Il premier israeliano ha dichiarato guerra ad
Hamas, e il neorieletto Obama gli ha subito dato manforte, schierandosi
immediatamente al suo fianco. Quando parlavo di sostanziale inutilità delle
elezioni presidenziali USA, non credo che stessi così distante dalla ragione.
Questa pronta e totale adesione di Obama alle mosse del governo di Israele mi
pare che mostri con tutta evidenza che Obama fa le stesse identiche cose che
avrebbe fatto Romney se si fosse trovato al suo posto. La radicalità del gesto
israeliano e la mancanza di qualsiasi accenno di critica USA mostra uno
spostamento netto delle posizioni della potenza imperiale verso una totale
chiusura verso la questione palestinese, cosa impensabile fino agli anni
novanta...
Tuttavia, questa volta la mossa
israeliana, presumibilmente di carattere preelettorale, potrebbe rivelarsi
tragicamente sbagliata. Apparentemente, né Israele, né gli stessi USA si sono
resi conto fino in fondo del cambio di guardia in Egitto, Il Presidente
egiziano non è certo un personaggio come Mubarak, egli è anzi un rappresentante
delle forze islamiche, magari moderate, ma sempre di matrice islamica, e non
può permettere che la sua presidenza ancora agli inizi, si caratterizzi in una
direzione di asservimento agli USA ed all’odiato stato di Israele.
Qualcosa il presidente egiziano
dovrà fare di concreto, non credo che possa rimanere inerme ad assistere ai
numerosi bombardamenti aerei israeliani, e forse la piazza potrebbe tentare di
forzargli la mano. Una vera e propria guerra in ogni caso è già in atto, in
Medio Oriente il fuoco brucia sempre più forte, dopo Iran e Siria, sembra che
anche il Libano sarà coinvolto, e non si capisce proprio la logica con cui
Obama si sia fatto trascinare a sostenere una iniziativa di sapore così
smaccatamente elettorale in uno scenario complessivo che di tutto avrebbe avuto
bisogno, meno che di nuovo combustibile.
Ecco perché gli hanno dato il Nobel per la pace.
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