lunedì 19 novembre 2012

BILANCIO DI UN ANNO DI GOVERNO MONTI A RIDOSSO DEL VOTO

E’ già trascorso un anno dall’insediamento del governo Monti, e le scadenze elettorali premono già alle porte, anche se le date precise non si conoscono ancora.

Siamo quindi direi in grado di tirare un primo bilancio dell’esperienza Monti e del suo effetto sul quadro politico italiano...

Napolitano scelse di saltare a piè pari il risultato delle elezioni del 2008, per assecondare un piano elaborato a livello europeo che prevedeva la defenestrazione di Berlusconi, ma il cui obiettivo principale era puntellare una mediocre classe politica europea che ha tentato in questi ultimi anni di assolversi dai propri difetti e limiti enormi scaricandone i costi sui più impresentabili tra loro, quali Berlusconi prima e Sarkozy poi. Ebbene, la parola che mi viene subito in mente per definire l’effetto di tale scelta è “sconvolgimento”, capire che a seguito della decisione del Capo dello Stato è cambiato proprio tutto in campo politico è la prima chiave di lettura che bisogna utilizzare per affrontare la cronaca politica sino ai nostri giorni e presumibilmente almeno fino alle prossime elezioni legislative.
Mi sembra anzi importante sottolineare che anche per lo scenario europeo vale ciò che abbiamo osservato a livello nazionale, che la politica finisce col rifugiarsi in un suo mondo separato con uno spirito da “frontino”, da difesa quasi disperata di privilegi di casta, mentre l’economia determina da sé le scelte fondamentali, imponendole a parlamenti passivi ed inetti. Non è un mistero per nessuno che chi decide in campo economico, e doggi ciò implica anche le scelte politiche fondamentali, sono i mercati ed i banchieri centrali. Così, da una parte abbiamo queste figure istituzionali ben note, quali la presidente del FMI Lagarde, il presidente della FED Brunbake e il presidente della BCE Mario Draghi, dall’altra soggetti che ben noti nel mondo in cui operano, risultano del tutto sconosciuti al grande pubblico. Tutti però condividono una loro irresponsabilità, il fatto che non esiste per costoro alcun controllo democratico, e ciò non per una inefficienza del sistema, ma invece proprio in base a motivi intrinseci alla loro natura e funzione. Questo dobbiamo ricordarlo attentamente, quando una persona che riveste responsabilità politiche si riferisce al mercato come fonte di autorità indiscutibile, costui sta violando i suoi doveri istituzionali di rappresentante di interessi democraticamente fondati, permettendo di esserne espropriato per cederli a chi non ha titolo alcuno per esserne destinatario.
La verità insomma è che è facile ironizzare sulla politica italiana, ma suvvia, facendo le debite proporzioni, direi che se fossi cittadino tedesco troverei che la Merkel mi rappresenta davvero indegnamente, che un popolo abituato a partecipare attivamente al benessere della propria nazione, meriterebbe ben altri politici. Quando qualcuno vorrà fare una biografia onesta della cancelliera, potrà facilmente constatarne la pochezza che non mi pare la possa elevare così tanto rispetto ai vituperati ex-leaders francese ed italiano.
Se ora torniamo al nostro cortile di casa, non v’è dubbio che la fine del governo Berlusconi comporti quasi automaticamente la fine della cosiddetta seconda repubblica, quel bipolarismo del tutto imperfetto e precario che comunque ha caratterizzato il passato ventennio. Mentre fino ad ieri era il centrodestra berlusconiano a sostenere il polo opposto centrato sul PD, ora è la coppia PD .- SEL che dovrebbe sostenere il bipolarismo, visto che a destra tutto si va sfaldando progressivamente senza che nessuno, e meno che mai i dirigenti del PDL, sappia dove la frana si fermerà e quali nuovi equilibri risulteranno definiti. La verità è che il PD non ce la fa a sostenere il bipolarismo, e nello stesso tempo la forza elettorale che ancora i sondaggi gli attribuiscono come primo partito tra quelli rappresentati in parlamento, gli permette di avere la forza di bloccare i tentativi ormai sempre più decisi dell’area di centro di tornare ai tempi della DC ed al suo sistema basato sul proporzionale.
Qui, il sorgere del gruppo capitanato da Montezemolo, aldilà dei suoi aspetti folkroristici, segna un intervento delle segreteria vaticana di Bertone fortissimo ( e sennò, come spiegare la presenza di gente come Riccardi, Olivero e Bonanni. Lasciando perdere quest’ultimo che ha già abbondantemente mostrato di tentare sempre di aggregarsi al primo carro, sperando che sia quello del vincitore, ma i primi due hanno una loro storia e un loro ruolo da difendere, e che si saranno imbarcati con una certa riluttanza in un’impresa così improvvisata, ma l’avranno certo fatto perché qualcuno di autorevole li ha spinti a questa scelta, quasi imposta si deve supporre: sarebbe appunto il segretario di stato vaticano Bertone ad avere svolto tale ruolo.
