mercoledì 28 novembre 2012

SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO: ESISTE UN GIUDICE A BERLINO!

Oggi, finalmente un’ottima notizia. Mi riferisco alla sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la sentenza già espressa dal TAR del Lazio.

Considero così positivamente questa vicenda perché essa va in controcorrente rispetto alla ormai pressoché unanime tendenza della società a considerare le regole come un inutile ostacolo rispetto a criteri di convenienza che si pretende di fare prevalere...

Così, ora è diventato di moda il cosiddetto “election day”, in sostanza la pretesa di fare coincidere nello stesso giorno le date di differenti tipi di elezioni. Motivi per sostenere questa scelta ce ne sono senz’altro, in particolare di natura economica (i risparmi ottenuti dall’accorpamento) e di natura politica (l’opportunità nel far coincidere anche i periodi di svolgimento delle campagne elettorali).
Non starò ad entrare nel merito di queste argomentazioni, ma comunque non posso tacere sulla pretestuosità inclusa in tali tipi di argomentazione, come ad esempio risulta evidente nel ruolo svolto nel dibattito su tali argomenti dalle formazioni di centrodestra, terrorizzate dall’influenza che la loro probabile debacle nelle regionali avrebbe sulle politiche ove queste avvenissero posteriormente ed a breve distanza di tempo.
Il punto tuttavia è un altro, e sta in una questione di principio, se cioè questioni di opportunità anche ove fossero considerate di interesse generale, possano prevalere sulle regole che costituzione e legislazione vigente impongono. Se noi accettassimo tale principio, salterebbe del tutto le condizioni stesse dell’esistenza di una società di diritto, tutto sarebbe affidato a un potere esecutivo che a propria discrezione si riserverebbe il diritto di prendere quei provvedimenti che considera opportuni, un potere quindi arbitrario e dispotico.
Ma il significato della sentenza del Consiglio di Stato travalica il contenuto specifico che riguarda esclusivamente la regione Lazio. Il Consiglio di Stato si è pronunciato su questa specifica regione perché soltanto in questo caso il governo ha deciso di coinvolgerlo in opposizione all’atteggiamento assunto dalla Polverini. In questo senso, tale sentenza implica che, ove tale organo fosse stato coinvolto riguardo alla regione Lombardia, non avrebbe che potuto pronunciarsi analogamente, stabilendo cioè che vadano rispettati i termini previsti della legge senza pensare di potere violare le norme solo sulla base di un giudizio di opportunità.
A sua volta, ciò non può che tradursi che nella sconfessione del merito dell’accordo tra governo, presidenti delle camere e capo dello stato per la fissazione di un “election day”, pur se Napolitano ha posto delle condizioni preliminari alle forze politiche.
Evidentemente, il Consiglio di Stato ritiene che Napolitano non svolga a dovere il ruolo che la costituzione gli assegna di garante del rispetto delle regole, come appare evidente a tanti di noi.

1 commento:

  1. Certo il Presidente poteva limitarsi aspettiamo visto che la questione è sub judice, e invece ...

    RispondiElimina