lunedì 12 novembre 2012

TOSCANI E FORMIGLI, OVVERO IL GIORNALISMO CHE NON C'E'



Lo confesso, Oliviero Toscani mi ha sempre fatto un’antipatia forte ed immediata, appena lo scorgo, mi causa reazioni allergiche.
Ciononostante, devo dire che la sua apparizione al programma “In onda” su LA7 mi è piaciuta, mi è piaciuto il modo in cui ha trattato i giornalisti, con quel Formigli che continua a sostenere una tesi indifendibile, che i giornalisti siano un pezzo indispensabile di democrazia...

La verità è tutt’altra, io piuttosto chiamerei i giornalisti “diversamente politici”. Questo diversamente implica una forma di irresponsabilità ed una facile condiscendenza, se proprio vogliamo evitare di chiamarla corruttibilità.
Un giornalista TV, in particolare, può dedicare una intera puntata della propria trasmissione a un dato personaggio politico, vantarsi di fare informazione, e commettere un killeraggio politico per conto terzi senza che nessuno possa dirgli qualcosa, anzi dovremmo essergli grati per ciò che ci ha fatto conoscere.
Il punto è che la scelta del soggetto, il punto di vista e perfino il momento in cui la trasmissione va in onda sono scelte così discrezionali, che sarebbe assurdo negarne la possibile tendenzialità. Si potrebbe dire che il risultato che si vuole ottenere non sta tanto nell’oggetto della trasmissione, quanto in tutti quelli mancati, non in ciò di cui si parla, ma in tutto ciò di cui invece si tace. E’ questa la questione fondamentale, non è possibile neanche immaginare un settore dell’informazione senza censura. Si parla tanto e si teme tanto la censura di stato, ma nel frattempo si è totalmente indifesi rispetto alla autocensura, sia quando è operata dall’editore, che quando è operata dallo stesso giornalista o dal suo direttore, eppure sempre di censura si tratta.
La finzione sta nel partire da una trasmissione specifica, con il suo specifico argomento e con i suoi specifici ospiti in studio. Tutto ciò viene dato come automatico, come cosa di cui non abbia senso discutere, l’attenzione del telespettatore viene orientata verso il contenuto di quella trasmissione, e se in quello studio ognuno avrà la possibilità di dire ciò che vuole, allora si dirà che è stata una trasmissione senza censure. La verità, tuttavia, è che avendo scelto un certo argomento, avendo scelto come introdurlo e quali filmati trasmettere in studio, avendo infine scelto un certo parterre di ospiti in studio, non c’è più nulla di cui si possa dire che sia più o meno libero, è già tutto predeterminato.
In complesso, noto come lo scontro tra Grillo ed il resto del mondo, si potrebbe dire, si fa sempre più acceso, e vedo che sempre più il resto del mondo usa argomentazioni in cui tende a dimostrare il proprio tasso di democrazia, e quello così basso di Grillo. Ora, si può certo blaterare a piacimento di concetti così sfuggenti in termini teorici, ma se poi questa democrazia porta ai risultati in cui ci troviamo, qualche dubbio si dovrebbe nutrire sulle ricette consuete.
In ogni caso, per una volta almeno, c’è in atto uno scontro reale in politica, almeno Grillo a qualcosa sarà servito.

3 commenti:

  1. Ricordi della bambina americana? Sto avendo la stessa reazione davanti a vari dibattiti televisivi, dicono sempre le stesse cose....sempre le stesse facce....mi si sta infiammando il tendine del pollice a furia di fare zapping! Vincenzo caro, io non ce la faccio più a seguire niente in TV, mi sto limitando ad una veloce rassegna stampa su internet e mi basta leggere te per avere il polso della situazione! Ecco, solo di te non mi stanco mai! :-D :-D :-D

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  2. Eggià, dei bambini non ci si stanca mai, è vero :-D

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