domenica 5 gennaio 2014

RENZI E LA STAMPA: CHE SQUALLORE!

Su Renzi ho già scritto di recente, e l'atteggiamento così sprezzante verso Fassina mi pare non aggiunga nulla di nuovo sul personaggio. Anche su Fassina, non v'è granchè da dire, i sinistri del PD mi sono sempre sembrati peggio degli altri piddini, nella duplice opzione di fare gli utili idioti, senza apparentemente capire la politica praticata dal partito a cui aderiscono, o di agitare strumentalmente argomenti di sinistra, praticando come e peggio degli altri compagni di partito.
Ne parlo solo per commentare l'atteggiamento dei giornalisti che non hanno perso neanche questa ghiotta occasione per evidenziare che sorta di interpretazione danno al loro mestiere. 
In generale, da quando Renzi, confermando le previsioni della vigilia, ha stravinto le primarie, la stampa comincia a giustificare qualsiasi cosa fa Renzi, anche ciò che logica vorrebbe fosse considerato negativamente. 
Come è possibile che non ho letto uno che sia un singolo giornalista che criticasse la scelta di Renzi di proporre una triplice alternativa su cui discutere per riformare i meccanismi elettorali, tanto per soffermarci su un punto specifico di quelli che sollevavo in un recente post. 
Il fatto che si da' per scontato non è nè la bontà in sè del meccanismo elettorale, nè sulla congruità dell'intervento di Renzi ai fini di una reale facilitazione nel processo di approvazione della nuova legge, ma tutto si concentra sul significato simbolico del gesto, nel dare un segnale agli elettori che lui è uno che le cose le fa davvero. Peccato che non si capisce proprio cosa Renzi abbia fatto, tre titoli per definire le tre distinte ipotesi, e poi null'altro, senza considerare come sia detestabile quest'usanza ormai invalsa in maniera generalizzata, di usare un'espressione in maniera chiaramente impropria, solo perchè un personaggio noto l'ha usata. E' questo il caso dell'ipotesi del sindaco d'Italia che non si capisce che attinenza abbia con la semplice proposizione del doppio turno.  
La mossa di Renzi non indica una via d'uscita certa, non assicura in alcun modo un'accelerazione, permette tuttavia che domani egli possa rivendicare il suo decisionismo a cui una politica stagnante si oppone: è questo che la stampa ritiene di volere dal leader del partito di maggioranza relativa?

Questi giornalisti rieccheggiano pedissequamente gli slogan del potente di turno, e si mettono diligentemente nei suoi panni, giustificando i suoi atti politici solo sulla base del fatto che egli doveva necessariamente fare così per sopravvivere. Ma un giudizio sulla cosa in sè non si dovrebbe dare, non sarebbe questo il dovere primario di un giornalista che aspiri a fare davvero questo mestiere, e non il diversamente politicante? 
Un mio lettore mi faceva pacamente notare come io parli dei giornalisti negli stessi termini usati da Grillo e senza essere del M5S: io mi chiedo tuttavia se sia possibile parlarne in termini meno negativi.

Nessun commento:

Posta un commento