Perfino Casini ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, accettando nuovi protagonisti in un’area politica in cui egli si era accuratamente costruito un ruolo preminente.
La cosa che però risulta più rilevante è il ruolo che Monti svolge in tutto questo bailamme. Ormai, Monti appare sempre più come il degno prosecutore di Berlusconi. Basti considerare la negazione dell’evidenza che entrambi mostrano, il PIL crolla, il debito pubblico cresce, lo spread ha smesso già da un pezzo di scendere, le riforme o sono fallite o non sono neanche state approvate, ma egli è fiero di quello che ha fatto per l’Italia: di grazia, ma chi sarebbe riuscito più di lui a danneggiare la nostra nazione?
Non posso tacere sulle conclusioni assolutamente allucinanti della perizia interna per cui i lacrimogeni che ogni semplice ed obiettivo osservatore vede bene sparati dalle finestre del Ministero, sono in realtà frammenti di un unico petardo lanciato dal basso e poi frantumatosi urtando con i muri perimetrali ministeriali: ma il quarto che proviene da almeno venti metri più in là e che risulta lanciato in un tempo successivo, a distanza di svariati secondi dai primi tre, cos’è, un lacrimogeno a socppiop ritardato e distanziato? Ma che, questi periti si sono inventati una nuova balistica a loro personale uso e consumo? Ma come è possibile che si permettano di trarre queste strampalate conclusioni senza temere il dileggio generale?
Basti ancora considerare come egli si scelga, proprio a somiglianza del predecessore, a chi rilasciare interviste, come eviti accuratamente di confrontarsi con giornalisti che non stiano chini a pendere dalle sue labbra.
Basti considerare l’aspetto sconcertante delle cose dette e non dette, delle smentite continue.
Basti considerare le affermazioni del tutto scisse dalla realtà dei fatti, come la luce che secondo lui si comincia a cogliere alla fine del tunnel, dei progressi che una sua assenza dalla guida del governo metterebbe a rischio, Monti parla e straparla, e lo fa in un suo mondo immaginario che egli forse condivide con i politici che lo circondano e lo invocano, ma certo non con la gente comune, che non può capire cosa ci sia da vantarsi da parte di un governo che ha ridotto l’Italia in una situazione così terribile e senza alcuna prospettiva prossima di uscirne.
Eppure, tutti si affrettano a invocare Monti, perfino i leaders del PD che vorrebbero sostituirlo, si guardano bene dall’attaccarlo o anche soltanto a criticarlo, così costringendosi ad acrobazie verbali per ossequiarlo e nello stesso tempo a considerarlo superato.
A me pare insomma che Monti sia un furbastro che già negli anni novanta fiutò l’incapacità dei ceti politici europei di governare la propria sovranità nazionale senza nel contempo riuscire a costruire una federazione europea di nazioni. In effetti, le scellerate scelte dei governi del continente hanno portato a un potere formidabile della burocrazia europea, in cui uno come Monti ci sguazza come un pesce nell’acqua. La nullità dei politicanti che ci ritroviamo è tanta, che essi non fanno altro che accodarsi a questo movimento di accentramento di poteri nella mano di un gruppo ristretto di funzionari europei, tentando in tal modo di salvare il proprio destino individuale. Di fronte a loro, non rimane che gente come Grillo che, pur nel suo stile discutibile, pur nella modestia degli obiettivi che si propone, pur nella carenza di riferimenti ideali e teorici adeguati, ha capito alcune cose decisive che difatti sono i temi su cui i politicanti dal chiuso del loro fortino lo attaccano.
Ha capito innanzitutto quanto il mondo dell’informazione sia commisto con questa sottopolitica, ha capito che l’integrità di un movimento sia difficile da mantenere in un mondo fondamentalmente corrotto come quello in cui viviamo.
Ora, tutti costoro che blaterano contro la mancanza di democrazia del M5S, vorrebbero forse affermare che questa stessa democrazia sia difesa da Napolitano o da Monti o da Draghi o semplicemente dai mercati? Beh, se a qualcuno piacciono le idiozie si accomodi pure. Io rimango convinto che nel contesto mondiale e specificamente europeo si è insediato un virus pericolosissimo che non può essere vinto a livello sistemico, che insomma nell’ambito europeo esso è andato troppo avanti nell’infezione per essere sradicato in tempi ragionevoli. Ora, sarebbe compito primario di chiunque abbia a cuore la sorte del proprio paese, da praticare immediatamente un sconfinamento eel virus, un tenerlo fuori dal proprio distretto. E da lì partire per la battaglia decisiva per sconfiggerlo, anteponendo quindi una fase nazionale che possa generare quella massa cirtica di anticorpi necessaria per sconfiggerlo. L’alternativa, quella di volere somigliare il più possibile a questi paesi considerati di default migliori del nostro, è di soccombere al male senza neanche provare a lottare contro.

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