Si potrebbero prendere a
prestito le famose parole di Galilei “eppur si muove”. Ieri, per la prima volta
dall’inizio della devastante crisi in cui siamo piombati, si sono avute
manifestazioni un po’ in tutta l’eurozona. Ciò potrebbe creare le basi per il riconoscimento
di due fronti contrapposti tra coloro che, in omaggio a un pensiero dogmatico
ed assolutamente infondato su un piano strettamente sperimentale, crede che la
via imboccata dalla UE sia quella giusta e risolutiva, e coloro che credono
invece che si tratti di una formidabile occasione per iniziare un percorso
rivoluzionario che permetta di uscire bene dalla società di mercato, quella società
di mercato che nel breve volgere di un periodo inferiore ai due secoli di
esistenza, ha ridotto l’umanità nel tragico stato che vediamo...
I mezzi di informazione
invece ci rinviano l’immagine di un mondo della politica, del giornalismo, del
lavoro, di tutti coloro che contano, che sgomita per stabilire se conviene
aumentare l’IVA o l’IMU, o quanto debba essere la percentuale minima per avere
diritto al premio di maggioranza. I più estremisti propongono di uscire
dall’euro, ma tacendo sul fatto che bisognerebbe dare anche default sennò la
lotta si sposterà dallo spread alla svalutazione della nuova valuta nazionale,
e infine ergere barriere doganali robuste per non riprodurre in breve tempo la
condizione attuale.
Nessuno poi si spinge più in
avanti, al momento del fallimento dell’intero sistema bancario globale, e tutti
entusiasticamente invocano la ripresa, la solita ricetta dell’aumento del PIL,
dimenticando del tutto le compatibilità ambientali.
Io penso che una lotta si
possa vincere o perdere, ma sarebbe augurabile quanto meno che si stabilisse
con una certa accuratezza quale sia l’oggetto del contendere, cosa ci sia in
palio, quali siano le alternative secche tra cui dobbiamo scegliere. Niente di
tuto questo, si naviga nella nebbia spostando lo scontro politico su minimi
dettagli che non cambieranno gli scenari in cui noi ed i nostri figli si
troveranno a vivere.
Eppure, un movimento
confuso, senza una chiara direzione e guida, senza obiettivi precisi né
drastici, fa già paura, gli ordini diramati dai governi di tutta europa è
scoraggiare, colpendo a forza con manganelli e con denunce, e nel contempo
ordinando ai giornalisti di regime di sparare idiozie sparpagliando in giro
menzogne di ogni genere, e questo la dice lunga su quanto chi comanda si senta
in trincea, in un equilibrio fragile e precario.
La fortuna di costoro è che
dall’altra parte non ci sta quasi nulla, e che quel poco che ci sta è
abbastanza confuso da diventare inoffensivo.
Tuttavia, qualcosa si muove
e chissà…
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