troverà un modo per farli uscire indenni dalla vicenda, l’esistenza di queste complicità criminali ad alto o altissimo livello diventerà sempre più verosimile. Speriamo almeno nella capacità e nell’onestà delle autorità inquirenti.
Anche perchè pare che gli assegni non siano stati riscossi!
RispondiEliminaIo sono arcistufo della dicitura"le quattro mele marce" e la cosa più riprovevole è cha nel caso di Stefano Cucchi è riuscita fuori di nuovo. Così, giusto per non mettere in discussione il sistema carcerario.
RispondiEliminaPerdonami, ma dopo questi eventi non me la sento parlare di Marrazzo...
Tra quanto succede intorno al "caso Marrazzo" e ciò che è successo intorno al "caso Cucchi", io non ho dubbi: si tratta di "eccesso patologico violento delle forze dell'ordine in ordine alla parodia della sua tutela".
RispondiEliminaSembra proprio che il caso Marrazzo sia sfociato per un tranello che è stato predisposto ad arte immagino con la complicità di persone all'interno dell'edificio .Lo fa presupporre il fatto che già nel 2006 avevano tentato di " incastrarlo" per la stessa "debolezza" . marrazzo, naturalmente ha dimostrato scarsa intelligenza e questo non mi piace da chi dovrebbe governare una parte del paese. Il caso Cucchi ( lo so, non ne hai parlato, ) più che un problema di sistema carcerario si tratterebbe dei un comportamento probabilmente " solito" delle forze dell'ordine.
RispondiEliminaSecondo me nulla avviene "per caso". E nessuno tocca personaggi influenti senza avere l'adeguata copertura!
RispondiEliminaANtonella, per rispetto delle centinaia di giovani vite spezzate nel carcere devo assolutamente contraddirti. Qui il sistema carcerario è l'imputato numero uno!
RispondiEliminaDovresti informarti.
Sai Vincenzo? Hai ragione e sottolinei un fatto cui non avevo pensato: "...il vero danno Marrazzo l’ha avuto...dalla scoperta del fatto...". E - aggiungo - dalla circostanza che "il fatto" sia stato reso di dominio "pubblico". Nel senso che anche noi - plebaglia - alla fine ne abbiamo avuto contezza: la stessa che - nelle stanze dei bottoni - già si aveva da tempo. Ma nessuno che si sia sentito in dovere di risparmiarci quest'ultima debacle gossippara e pruriginosa della c.d. politica italiana, magari suggerendo a Marrazzo di dimettersi "per ragioni di salute". Procedendo ovviamente, però, contro i responsabili dell'estorsione.
RispondiEliminaSembra che facciano a gara per pararsi le terga a vicenda: tu dai una cosa a me... io do una cosa a te...
Che si tratti di un episodio di criminalità spicciola, di mele marce tra i carabinieri, sembra una teoria debole, difficilmente difendibile.
RispondiEliminaLo penso anch'io.
@angustifolia
RispondiEliminaQuello che citi è un altro degli aspetti inquietanti. Se l'estorsione di denaro era il fine reale del fatto, perchè non riscuotere?
@Inka
RispondiEliminaForse hanno davvero esagerato con gli abusi nelle carceri, forse uno spiraglio di luce si sta aprendo, ma bisogna vigilare sugli sviluppi: so che tu lo farai meglio e più di tutti noi.
@Riverinflood
RispondiEliminaSono casi diversi, secondo me. Nel caso Marrazzo, vi vedo delle trame nascoste per i motivi che citavo. Per Cucchi, direi che è come dici tu, il senso di onnipotenza che prende chi dispone materialmente del potere di vita e di morte su chi gli viene affidato.
@Antonella
RispondiEliminaNon c'è solo Cucchi quale vittima di tali episodi. C'è, mi pare, la visione del carcerato come di un cittadino senza più diritti garantiti, neanche quello della propria stessa vita.
@Gigi
RispondiEliminaI tuoi dubbi sono anche i miei, e mi pare un po' di tutti i commentatori. C'è un'opacità delle strutture istituzionali che vedere trame è quasi un obbligo, e negarle direi un'offesa all'intelligenza.
@BC
RispondiEliminaGià:: riflettevo anch'io sulla completa mancanza di riservatezza nell'operazione. Vedremo che fine farannno le cosidette "mele marce". Magari, a livello processuale, si finirà con lo scoprire che evidenze del loro crimine non ce ne sono. A quel punto, sarebbe chiaro che tutti hanno cooperato nel fare lo sgambetto a Marrazzo, come già oggi si può sospettare.
@Romina
RispondiEliminaQuindi, tutti siamo convinti che essi operavano in nome e per conto: sapremo mai di chi?
Carissimo,questa storia puzza di bruciato, di "do ut des", di marcio a parte le mele, di valori morti e sepolti in stato avanzato di decomposizione,di nebbie e delitti,di vaso di Pandora equivoco e squallido, di "giornalai" allo sbando.
RispondiEliminaE tutte le chiacchiere che ci girano intorno sono terribili e desolanti.
Un caro saluto
Ps: io linko il tuo sito con piacere, se permetti,oramai siamo "amici" :-)
@Luce
RispondiEliminaStamane abbiamo la seconda puntata: Marrazzo confessa di aver consumato cocaina. Sembrerebbe sincero, visto che si autoaccusa. Nello stesso tempo, dice la cosa più sconvolgente della faccenda: si trattava di una rapina, niente ricatto. Ma allora, chi ha realizzato il filmato? I 4 carabinieri, senza intenzioni ricattatorie, non avevano alcuna ragione di filmare. Ma anche se essi stessi avessero filmato, l'ipotesi ricattatoria sarebbe sorta successivamente da soggetti differenti. Credibilmente, il fatto che determinati ambienti giornalistici fossero in possesso dei filmati, ne certificherebbe in qualche misura l'acquisto, o comunque una trattativa in stato avanzato. Sarebbero, a questo punto questi ambienti e i loro referenti politici i maggiori sospettabili dell'ipotesi ricattatoria. In fondo, anche la telefonata del signor B. acquista in questo quadro un aspetto inquietante: si sa che uno dei metodi estorsivi è quello di avvisare. L'unico avviso che il signor B. potesse fare, sarebbe stato di comunicare tutto ciò che era a sua conoscenza alla procura di competenza, ogni altro avviso assume oggettivamente un valore ricattatorio.