Ancora una volta a proposito della stampa.
Ieri, è uscito su "La Repubblica", uno dei quotidiani più politicamente schierati, tanto che si parla del partito di repubblica, un articolo a firma di Mario Pirani che inveisce contro chi vilipendia Napolitano.
Ora, io capisco che Pirani sia uno dei membri della corte di re Giorgio, ma può un giornalista ergersi a paladino dei censuratori, e può un quotidiano sposare la sua causa senza così confermare che scrivere giornali è un modo diverso di fare i politicanti?..
Non v'è dubbio che esistono metodi odiosi di criticare l'operato di napolitano, e che l'offesa personale, basata su aspetti personali, come ad esempio il fatto che sia così tanto anziano, è un modo di fare riprovevole, ma Pirani invece fa delle critiche un unico calderone. Egli infatti accosta esempi eterogenei, ad esempio include tra ciò che egli considera vilipendio anche il dire che Napolitano è il capo della casta, mescolando quindi capre e cavoli, mescolando l'insulto gratuito che ha solo il fine di sbeffeggiare, e quella che è una critica politica del tutto lecita, soprattutto in considerazione dell'attivismo di Napolitano.
Non capisco perchè bisognerebbe tacere quando il presidente non perde occasione per confermare la sua volontà a prendere in mano le sorti della politica.
Ammesso che egli non c'entri niente con la bocciatura di Prodi, ipotesi che a livello puramente ipotetico avrebbe una sua logica, nessuno può ignorare i suoi seguenti atti:
- egli ha preteso di distruggere nastri in cui egli parlava con Mancino, mostrando un certo timore riguardo al contenuto di queste conversazioni;
- egli ha nominato Monti senatore a vita da un giorno all'altro, e non si capisce in base a quali meriti. La circostanza che questi fosse nominato premier dallo stesso Napolitano slo pochi giorni dopo, fa ragionevolmente ritenere che questa nomina sia stata richiesta dallo stesso Monti per accettare l'incarico, rendendo due atti così palesemente eterogenei e costituzionalmente da mantenere ben separati, in stretto collegamento tra loro;
- egli ha impedito a Bersani di presentarsi di fronte alle camere, interrompendo clamorosamente una lunga prassi che voleva l'automatico tentativo da parte del leader della coalizione che aveva ottenuto la maggioranza relativa;
- egli ha quindi preteso che si costituisse un governo di alleanza tra due delle tre principali coalizioni, le due che rispetto alle elezioni precedenti avevano subito la massima perdita di consensi;
- egli ha di sua personale iniziativa scelto il nome del premier, che così è diventato il suo ventriloquo;
- egli ha imposto di avviare un processo di revisione costituzionale, tra l'altro con una procedura non prevista dall'articolo 138 della costituzione, in regime di deroga la cui costituzionalità è più che dubbia, visto che di simili eccezioni non si fa riferimento alcuno nella costituzione medesima;
- egli ha ispirato profondamente le politiche economiche filoeuropee, come se fosse scontato che le regole europee andassero seguite pedissequamente;
- a questo fine, ha sollecitato o quantomeno tollerato, un ruolo molto attivo della banca d'Italia: dopo Grilli, abbiamo adesso Saccomanni quali evidenti rappresentanti di un potere terzo, dopo lo sciagurato divorzio nel 1981 tra tesoro e Banca d'Italia.
Ora, naturalmente Napolitano non va in CDM, e neanche in parlamento, se non per circostanze eccezionali, ma nessuno può ragionevolmente sostenere che Letta porti avanti una sua personale visione politica, con tutta evidenza Letta è stato appositamente scelto come personaggio ubbidiente e privo di una propria personalità politica.
Io sono certo che il presidente mal digerisca tutte le magagne del sistema politico, e che egli sia eticamente migliore di tanti politici, ma se uno si assume le responsabilità che egli ha deciso di assumersi anche aldilà della lettera della costituzione, non può poi venire l'ultimo dell'anno a fare ramanzine, a piangere sui tanti nuovi poveri che abbiamo in Italia, con un atteggimento che non può che apparire schizofrenico.
Secondo Pirani insomma, tutti e la stampa in particolare, dovremmo stare zitti a guardare ciò che Napolitano fa e disfa dall'alto del suo scranno, facendo finta che egli sia fuori dagli scontri politici quando con tutta evidenza egli capeggia la fazione dominante?
Se si arrivasse a questo, in cosa la nostra repubblica differirebbe da una tirannia?
Pirani quindi fa questo sporco gioco, di utilizzare la libertà di stampa che la nostra costituzione ci offre, per impedire ad altri di esercitare per gli stessi canali l'esercizio doveroso della critica: mi chiedo che razza di persona egli sia, e come sia possibile avere rispetto di simili giornalisti.
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