Siamo quindi direi in grado di tirare un
primo bilancio dell’esperienza Monti e del suo effetto sul quadro politico
italiano...
Napolitano scelse di saltare a
piè pari il risultato delle elezioni del 2008, per assecondare un piano
elaborato a livello europeo che prevedeva la defenestrazione di Berlusconi, ma
il cui obiettivo principale era puntellare una mediocre classe politica europea
che ha tentato in questi ultimi anni di assolversi dai propri difetti e limiti
enormi scaricandone i costi sui più impresentabili tra loro, quali Berlusconi
prima e Sarkozy poi. Ebbene, la parola che mi viene subito in mente per
definire l’effetto di tale scelta è “sconvolgimento”, capire che a seguito
della decisione del Capo dello Stato è cambiato proprio tutto in campo politico
è la prima chiave di lettura che bisogna utilizzare per affrontare la cronaca
politica sino ai nostri giorni e presumibilmente almeno fino alle prossime
elezioni legislative.
Mi sembra anzi importante
sottolineare che anche per lo scenario europeo vale ciò che abbiamo osservato a
livello nazionale, che la politica finisce col rifugiarsi in un suo mondo
separato con uno spirito da “frontino”, da difesa quasi disperata di privilegi
di casta, mentre l’economia determina da sé le scelte fondamentali, imponendole
a parlamenti passivi ed inetti. Non è un mistero per nessuno che chi decide in
campo economico, e doggi ciò implica anche le scelte politiche fondamentali,
sono i mercati ed i banchieri centrali. Così, da una parte abbiamo queste
figure istituzionali ben note, quali la presidente del FMI Lagarde, il
presidente della FED Brunbake e il presidente della BCE Mario Draghi,
dall’altra soggetti che ben noti nel mondo in cui operano, risultano del tutto
sconosciuti al grande pubblico. Tutti però condividono una loro
irresponsabilità, il fatto che non esiste per costoro alcun controllo
democratico, e ciò non per una inefficienza del sistema, ma invece proprio in
base a motivi intrinseci alla loro natura e funzione. Questo dobbiamo
ricordarlo attentamente, quando una persona che riveste responsabilità
politiche si riferisce al mercato come fonte di autorità indiscutibile, costui
sta violando i suoi doveri istituzionali di rappresentante di interessi
democraticamente fondati, permettendo di esserne espropriato per cederli a chi
non ha titolo alcuno per esserne destinatario.
La verità insomma è che è facile
ironizzare sulla politica italiana, ma suvvia, facendo le debite proporzioni,
direi che se fossi cittadino tedesco troverei che la Merkel mi rappresenta
davvero indegnamente, che un popolo abituato a partecipare attivamente al
benessere della propria nazione, meriterebbe ben altri politici. Quando
qualcuno vorrà fare una biografia onesta della cancelliera, potrà facilmente
constatarne la pochezza che non mi pare la possa elevare così tanto rispetto ai
vituperati ex-leaders francese ed italiano.
Se ora torniamo al nostro cortile
di casa, non v’è dubbio che la fine del governo Berlusconi comporti quasi
automaticamente la fine della cosiddetta seconda repubblica, quel bipolarismo
del tutto imperfetto e precario che comunque ha caratterizzato il passato
ventennio. Mentre fino ad ieri era il centrodestra berlusconiano a sostenere il
polo opposto centrato sul PD, ora è la coppia PD .- SEL che dovrebbe sostenere
il bipolarismo, visto che a destra tutto si va sfaldando progressivamente senza
che nessuno, e meno che mai i dirigenti del PDL, sappia dove la frana si
fermerà e quali nuovi equilibri risulteranno definiti. La verità è che il PD
non ce la fa a sostenere il bipolarismo, e nello stesso tempo la forza
elettorale che ancora i sondaggi gli attribuiscono come primo partito tra
quelli rappresentati in parlamento, gli permette di avere la forza di bloccare
i tentativi ormai sempre più decisi dell’area di centro di tornare ai tempi
della DC ed al suo sistema basato sul proporzionale.
Qui, il sorgere del gruppo
capitanato da Montezemolo, aldilà dei suoi aspetti folkroristici, segna un
intervento delle segreteria vaticana di Bertone fortissimo ( e sennò, come
spiegare la presenza di gente come Riccardi, Olivero e Bonanni. Lasciando
perdere quest’ultimo che ha già abbondantemente mostrato di tentare sempre di
aggregarsi al primo carro, sperando che sia quello del vincitore, ma i primi
due hanno una loro storia e un loro ruolo da difendere, e che si saranno
imbarcati con una certa riluttanza in un’impresa così improvvisata, ma
l’avranno certo fatto perché qualcuno di autorevole li ha spinti a questa
scelta, quasi imposta si deve supporre: sarebbe appunto il segretario di stato
vaticano Bertone ad avere svolto tale ruolo.
Perfino Casini ha dovuto fare
buon viso a cattivo gioco, accettando nuovi protagonisti in un’area politica in
cui egli si era accuratamente costruito un ruolo preminente.
