La sparata di Renzi oggi sembra rappresentare un ulteriore stadio nel processo progressivo di degrado della politica sempre più ormai diventata una questione di messaggistica e di immagine mediatica.
Vi sono infatti tutta una serie di incogruenze di difficile interpretazione...
Prima incongruenza: Renzi, pur di bruciare i tempi in cui realizzare la riforma elettorale, propone agli altri partiti ben tre differenti ipotesi. Tuttavia, nello stesso tempo, rilancia sulla riforma del senato che però richiede un processo di modifica costituzionale con tempi al contrario lunghi, anche a causa della dichiarata indisponibilità di Forza Italia a votare per la quarta volta la procedura differente da quanto previsto dall'articolo 138.
Seconda incongruenza: Renzi ci ha massacrato gli attributi con l'ipotesi del sindaco d'Italia, ma nel frattempo sembra essersene dimenticato. La stampa compiacente potrà anche presentare l'ipotesi del doppio turno come l'adozione delle stesse regole che valgono per le elezioni comunali, ma in verità ciò che specificamente caratterizza quelle elezioni e che permette di evitare crisi comunali frequenti non sta certo nel doppio turno, che in ogni caso lì riguarda esclusivamente l'elezione del sindaco, ma nelle prerogative del sindaco, che non può essere sfiduciato dal consiglio comunale. Se le parole hanno ancora un senso anche per Renzi, l'ipotesi del sindaco d'Italia doveva rappresentare l'introduzione di un meccanismo presidenziale per il governo d'Italia, ma non v'è nulla di questo in ciò che oggi egli propone, e quindi dobbiamo concludere che Renzi durante gli svariati mesi in cui ne parlava, stava solo scherzando.
Terza incongruenza: Renzi, presentando tre distinte ipotesi, ci sta dicendo di non avere le idee chiare, tanto che non riesce neanche a scegliere quale offrire al tavolo delle trattative con gli altri partiti. Qualcuno potrebbe dire che egli ne offre tre per rendere la trattativa più facile, ma siamo certi che le cose stiano davvero così? A me sembrerebbe in verità che così le cose si complicano, almeno nel senso che la fase preliminare si allungherà, in quanto in questa prima fase, si spenderà parecchio tempo per decidere su quale puntare, soprattutto se, come sembra ovvio, i differenti partiti punteranno a modificare uno delle tre differenti proposte. Insomma, non si guadagnerà nulla nella fase finale di messa a punto dei dettagli, ma si introdurrà un'ulteriore variabile riguardante intanto la scelta della stessa ipotesi su cui lavorare. Anzi, potrebbe perfino accadere che nella parte finale della trattativa, si finisca per concludere che a causa di quello specifico dettaglio, le posizioni risultino definitivamente divergenti, e che è meglio ricominciare a lavorare su un'altra delle due rimanenti ipotesi.
Se come la nostra classe politica c'ha abituato ad osservare, tutto si gioca su come assicurarsi il meccanismo più favorevole al proprio partito, allora saranno i dettagli quelli su cui si gioca tutto, e quindi tre ipotesi al posto di una comportano solo occasione di dispersione aggiuntiva.
Complessivamente, non solo la mossa di Renzi appare alquanto contradditoria sul piano logico come ho tentato di illustrare prima, ma anche politicamente sembra molto debole. E' debole perchè mostra con la proposizione di un ventaglio di ipotesi quello che vuole apparire come il leader del fare, confuso fino all'indifferenza rispetto ad ipotesi così differenti.
E' debole perchè sembra accogliere l'ipotesi della revisione costituzionale, ma in una versione ridotta, in quanto parla solo del ruolo del senato. Tuttavia, sui tempi così finisce per convergere sulla volontà del duo Napolitano/Letta, rinviando a tempi più lunghi la sua possibilità di diventare premier, e senza per altro aderire all'ipotesi di revisione verso un modello semipresidenziale.
Infine, viste le lungaggini per rivedere la costituzione, non si capisce la fretta per una nuova legge elettorale, che possano giustificare questo calarsi le braghe verso gli altri partiti e fare scegliere loro il modello da adottare. Non sarebbe stato saggio almeno attendere la motivazione della sentenza della Consulta per muoversi all'interno delle linee che questa fisserà? Per capirci, la consulta sembra avere bocciato il premio di maggioranza, almeno quello previsto dal porcellum: che senso ha riproporlo solo perchè a Renzi piace sapere chi ha vinto la sera stessa della chiusura delle urne?
Il punto che sembra sfuggire a questi politicanti è che la durata dei governi non dipende primariamente dal meccanismo elettorale, perchè la storia parlamentare recente ha evidenziato che la prima causa delle crisi di governo sta nella litigiosità delle coalizioni, e talvolta perfino all'interno dello stesso partito, e non certo nel fatto che non esista uno schieramento precostituito. Poichè tale schieramento è per sua natura non obbligato e come tale reversibile, il problema della litigiosità è legato all'assoluta assimilazione tra loro dei vari partiti. Tra partiti identici, la competizione non si basa su motivazioni ideali, ma solo nella comune aspirazione ad accedere al potere, e di conseguenza è vano ricercare un meccanismo tecnico-elettorale che assicuri lunga durata ai governi.
Non dico che non si possa fare qualcosa anche sul piano delle regole elettorali, ma su questo ritornerò altrove.
Osservo che la stampa in queste prime ore dopo il messaggio lanciato da Renzi, tarda a far risaltare questi aspetti che a me appaiono evidenti: ci sono o ci fanno?
Come vedete, ho deciso anche se a malincuore, di cassare l'ennesimo commento di Lorenzo, perchè egli sistematicamente va fuori dal tema del post. Ha quelle che io chiamo "le sue ossessioni", ed utilizza strumentalmente lo spazio dei commenti per esporle, invece, come sarebbe dovuto, di commentare ciò che ho scritto. Ciò mi pare possa distrarre l'attenzione di chi legge, e così non ho altra scelta.
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