mercoledì 8 gennaio 2014

IL PERICOLO IMMINENTE DI DEFLAZIONE: COME EVITARLA


Ho appena letto un articolo che rimette in evidenza il pericolo davvero mortale di andare in deflazione. 
Mentre i tedeschi continuano a dirci di non andare in deficit per paura dell'inflazione, la verità è opposta, che questa dannata inflazione non ne vuole sapere di ripartire in nessun modo. 
Draghi un timido tentativo l'ha fatto, prima immettendo i famosi mille miliardi di dollari prestati alle banche, poi con un ulteriore taglio dei tassi. Il risultato è che oggi abbiamo in europa un tasso medio di inflazione ancora in discesa, sempre più basso. E' evidente che se non si assumeranno provvedimenti adeguati, la deflazione sarà inevitabile, col risultato da una parte di raffreddare ulteriormente la produzione (nessuno compra se non per esigenze immediate, sapendo che domani potrà comprare a prezzi più bassi), e dall'altro di rendere sempre più difficile il rimborso dei debiti. 
Il provvedimento più ovvio che dovrebbe seguire il taglio dei tassi, sarebbe quello di immettere liquidità, stampare insomma moneta, cosa che la BCE è lungi dal fare a causa del veto tedesco. 
Tuttavia, è interessante notare che ove questo è stato tentato, ad esempio negli USA, esso non ha generato inflazione. L'immissione di qualcosa come 1500 miliardi di dollari da parte della FED a partire dall'autunno del 2012, ha avuto un certo effetto di incremento dell'attività produttiva, ma nessuno sul piano dell'inflazione. La mia tesi è che ciò è negativo, perchè ci segnala un accumulo di liquidità da qualche parte, il che implica un potenziale inflattivo pronto a scoppiare improvvisamente in maniera incontrollabile. 
La terapia che propongo in modo abbastanza isolato, è quello di distruggere la montagna di titoli stampati in tutti gli anni zero, e che richiedono ancora oggi la continua stampa di altri titoli anche solo allo scopo di rinnovo da parte di debitori non in grado di onorare i loro debiti.
Vi proporrò ora una metafora per tentare di illustrare il mio punto di vista. 
Immaginiamo che per i motivi più vari, sia stato formato un treno troppo lungo e che porta merci troppo pesanti in rapporto alla potenza della motrice. Supponiamo altresì che non solo il motore non eroga la potenza necessaria, ma che neanche i freni siano adeguati a tale carico. 
Ecco, l'economia mondiale è come questo treno, caricata di una montagna di titoli, e si trova in un tratto in salita. Si tenta con mezzi ausiliari di trazione di farla avanzare, ma il treno reagisce lentamente, avanza millimetricamente, ed anzi rischia di andare indietro. La soluzione di emergenza è mettere una seconda motrice a spingere da dietro il treno, e così in effetti il convoglio si muove, ma guai a smettere di spingere, il treno sia arresta nuovamente. 
Tuttavia, il tratto in salita sta per finire, e il macchinista da dietro non riesce a vedere quando comincia la discesa. Quale vi aspettate che sarà il risultato se questa seconda motrice la si lascia agire indisturbata? Che nel tratto in discesa, il treno prenderà velocità e alla prima curva deraglierà.
La soluzione non sta quindi nell'aggiungere la seconda motrice, ma nello scaricare il più possibile il treno. 
Uscendo di metafora, non rimane ormai che procedere a distruggere questa ricchezza fittizia, questa inutile zavorra, costituita da una montagna di titoli, ed allora sì che il treno potrà riprendere tranquillamente ed in sicurezza la sua corsa.

Seppure mi rendo conto che nessuno vuole vedere distrutti i propri crediti che per tanti sono poi i propri risparmi, è un atteggiamento ottuso rifiutare ciò che è inevitabile. Chi è contrario alla mia terapia avrebbe l'onere di proporre una terapia alternativa, dopo avere escluso le due terapie classiche che ho prima citato e che oggi appaiono inefficaci.

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