La cosa che però risulta più
rilevante è il ruolo che Monti svolge in tutto questo bailamme. Ormai, Monti
appare sempre più come il degno prosecutore di Berlusconi. Basti considerare la
negazione dell’evidenza che entrambi mostrano, il PIL crolla, il debito
pubblico cresce, lo spread ha smesso già da un pezzo di scendere, le riforme o
sono fallite o non sono neanche state approvate, ma egli è fiero di quello che
ha fatto per l’Italia: di grazia, ma chi sarebbe riuscito più di lui a
danneggiare la nostra nazione?
Non posso tacere sulle
conclusioni assolutamente allucinanti della perizia interna per cui i
lacrimogeni che ogni semplice ed obiettivo osservatore vede bene sparati dalle
finestre del Ministero, sono in realtà frammenti di un unico petardo lanciato
dal basso e poi frantumatosi urtando con i muri perimetrali ministeriali: ma il
quarto che proviene da almeno venti metri più in là e che risulta lanciato in
un tempo successivo, a distanza di svariati secondi dai primi tre, cos’è, un
lacrimogeno a socppiop ritardato e distanziato? Ma che, questi periti si sono
inventati una nuova balistica a loro personale uso e consumo? Ma come è
possibile che si permettano di trarre queste strampalate conclusioni senza
temere il dileggio generale?
Basti ancora considerare come
egli si scelga, proprio a somiglianza del predecessore, a chi rilasciare
interviste, come eviti accuratamente di confrontarsi con giornalisti che non
stiano chini a pendere dalle sue labbra.
Basti considerare l’aspetto
sconcertante delle cose dette e non dette, delle smentite continue.
Basti considerare le affermazioni
del tutto scisse dalla realtà dei fatti, come la luce che secondo lui si
comincia a cogliere alla fine del tunnel, dei progressi che una sua assenza
dalla guida del governo metterebbe a rischio, Monti parla e straparla, e lo fa
in un suo mondo immaginario che egli forse condivide con i politici che lo
circondano e lo invocano, ma certo non con la gente comune, che non può capire
cosa ci sia da vantarsi da parte di un governo che ha ridotto l’Italia in una
situazione così terribile e senza alcuna prospettiva prossima di uscirne.
Eppure, tutti si affrettano a
invocare Monti, perfino i leaders del PD che vorrebbero sostituirlo, si
guardano bene dall’attaccarlo o anche soltanto a criticarlo, così
costringendosi ad acrobazie verbali per ossequiarlo e nello stesso tempo a
considerarlo superato.
A me pare insomma che Monti sia
un furbastro che già negli anni novanta fiutò l’incapacità dei ceti politici
europei di governare la propria sovranità nazionale senza nel contempo riuscire
a costruire una federazione europea di nazioni. In effetti, le scellerate
scelte dei governi del continente hanno portato a un potere formidabile della
burocrazia europea, in cui uno come Monti ci sguazza come un pesce nell’acqua.
La nullità dei politicanti che ci ritroviamo è tanta, che essi non fanno altro
che accodarsi a questo movimento di accentramento di poteri nella mano di un
gruppo ristretto di funzionari europei, tentando in tal modo di salvare il
proprio destino individuale. Di fronte a loro, non rimane che gente come Grillo
che, pur nel suo stile discutibile, pur nella modestia degli obiettivi che si
propone, pur nella carenza di riferimenti ideali e teorici adeguati, ha capito
alcune cose decisive che difatti sono i temi su cui i politicanti dal chiuso
del loro fortino lo attaccano.
Ha capito innanzitutto quanto il
mondo dell’informazione sia commisto con questa sottopolitica, ha capito che
l’integrità di un movimento sia difficile da mantenere in un mondo
fondamentalmente corrotto come quello in cui viviamo.
Ora, tutti costoro che blaterano
contro la mancanza di democrazia del M5S, vorrebbero forse affermare che questa
stessa democrazia sia difesa da Napolitano o da Monti o da Draghi o
semplicemente dai mercati? Beh, se a qualcuno piacciono le idiozie si accomodi
pure. Io rimango convinto che nel contesto mondiale e specificamente europeo si
è insediato un virus pericolosissimo che non può essere vinto a livello
sistemico, che insomma nell’ambito europeo esso è andato troppo avanti
nell’infezione per essere sradicato in tempi ragionevoli. Ora, sarebbe compito
primario di chiunque abbia a cuore la sorte del proprio paese, da praticare
immediatamente un sconfinamento eel virus, un tenerlo fuori dal proprio
distretto. E da lì partire per la battaglia decisiva per sconfiggerlo,
anteponendo quindi una fase nazionale che possa generare quella massa cirtica
di anticorpi necessaria per sconfiggerlo. L’alternativa, quella di volere
somigliare il più possibile a questi paesi considerati di default migliori del
nostro, è di soccombere al male senza neanche provare a lottare contro.
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