martedì 21 gennaio 2014

IL PORCELLUM PUNTO DUE, COME CI SIAMO ARRIVATI

Nel precedente post, a proposito della vicenda della riforma elettorale, avevo tracciato delle considerazioni di ordine politico, ripromettendomi di affrontare successivamente gli aspetti più tecnico-istituzionali.
Tuttavia, per come si vanno svolgendo gli eventi, le tattiche politiche presentano aspetti così rilevanti da imporsi in primo piano, anche a causa delle evidente reticenza che la grande stampa mostra a ricostruire le trame che si nascondono dietro i gesti ufficiali...

Detto brutalmente, Renzi si è impossessato in un colpo solo e senza difficoltà significative, del PD. Il dato più rilevante mi pare pertanto la nullità del fronte nel suo partito che fino a ieri si è opposto a lui. Il fronte risulta numericamente inconsistente, solo 34 astensioni su un totale di 145 presenti alla riunione della direzione. Da notare che costoro non hanno neanche il coraggio di votare contro, manifestano il dissenso più totale con Cuperlo che addirittura è uscito per protesta durante la direzione, ma alla fine ripetono lo stanco e, nella situazione data, incomprensibile rito del dissenso nascosto da un'astensione che al più potrebbe solo indicare un atteggiamento incerto.

Facciamo un minimo di cronaca. Fino a soltanto pochi mesi fa, essi esprimevano il segretario Bersani, nel passato febbraio si apprestavano a cogliere un facile successo elettorale. Da allora, per loro è stato un continuo scivolamento. 
Dapprima il parziale insuccesso elettorale, seguito dall'atteggiamento ostile di napolitano verso bersani che non ha avuto la possibilità di provare a ricevere la fiducia dalle camere su una sua proposta di governo. Questo è stato il passaggio decisivo, poi l'inquietante vicenda delle votazioni per il capo dello stato con i 101 franchi tiratori del PD contro prodi, la riconferma di Napolitano, il lancio del governo delle larghe intese e della strategia connessa delle riforme istituzionali. 
Infine, colpo di scena, il nuovo segretarioa del PD Renzi che appariva come colui che poteva rompere le uova nel paniere alla strategia che vede Napolitano come grande regista, decide di entrare dentro questo gruppo, come evidentemente sancito dall'incontro Renzi - Napolitano di pochi giorni fa, sdoganando ancora una volta berlusconi in perfetta continuità con il governo delle larghe intese, accettando il percorso delle riforme così insistentemente portato avanti da 
Napolitano, con la relativa tempistica pure così obiettivamente sfavorevole a Renzi ed alla sua necessità di arrivare a fare il premier prima che la sua stella possa spegnersi. 

In sostanza, Napolitano ha dall'ormai lontanissimo 2011 chiesto tutto il possibile al PD, imponendogli di sostenere Monti senza andare ad elezioni che per il PD allora sarebbero state trionfali, non andare a riscuotere ciò che appariva scontato, che chi ha la maggioranza alla camera ha il diritto a provare a ricevere la fiducia delle camere, secondo una prassi costante della seconda repubblica, contraddire tutta la propria strategia elettorale finendo col fare il governo con l'avversario di sempre. Ogni singolo atto di obbedienza a napolitano è costato a questo gruppo dirigente una perdita progressiva di consenso, ed il risultato finale è sotto i nostri occhi, questi costituiscono ormai solo una esigua minoranza all'interno del loro partito, e tutto questo è avvenuto senza che costoro abbiano mai avuto il coraggio non solo di reagire disobbedendo a Napolitano, ma neanche di parlare francamente, di denunciare quanto accadeva dietro le quinte. 

Mi sono soffermato tanto sulle vicende di questo gruppo dirigente che ha avuto la fortuna di ereditare tanto dal vecchio PCI ed è riuscito a dilapidare tutto, perchè esse descrivono anche la parabola politica di quella che una volta poteva essere definita la sinsitra in Italia. Nei fatti, la decadenza di questi dirigenti raffigura molto bene la parallela decadenza di questi elettori, di come l'ideologia domiante abbia distrutto un patrimonio di cultura politica in un tempo abbastanza breve. Da ieri, si potrebbe concludere che ufficialmente la sinistra in Italia non esiste più almeno a livello di rappresentanza parlamentare. 

Nel frattempo, Renzi ha preso il loro posto, e ciò che sembra incredibile, egli accetta di percorrere gli stessi sentieri dei suoi predecessori. A volte, persone ambiziose e capaci si perdono a causa della sopravvalutazione di sè stessi e delle proprie capacità. Renzi pensa di potere assecondare i piani di napolitano senza uscirne distrutto, il futuro ci mostrerà se egli aveva ragione o se egli sarà la prossima vittima. 

L'influenza di napolitano nelle vicende di questi giorni appaiono evidenti, senza il suo via libera mai Renzi si sarebbe spinto sino ad incontrare in modo così clamoroso Berlusconi, mai egli avrebbe accettato di farsi condizionare dai tempi della revisione costituzionale che lo collocano nella scomoda situazione di dovere affrontare elezioni europee che per il loro oggetto e per le loro modalità sono le più pericolose per lui. Inoltre, è estremamente significativo che i piccoli partiti centristi ora al governo, dopo aver sino al giorno prima latrato contro l'ipotesi elettorale di Renzi, si contentino del recupero nazionale dei voti e del ballottaggio, accetando che questa costituisca la bozza su cui il parlamento dovrà lavorare. E' fin troppo facile che qualcuno di molto autorevole gli abbai sussurato qualcosa all'orecchio, inducendoli ad ammorbidire il loro atteggiamento. 
Infine, la stampa, i diversamente politicanti, accolgono positivamente oggi nella loro grande maggioranza l'ipotesi approvata ieri dalla direzione PD, un progetto che rappresenta nei fatti la versione aggiornata del porcellum, anche se mi riprometto al più presto di tornare in più dettaglio e soprattutto in maniera argomentata sugli aspetti tecnico-istituzionali. 

Nel frattempo, è evidente a tutti coloro che non hanno il prosciutto sugli occhi che questa legge andrebbe chiamata il "Porcellum punto due".

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