domenica 19 gennaio 2014

COME LA STRATEGIA DI NAPOLITANO SI AVVANTAGGIA DELL'INCONTRO TRA RENZI E BERLUSCONI

Trovo incomprensibile, al limite dello stravagante, l'interpretazione da parte di tanti giornalisti del quadro politico a seguito del noto incontro tra Renzi e Berlusconi. In sostanza, costoro sostengono che da tutto ciò ne esca vincitore Berlusconi, perchè è potuto rientrare in gioco. 
Ora, se vogliamo introdurre un minimo di razionalità nell'argomento, dovremmo fare un minimo di cronaca degli ultimi mesi di eventi politici...
Sotto la guida stretta di Napolitano, si è andati ad un governo nella cui maggioranza il partito di berlusconi giocava un ruolo fondamentale, nel senso che il contributo dei suoi voti era essenziale a raggiungere il numero di voti necessari a garantire l'approvazione dei provvedimenti governativi. La voce che è stata diffusa dalla grande stampa è che si trattava di una soluzione inevitabile, l'unica via consentita. Io sono convinto del contrario, che si è trattato di una scelta consapevole tra alcune alternative mai tentate sino in fondo, ma in ogni caso nessuno può ragionevolmente negare che a Berlusconi l'invito esplicito a partecipare al governo l'abbiano dato tutti, in particolare tutti coloro che adesso si scandalizzano dell'esito dell'incontro. 
Berlusconi non è stato espulso dalla maggioranza, egli se ne è andato via di sua propria iniziativa col preciso progetto politico di andare al più presto a nuove elezioni. Lo ha fatto soprattutto per una forma di protesta per il voto del senato che in applicazione della legge Severino, ne ha deciso la decadenza da senatore. Se oggi Berlusconi rientra in gioco come si dice, dev'essere chiaro che lo fa sulla base di una sua personale scelta, insomma è lui ad essere tornato indietro sulle proprie stesse decisioni. 
Soprattutto, appare evidente che egli c'ha ripensato sulla questione di quando andare a votare, oggi egli si unisce a coloro che indicano il 2015 come anno di loro svolgimento, e sembra convenire su alcune modifiche costituzionali, anche su questo aspetto facendo un plateale dietrofront. Ne concludo che ci vuole una fantasia fervente, al limite dell'allucinazione, per ritenere che ieri Berlusconi abbia colto un grande successo, ha soltanto tornato ad essere uno degli interlocutori di un salotto da cui egli si era volontariamente allontanato, e lo fa da ex-senatore, cioè accetta adesso quella votazione che allora aveva dichiarato infame.
Tuttavia, non direi che questo passaggio, solo per il fatto che non è favorevole a Berlusconi, possa essere considerato un successo di Renzi. Vorrei notare altri due elementi che mi paiono fondamentali, la partecipazione di Gianni Letta all'incontro, l'altro la pronta dichiarazione di assenso da parte del nipote Enrico. Capite, all'incontro berlusconi non si è portato l'esperto di sistemi elettorali Verdini che pure ha la piena delega a trattare la questione nei luoghi a ciò deputati, ma ha riesumato il vecchio sodale, quello che è sempre stato considerato il trait-d'union con Napolitano. 
Se torniamo a considerare la situazione con un minimo di continuità storica, è proprio Napolitano il più fervente sostenitore della revisione costituzionale, ed è pertanto anche il più fiero oppositore ad andare al voto presto, proprio per garantire che ci sia il tempo di approvare le modifiche costituzionali. E' probabile, ma non ho letto notizie precise in proposito, che Berlusconi torni indietro anche sulla famigerata legge costituzionale di deroga all'articolo 138, e sulla base di questi elementi, mi pare che si possa tranquillamente affermare che Napolitano che pure sembrava in grave difficoltà in queste ultime settimane, abbia ripreso il controllo della situazione, e che lo stesso incontro Renzi-Berlusconi possa essere stato deciso nel colloquio che Renzi ha avuto col presidente pochi giorni fa. 

Se quindi sembrerebbe abbastanza ovvio che Berlusconi ha perso, visto che ha dovuto accettare tutto, proprio tutto ciò che l'aveva spinto appena pochi mesi fa a mettersi di traverso al governo Letta ed allo stesso proseguimento della legislatura, e che Napolitano ha vinto questo passaggio riuscendo a rimettere all'ordine del giorno la sua personale agenda, è più difficile stabilire come la cosa stia andando per Renzi. Faccio notare che la stampa fino al giorno precedente, aveva sostenuto che per Renzi era vitale associare le elezioni politiche alle europee, mentre oggi questa separazione sembra inevitabile proprio a seguito di quanto deciso nell'incontro, e quindi su questo punto si direbbe che Renzi ha dovuto arrendersi alle insistenze di Napolitano. 
Questo è l'unico punto veramente delicato per Renzi che finora ha dimostrato il consenso di cui riscuote solo in elezioni interne al PD, e che pagherebbe a caro prezzo un clamoroso insuccesso alle europee, un terreno assai friabile per tutti coloro che difendono l'adesione alla UE ed in particolare all'euro. A Napolitano invece, questo scadenziario elettorale è particolarmente gradito, in quanto egli non rischia di proprio, manda Renzi, che rimane un battitore per proprio conto e non un suo uomo, a rischiare. Così, o la scelta dell'euro viene approvata e questo è un risultato sicuramente positivo per l'establishment europeo che egli ha deciso di rappresentare in prima persona, o viene bocciata, ed allora a subirne il contraccolpo sarà Renzi, che potrebbe dover uscire di scena, ed anche questa sarebbe un'alternativa positiva per lui, vince insomma in ogni caso. 
Rimane da capire perchè Renzi abbia accettato di assumere un ruolo così scomodo e pericoloso. Probabilmente, egli non aveva altra alternativa, perchè se Napolitano non vuole, le elezioni non si tengono, è lui a dover scioglere le camere, e ne può prolungare la vita anche in assenza di maggioranze. Renzi, dopo aver visto il prezzo pagato da bersani per essersi opposto a Napolitano, ha dovuto far buon viso a cattivo gioco, presumibilmente ricevendone in cambio vantaggi secondari, magari sull'attività di governo, mani libere in attesa della scadenza elettorale delle europee. Non mi pare quindi che neanche Renzi ne sia uscito così bene da questo passaggio. 

Chi l'avrebbe mai detto che un incontro avrebbe messo in difficoltà entrambi i partecipanti, avvantaggiando qualcuno che all'incontro neanche era presente?

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