Che fosse opinione comune, direi
cosa acclarata, che i primi due nelle preferenze sarebbero risultati Bersani e
Renzi, mi pare incontestabile, che quindi Vendola sia risultato escluso dal
ballottaggio era cosa scontata, o quantomeno molto probabile. Ebbene, credo che
i suoi elettori ed i suoi compagni di partito (SEL) abbiano pieno diritto di
chiedere a Vendola, adesso quale sia la strategia. A me pare, ma l’ho detto sin
da quando egli si è aggregato al PD accettando perfino di abbandonare l’IDV
fuori dalla coalizione, che egli abbia commesso un errore formidabile, un
errore tra l’altro di dimensioni storiche, il fatto di lasciare senza
rappresentanza il popolo di sinistra che sta contro il montismo e tutto ciò che
dietro l’operazione Napolitano-Monti sta. Poteva cavalcare con ben più
autorevolezza gli argomenti che rendono la lotta contro Monti e contro
quest’Europa della finanza giusti e perfino doverosi, e di cui ha regalato
generosamente il monopolio a Grillo, ma ha scelto di fare da garzone di bottega
al PD, condannandosi così a un ruolo di secondo piano rispetto al duo che ora
si misurerà nel ballottaggio. Di tale responsabilità storica, Nichi non può
liberarsi, peserà in tutto il proseguo della sua attività politica se proseguo
ci sarà...
Guardate che quella di Vendola è
stata una vera e propria debacle. Basta considerare che egli si trova di oltre
venti punti percentuali al disotto di Renzi, il secondo nella classifica dei
consensi, da confrontare con i dodici punti percentuali che lo separano dalla
Puppato, la quarta classificata: non solo è risultato appena terzo, ma fa parte
del drappello dei tre minori visto che i primi due si staccano così tanto da
loro.
Vendola ha di fatto agito come se
fosse un battitore libero, non si riconosce evidentemente come il leader di una
formazione politica, perché, se così fosse, capirebbe che dovrebbe essere in
grado di travasare i consensi personali di cui gode verso SEL, mentre a volte
si ha l’impressione che egli sia perfino orgoglioso di questo extraconsenso di
cui gode. Voglio dire che se per un caso del tutto improbabile egli avesse
perfino conquistato uno dei due posti al ballottaggio, ci sarebbe stato anche
un aspetto negativo in tutto ciò, e cioè la svalutazione di SEL. Egli avrebbe
dovuto quantomeno raggiungere un 30% dei consensi, ma se io fossi stato un
iscritto di SEL non è che avrei gradito che il mio leader avesse consensi di
sei volte superiori a quello del partito che guida.
Ora, lo sbocco che sembrerebbe
più ovvio è quello che Vendola venda a caro prezzo i suoi consensi e per questa
via conquisti un ruolo di primo piano nel PD a cui in breve tempo aderirebbe.
Non è un’operazione certo elegante, ma in fondo, credetemi, sarebbe coerente,
non ci si può alleare con un pachiderma che pesa sei volte quanto te, e pensare
di potere imporre il proprio punto di vista, e Vendola non mi pare uno
sprovveduto che possa averlo pensato. Possibile che il fatto che il PD abbia
sin dall’inizio appoggiato Monti senza battere ciglio, che abbia perfino votato
la modifica costituzionale sul fiscal compact, non significhi nulla, che non
capisca anche un bambino che ci sono forze esterne al PD che abbiano imposto a
quel partito di fare questo, di rinunciare a un facile successo elettorale?
Come si può allora pensare che un’opinione di un minuscolo partito alleato
possa minimamente contare sulle scelte successive?
E’ questo il motivo per cui dico
che se Vendola si iscrive al PD, egli compie una scelta coerente con quelle
precedenti. Ma a questo punto, vorrei sapere cosa abbiano intenzione di fare
coloro che hanno condiviso con lui questa sciagurata scelta, visto che il
trattamento di favore che si può aspettare Nichi non verrà generalizzato a
semplici iscritti e neanche a dirigenti di un partito come SEL che è stato
sempre di totale proprietà del leader.
E’ il problema dei partiti leaderistici,
di SEL come del PDL che difatti si sta autodistruggendo a seguito dell’abbandono
del capo e che ormai il ritorno del capo distrugge ancora di più.
Anche se avevo votato Grillo, sono andato faticosamente a votare Vendola alle primarie. Pensavo fosse necessario mandare un segno di sinistra. Ho firmato un pezzo di carta che chiamano carta di intenti, che non ho letto prima di firmarla come si fa per le clausole vessatorie dei contratti. Forse alle elezioni effettive ritornerò a votare Grillo. Faccio quello che posso in un mare di contraddizioni. Forse Vendola naviga in questo mare.
RispondiEliminaFrancesco, che un semplice elettore sia confuso, ci può stare, succede. In effetti, sarebbe di molto preferibile che ognuno riuscisse a fare chiarezza
RispondiEliminadentro di sè, ma pazienza è nelle cose. Che però ci sia qualcuno che aspira a ricoprire addirittura il ruolo di premier e non riesca a darsi una strategia politica, questo credo non possa essere accettato.